Capitolo 36

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Canzone (capitolo 36):
Vancouver Sleep Clinic - Stakes

Scomposto

Se potessi definire l'inizio della mia giornata, lo definirei scomposto.

E non solo perchè mi sono svegliata ai piedi del letto, con le gambe mezze stravaccate sul pavimento e tutti i capelli sul viso senza una valida spiegazione.

Ho trascorso la domenica tranquillamente, tra un film e l'altro, qualche libro, due scatole di biscotti, qualche canzone e immancabilmente qualche livido nello scatenarmi.

Nulla di particolare, comunque.

Ma a partire dal mio risveglio, la nuova settimana si sta rivelando scomposta in mille piccoli pezzi di puzzle.

E non so se sia un bene o un male, a dirla tutta.

Mio padre che resta a casa e si offre di portarmi a scuola in macchina è già un fattore che contribuisce a sconbussolare il consueto ordine delle cose.

"Ciao papà" abbozzo sorridendogli prima di scendere dall'auto.

Anche se sono contenta dell'inaspettata presenza di mio padre, il tragitto per andare a scuola preferisco farlo a piedi, come sempre, in completa autonomia.

"Hey Malia!" Ryan mi raggiunge dal corridoio che si congiunge con l'ingresso della scuola.

Non posso fare a meno di pensare di passare tra queste mura quasi ogni giorno, ma non conosco neanche la metà di esse, molto probabilmente mi perderei se mi lasciassero vagare da sola.

Sorrido e lo abbraccio, è da un po' che non lo vedo, ci sentiamo qualche volta per messaggio, ma da qualche tempo non riusciamo mai ad incontrarci.

"Ti avrei chiamata per uscire uno di questi giorni, non ci vediamo mai"

Sembra davvero dispiaciuto.

"Lo so, mi dispiace. Ultimamente non ho avuto molto tempo libero" rispondo, pensando poi alla giornata precedente, chiusa in casa dal momento che non avevo nulla da fare.

Proprio niente tempo libero penso sarcasticamente tra me e me.

Forse volevo solo del tempo per pensare e starmene da sola come ero solita a fare spesso prima di trasferirmi qui a Pittsburgh.

Ma anche questo pensiero è scomposto: perchè dovrei rimanere da sola a pensare se ho degli amici con cui stare? Non ho riflettuto su parecchie cose in effetti ieri, se non su alcuni momenti con Dylan.

Non ho più sentito nessuno da sabato sera, nè lui, nè Rachel, nessuno.

E i recenti avvenimenti mi hanno lasciato una grande confusione in testa.

Scomposto anche questo.

Insomma, alle prime uscite con Dylan non mi crucciavo tanto a soffermarmi sulle sue parole, anzi lo facevo, ma in un modo diverso.

Apprezzavo (e apprezzo tutt'ora) le varie cose che mi ha detto, e gli spensierati momenti che abbiamo condiviso le prime volte, ma sono cose a cui ho dato importanza perchè non ho instaurato particolari rapporti di amicizia prima di arrivare qui.

Ora è tutto fuori posto, torturo la mia povera testa per cercare di captare il significato delle sue parole. Tutto da quel pomeriggio in camera mia, Dylan esce dalla finestra lasciandomi con mille domande a navigare nel mare in tempesta che era la mia mente in quel momento.

E non so se vorrei tornare ai primi giorni, quando vederlo mi procurava solo sollievo e spensieratezza, mentre ora fin troppe emozioni si sono aggiunte a queste due.

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