Capitolo 28.

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Quando finirono le lezioni, Nadia si sbrigò a preparare lo zaino e uscire dalla scuola. Non aveva fretta di tornare a casa, ma voleva aspettare che gli altri studenti se ne fossero andati per poi prendere da parte Diego e parlargli a quattr'occhi.

Durante le ore precedenti aveva cambiato più volte idea in merito al suo piano, tentando di trovare falle nel sistema o cercando qualsiasi buona scusante per rimandare la chiacchierata che tanto la preoccupava. Poi però si era imposta di avere un tu per tu con il suo compagno di banco. Non avrebbe potuto continuare a guardarlo e parlarci come se non fosse accaduto niente tra di loro. Soprattutto perché lui, durante tutta la mattinata, si era comportato proprio in quel modo.

Dopo aver fatto un salto in bagno per temporeggiare un po', notò con piacere che il corridoio si era svuotato; così mise lo zaino in spalla e si avviò con tranquillità verso l'uscita. Di solito Diego e gli amici si fermavano una decina di minuti sul retro del giardino a chiacchierare e a fumarsi insieme una sigaretta, e anche quel giorno lo vide, in compagnia solo di Elias.

Nadia sospirò, titubante. Sapeva che sarebbe stato impossibile incontrarlo da solo. Ma ancor prima che riuscisse a prendere una decisione sul da farsi, Diego alzò per caso lo sguardo avanti a sé, e vide il profilo della ragazza sporgere dalla parete. Con lo sguardo impassibile si liberò di Elias e si accese un'altra sigaretta, dirigendosi a passi sicuri verso la compagna.

«Mi stavi spiando, Savini?», le disse senza giri di parole una volta che l'ebbe raggiunta.

«Non è del tutto vero», balbettò lei, a disagio.

«No? Perché l'impressione era proprio quella. Non che sia un problema, chiaramente. Sono abituato a essere fissato dalle ragazze.» Diego sorrise, sornione.

«In realtà ti stavo aspettando.»

Il ragazzo fermò la sigaretta a mezzo centimetro dalle labbra. «Ah, sì?», domandò, atono. I suoi occhi però tradivano una certa curiosità.

«Sì. Per parlarti.»

«Parla, allora.»

Nadia prese un respiro d'incoraggiamento. «Dovremmo discutere di quello che è successo sabato», disse poi, giocherellando nervosamente con la cinghia dello zaino. «È stato... Sì, è stato un comportamento strano, il tuo.»

Diego rise e alzò gli occhi al cielo. «È stato un bacio, Nadia. Niente di speciale.»

Nadia aggrottò le sopracciglia. Niente di speciale? «Per quale motivo l'hai fatto, allora?»

Lui alzò le spalle. «Ho colto un'occasione, tutto qui.»

«Hai colto un'occasione?»

«Senti, sabato ero ubriaco e avevo anche fumato, okay? Non ero in me e tu eri davvero provocatoria, vestita in quel modo. Eravamo soli e il momento era perfetto. L'ho fatto e basta.»

«Quindi non c'era nient'altro dietro? Non era un bacio... vero

«Veri, finti... Per me sono tutti uguali.» Diego fece un altro tiro di sigaretta e gettò il fumo in faccia a Nadia. «Cosa credevi, che mi fossi innamorato di te? Per un solo bacio?»

«Un bacio si dovrebbe dare solo a qualcuno verso il quale si provano dei sentimenti», mormorò lei, sempre più offesa dall'atteggiamento così riduttivo del compagno.

«Andiamo, Savini, davvero credi a quella puttanata? L'amore a prima vista, le favole, il vissero per sempre felici e contenti? Forse hai letto troppi romanzi rosa», la prese in giro lui. «Questo non vuol dire che io non provi attrazione per te. Fidati, sono molto attratto da te. Ma non è amore. L'amore è per i coglioni.»

«Quindi tu non provi dei sentimenti nei miei confronti.»

Lui scosse la testa, a conferma della sua supposizione. «Sono fatto di soli istinti, io», rispose con una scrollata di spalle. «Sono le uniche emozioni che mi fanno sentire vivo, soprattutto quando li soddisfo... E tu, Savini, sei nel mio mirino dal primo momento in cui ti ho adocchiata.»

Nadia sgranò gli occhi. «Be', sappi che sei del tutto fuori strada. Io sono off-limits, per te.»

«Mi piacciono le ragazze che tirano fuori le unghie», scherzò lui con una risata cristallina. «Ma sappi che riesco a ottenere ciò che voglio, prima o poi.»

«Mattia aveva ragione su di te.» Nadia lo guardò schifata e fece un passo indietro.

«Silvestre non si fa mai i fatti suoi», ribatté gelidamente Diego. «Però lui adesso non c'è. Ci siamo solo io e te, qui. E quando lo verrà a sapere, scommetto che andrà su tutte le furie, per come è fatto. E tu non vuoi farlo arrabbiare, vero, Nadia? Oppure vuoi che gli racconti i dettagli del nostro bacio, tanto per vedere la sua reazione?»

«Non ti azzardare a minacciarmi», replicò lei duramente, anche se dentro moriva dalla paura che il suo piccolo segreto arrivasse alle orecchie di Mattia.

«Io posso tenere la bocca chiusa, ma tu dovrai ricambiare il mio silenzio in qualche modo.»

«Cosa vuoi che faccia?»

«Un tempo noi due avevamo fatto una promessa... Non ti ricordi?» Diego le fece l'occhiolino.

«Perché vuoi così tanto che esca con voi?»

«Perché le promesse fatte si mantengono», rispose, con un gran sorriso e le mani in tasca. «E poi sono davvero interessato a conoscerti. Allora, ci stai?»

«Quando?»

«Venerdì sera. Ti vengo a prendere vicino a casa tua, poi raggiungeremo gli altri. Ti farò provare il divertimento puro.»

Nadia rimase in silenzio, mentre sentiva la rabbia e l'impotenza montarle dentro.

«Ovviamente non dovrai dire nulla a quel guastafeste di Silvestre, altrimenti io non terrò la bocca chiusa con lui. Okay?»

La ragazza strinse i pugni e annuì, ricacciando indietro lacrime di frustrazione.

Diego le si avvicinò e le scansò i capelli biondi dall'orecchio. «Ah, e dato che si sei, indossa anche qualcosa di carino... Almeno la mia immaginazione non dovrà lavorare più di tanto. Ci si vede, Savini», le sussurrò a fior di labbra.

Nadia aprì la bocca per urlargli contro che lo odiava, che la stava mettendo alle strette, costringendola a giocare una partita mai desiderata. Ma aveva il batticuore e la gola secca, e non riuscì a dire niente. Si passò una mano sul volto, disperata, e sentì le guance bagnate. Stava piangendo per la rabbia e non se n'era nemmeno accorta. 

Tutto quello che ho sempre cercatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora