«Oh, fanculo!» ringhiò il ragazzo, al limite della disperazione. Attirò a sé Nadia con uno strattone e le mise entrambe le mani attorno alla nuca. Abbassò la bocca alla sua altezza e la baciò. Senza pensarci. Senza darle il tempo di pensare. Premette le labbra sulle sue con una delicata decisione, schiudendole con un gesto. Erano davvero morbide come si era immaginato e avevano un buon sapore.

Nadia rimase stupita, ma non protestò. Sentì subito che quella cosa sarebbe dovuta accadere e quindi l'assecondò in pieno, senza arrovellarcisi su. Si sollevò in punta di piedi e ricambiò il bacio senza nemmeno rendersene conto. Non era come quello di Diego, freddo e prettamente fisico. In questo c'era molto altro. C'erano tutte le parole che non si erano detti fino a quel momento. Tutte le parole che non erano riusciti a dirsi. Sospirò tra le sue labbra e si lasciò guidare da lui.

Mattia non l'allontanò nemmeno per riprendere fiato, tenendola stretta tra le mani come se potesse sfuggirgli da un momento all'altro. Sentiva nascere una dipendenza ogni secondo in più che passava attaccato a lei. Fece scendere un braccio intorno alla sua vita e la fece indietreggiare verso il muretto dell'edificio senza smettere di baciarla e di accarezzarle il volto.

Nadia finì con le spalle contro qualcosa di ruvido, e impiegò un minuto buono a realizzare che fosse un muro. La sua mente era concentrata in tutt'altro. Vide Mattia avvicinarsi a lei e mettere un braccio accanto alla sua testa, come a volerla intrappolare di fronte a sé. Come se avesse paura che si potesse tirare indietro all'improvviso. Ma come avrebbe potuto farlo? Anche se era difficile da ammettere, aveva sempre desiderato quel bacio. Perché era giusto. Gli accarezzò i capelli e sospirò tra le sue labbra. Sentiva tutto il corpo formicolare e nello stomaco c'era un enorme vuoto d'aria. Aveva la mente vuota e i piedi leggeri.

Mattia le baciò l'angolo della bocca e si fermò ad osservarla, completamente rapito. Sentiva i battiti del cuore rimbombare in ogni parte del corpo e il suo sguardo scottava, febbricitante. L'energia che quel gesto improvviso aveva sprigionato era di una portata colossale. Mai provata prima di quel momento. Socchiuse gli occhi mentre riprendeva fiato e le passò il pollice sulle sue labbra. Erano rosse e gonfie, ma sempre morbide. Invogliavano a riprendere il bacio proprio dove lo aveva interrotto.

Lei non si spostò, né sussultò al suo tocco. Mattia scrutò con attenzione quello sguardo magnetico. Il solo sbattere delle sue ciglia gli provocava un vuoto di stomaco. Come se il marciapiede all'improvviso scomparisse da sotto i suoi piedi.

Nadia schiuse le labbra per dire qualcosa, ma quel silenzio dopo il bacio le aveva dato il tempo di realizzare in pieno l'accaduto. La sua sicurezza vacillò, facendo subentrare la timidezza. Forse doveva parlargli, fargli capire che fosse contenta di quello che era successo tra loro. Forse doveva dirgli che per lei quello era stato il suo primo vero bacio. Ma non ci riuscì e si limitò a specchiarsi nel suo sguardo.

Anche Mattia per la prima volta era rimasto senza parole. Probabilmente perché alcuni gesti non potevano essere descritti a voce. Certe emozioni erano destinate a rimanere tali, senza bisogno di spiegazioni. Come avrebbe potuto farle capire che durante quel bacio si era sentito come se avesse finalmente trovato tutto quello che aveva sempre cercato?

Ma forse proprio perché nessun'altra ragazza prima di lei era stata in grado di farle sentire anche la centesima parte di ciò che gli aveva suscitato Nadia, forse era proprio per quello che il destino aveva deciso di non fargliela ottenere... Di permettergli di assaporare la splendida sensazione, solo per sottrargliela poco dopo.

La realtà era stronza.

Quel pensiero negativo gli si insidiò nel cervello come una bomba a orologeria, che lui stesso aveva appena attivato, facendogli riemergere in mente le parole che la madre gli aveva sibilato nel ristorante. Subito si irrigidì, fissando Nadia con occhi diversi. Nel suo cervello scattarono meccanismi di riparo e di negazione e la memoria rielaborò il bacio sotto una luce differente: non avrebbe dovuto farlo.

«Scusa», mormorò.

Nadia abbassò le braccia lungo i fianchi e rimase a fissarlo come se avesse parlato in un'altra lingua. Che cosa?

«Mi dispiace... Non avrei dovuto farlo», continuò lui, stringendo gli occhi di fronte all'immagine sbalordita della ragazza. «Non so cosa mi sia preso.»

«Cosa stai dicendo? Io... non capisco, davvero», replicò lei, la voce ridotta quasi a un sospiro. «Non devi scusarti del bacio.»

«Sì, invece, perché è stato un errore.»

«Un errore?», ripeté Nadia, inespressiva. Poi esalò un respiro forzato e sorrise freddamente. «Un errore, certo.»

«Non voglio darti false speranze», ribadì lui, spingendosi le dita sulle tempie, come se un mal di testa lo stesse tartassando. Chiuse gli occhi, altrimenti lo sguardo di quella ragazza lo avrebbe ucciso. Vederla ferita a causa sua sarebbe stato peggio di scendere nel più basso girone dell'Inferno e risalire a piedi.

«Ma mi hai baciata tu.» Nadia fece un passo indietro, ferita. La sua sicurezza si frantumò in mille pezzi. «Perché lo hai fatto allora?»

«Non dipende da me.»

Lei sorrise, in una smorfia contratta dall'amarezza. «No, certo... Non dipende da te. Che frase idiota.»

Mattia chiuse gli occhi e reclinò la testa all'indietro. Ecco perché non avrebbe dovuto baciarla. Esattamente per quello che sarebbe accaduto dopo: il putiferio. Doveva allontanarsi da lei prima di distruggerla, portandola all'interno del ciclone. Doveva salvarla, adesso che era ancora in tempo. «È meglio che me ne vada, ora», disse alla fine. Aprì gli occhi, ma se ne pentì quasi all'istante. «Spero che non mi odierai.»

Nadia si poggiò con la schiena al muretto e si avvolse le braccia attorno al petto. Si sentiva improvvisamente gelida. «Avrei ogni motivo per farlo.»

«Lo so. E se lo farai, ti capirò.» 

Nadia sospirò, distrutta dentro, e lo vide voltarsi di spalle a testa bassa. «Mattia?»

Lui non disse nulla, ma si fermò qualche passo più in là, in attesa.

«Quel bacio... Hai sentito almeno qualcosa durante quel bacio?», gli chiese, alzando appena un po' la voce. Era puro masochismo, ma doveva avere la certezza di essersi sbagliata, credendo che anche lui avesse provato tutte le emozioni che lei stessa aveva vissuto.

Mattia si poggiò con un braccio all'albero, come se fosse stato colpito in piena schiena da una freccia avvelenata. Se la sarebbe dovuta aspettare una domanda così schietta da una ragazza priva di filtri. Prese un respiro e l'aria gli graffiò la gola. «Mi dispiace, Nadia, ma non ho sentito niente», mormorò. E subito dopo si allontanò verso la macchina. Doveva sbrigarsi ad andare via, prima che la sua corazza cascasse giù. Chiuse lo sportello con forza e poggiò la testa sul volante, riprendendo fiato. Sentiva un dolore sordo proprio al centro del petto.

Nadia lo guardò inespressiva mentre si allontanava da casa sua con una sgommata e prese un respiro carico di tristezza e indifferenza. Quando di lui non rimase altro che il rumore rombante del suo motore in lontananza, si strofinò le mani sulle labbra per cercare di mandare via ogni traccia del bacio che c'era stato. Voleva portare via tutto e dimenticarsi di Mattia. Seduta stante. 

Tutto quello che ho sempre cercatoWhere stories live. Discover now