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- Carl Adams era un uomo buono, ben voluto da tutti, gran lavoratore. Sua moglie, sua figlia e tutta la sua famiglia lo ricordano con gioia, anche oggi, mentre celebriamo il suo funerale - Il prete continuava a parlare di mio padre, mentre io mi guardavo intorno e vedevo tutta la mia famiglia in lacrime. Odiavo i funerali, odiavo specialmente questo. Mio padre si era ucciso, lasciando tutti noi nel buio ed io ero distrutta.

Accanto a me c'era Alex, per la prima volta nello stesso posto insieme a mia madre. "Ti accompagnerò se vorrai" mi disse dopo aver appreso della morte di mio padre, mentre io piangevo fra le sue braccia forti.

Mia madre era alla mia destra, vestita di nero, ben composta, come sempre. Non piangeva, ma riconoscevo nel suo viso tanta tristezza per la perdita di suo marito; sono sicura che in fondo al suo cuore teneva tanto a quell'uomo che spesso diceva di voler lasciare.

Di fronte a noi c'erano alcuni parenti venuti dall'Oklahoma, un lungo viaggio solo per guardare mio padre mentre scendeva per sempre sotto terra. Molti di loro non li avevo mai visti, altri da anni non si facevano minimamente sentire, ma ora erano lì, a piangere con noi.

- La morte è la fine di un viaggio e l'inizio di un altro verso le braccia di nostro signore. Carl Adams riposerà per sempre nei nostri cuori e nessun ricordo verrà mai spezzato - Continuava ad esclamare Padre Matthew, mentre il freddo ci coinvolgeva e le lacrime scendevano lente sui nostri visi infreddoliti.

Alcuni di noi posarono delle rose rosse sulla sua bara, prima che due uomini di nero vestiti diedero l'ordine di calare mio padre sotto terra.

Guardavo quell'ammasso di legno scuro scendere lentamente, mentre il suo sorriso si presentava davanti ai miei occhi e il ricordo di quella notte, in cui parlammo abbracciati, poco prima che si togliesse la vita risuonava come un fulmine a ciel sereno nella mia testa.

"Presto scoprirai qualcosa, qualcosa che non ti piacerà" mi disse. Quelle parole ormai non facevano che alimentare in me dubbi esistenziali, su cosa volesse dirmi realmente. Non ne feci parola con mia madre, non volevo caricarla di un fardello ancor più pesante della sua morte.

"Che portasse un segreto?" " Quella donna, la conosceva?" ... Domande a cui non sapevo dare alcuna risposta.

Pregammo tutti insieme, a voce alta, mentre anche l'ultimo pugno di terra seguiva mio padre nella sepoltura.

La neve intorno a noi cominciava a sciogliersi, sotto tiepidi raggi di sole che uscivano a forza tra le nuvole scure ammassate fra loro.

La funzione era terminata e con essa anche la vita di mio padre, chiusa dentro una bara di legno a due metri da terra.

Tornammo a casa, poco dopo. Mia madre aveva invitato tutti i parenti, per una cerimonia più intima; eravamo circa una ventina, fra cugini, zii e conoscenti di mio padre.

Aveva preparato una tavola piena di cibo, mettendo diverse candele sparse ovunque e fiori come centrotavola.

Mentre tutti prendevano posto, chi sul divano, chi in cucina, io ed Alex salimmo qualche minuto in camera mia.

Passammo accanto alla stanza dei miei ed un brivido mi passò lungo la schiena. Non avrei mai più guardato quella porta con gli stessi occhi, ricordando il momento in cui, aprendola vidi il corpo di mio padre senza vita, mentre perdeva sangue dalla bocca.

- Non pensarci amore... - Mi disse Alex, tenendomi per mano fino ad entrare in camera mia.

La stanza era in ordine, tutto al loro posto. L'avevo sistemata poco prima del funerale, mentre mia madre cucinava cibo ad oltranza per i nostri parenti.

Prigioniera di una Bugia || #Wattys2016Where stories live. Discover now