Guarda la luna.

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L'ultima sera che Hope trascorse in ospedale, le feci compagnia.
La mia migliore amica si stava rilassando guardando un po' di TV mentre io tenevo in braccio il piccolo Brian.
«Amore, quanto sei tenero» gli sussurravo con un sorriso irrefrenabile sul viso.
Teneva gli occhietti aperti e mi fissava, come se stesse esplorando il nuovo mondo a cui apparteneva. Il suo sguardo mi ricordò quello di Leila appena nata: a differenza di tutti i bambini che solitamente tengono gli occhietti chiusi, lei si presentò con gli occhi spalancati, segno che era curiosa sin dalla nascita.
Cullai per un po' il piccolo Brian, poi, quando si addormentò, lo adagiai sulla culla.
«Dorme?» mi chiese Hope.
Annuii. «Si, sembra un angioletto.» sorrisi. «I tuoi suoceri? Non sono ancora arrivati?»
«Arrivano domani e, come la zia Petunia, verranno a stare da noi» disse con una faccia per niente contenta.
Mi veniva da ridere ma dovetti provare a trattenermi.
Mi squilla il cellulare e sorrisi leggendo il suo nome. «Amore»
Sentii, dalla sua voce, che era contento di sentirmi. «Hey, bambolina» Quel soprannome... «Come va?»
«Bene» risposi, uscendo in balcone. «È solo che mi manchi» sussurrai. «So che siamo stati insieme fino a stamattina ma mi manchi, se potessi starei tutto il tempo insieme a te»
«Mi manchi anche tu, amore mio» mi rispose dolcemente. «Però c'è un modo per sentirci vicini, sai?»
«Ad esempio?» chiesi.
«Affacciati alla finestra» mi disse.
«Sono già in balcone» risposi.
«Solleva lo sguardo. La vedi anche tu?»
«Cosa?»
«Descrivimi tutto quello che vedi» mi chiese.
Guardai il cielo. «Ci sono le stelle»
«E...?»
«E c'è la Luna» spiegai.
«Esatto, la luna. La stessa luna che sto guardando io. Vedi? Non siamo poi così lontani. Siamo entrambi sotto lo stesso splendido tetto stellato, ad ammirare una delle più grandi meraviglie naturali.»
Sorrisi. «Stasera sei poetico»
Lui ridacchiò. «Io e Leila siamo in giardino a guardare la luna, e adesso che siamo insieme sembra più bella del solito»
Ero felice di sentirgli dire quelle cose. «Zayn?»
«Si?»
Mi venne la pelle d'oca. «Voglio un altro bambino»
Lo sentii sorridere. «Lo so, lo voglio anch'io. Presto l'avremo, una volta sposati potremo...»
«No, Zayn. Io lo voglio adesso, il prima possibile»
«Davvero?» Era felice, lo capivo dal tono della sua voce. «Beh, credo che Leila ne sarebbe felice, e anch'io.» disse, poi abbassò la voce. «Vuoi che venga in ospedale?»
Scoppiai a ridere. «Ma no!»
Rise anche lui. Fece trascorrere qualche secondo, finché tra noi non ci fu silenzio. «Leila, amore, fa un po' freddo. Perché non torni dentro?» chiese a nostra figlia e capii che lei obbedì, quando dopo un po' mi disse: «Mentre sono qui, immagino la tua risata e il tuo viso accanto a me. Se potessi, ti stringerei forte tra le mie braccia e dormirei attaccato a te tutta la notte.»
«"Dormire "?» chiesi.
«Si, "dormire". Non c'è cosa più bella di averti accanto mentre sogni, ti capita spesso di sorridere o che mi stringi. Mi piace osservarti.» Sospirò. «Ecco, adesso mi manchi ancora di più.»
Sorrisi. «Ti ho mai detto che ti amo?»
«Solo un trilione di volte» rispose e ridemmo. «Ma voglio sentirlo ancora» mormorò.
«Ti amo»
«Ti amo anch'io»

Girai le chiavi nella serratura e sentii già un rumore di passi venire velocemente verso la porta. Quando la spalancai, vidi lei in piedi di fronte a me, con un enorme sorriso sulle labbra. «Mamma!»
Mi piegai e la strinsi forte. «Ciao, amore mio» le diedi un bacio sulla fronte ed entrai. «Dov'è papà?»
Lei si avvicinò per sussurrarmi: «Sta ancora dormendo»
«E tu cosa ci fai sveglia?» le chiesi.
«Stavo guardando i cartoni» rise. «Comunque papà ti aspetta»
Corrugai la fronte. «E tu come fai a saperlo? Se non si è ancora svegliato?»
«In realtà ti aspetta da quando sei uscita di casa» ridacchiò e lo feci anch'io. «Va' da lui, prometto che non vi spierò»
Sorrisi. «Brava bimba» Mi tolsi il cappotto e posai la borsa in soggiorno, e andai in camera nostra. Silenziosamente chiusi la porta alle mie spalle e mi tolsi le scarpe per poi avvicinarmi al letto. Lui era sdraiato a forma di stella marina, senza maglietta, coperto solo dal lenzuolo.
Salii sul letto e mi accoccolai a lui, iniziando a dargli baci sul braccio. Lentamente lui aprì gli occhi, mi guardò, si mise a pancia in su e mi attirò al suo petto. «Ciao amore» mormorò.
Lo abbracciai. «Buongiorno anche a te»
Lui sbadigliò, poi mi guardò e mi diede un bacio. «Non vedevo l'ora di averti con me»
Mi tolsi i vestiti per stare più comoda e mi infilai sotto le coperte. Gli davo baci sul collo mentre lui mi avvolgeva con le sue braccia tatuate.
«Leila stava guardando i cartoni» mormorai.
«È sveglia?» mi chiese.
«A quanto pare è sveglia da un po', mi ha consigliato lei di venire qui»
Sospirò. «Io amo nostra figlia»
Risi e gli diedi un bacio sul petto. «Oggi arrivano i signori Horan e Hope non sembrava tanto contenta di ospitarli a casa insieme a Petunia»
«Petunia starà da loro?» mi chiese, come terrorizzato.
«Esatto» annuii. Gli accarezzai il viso. «Ma adesso parliamo d'altro»
Lui mi accarezzò la mano. «Come mai un altro bimbo? Adesso?»
Abbassai lo sguardo. «Ieri sera ho tenuto per un po' Brian in braccio e mi è venuta in mente Leila. Mi ricordai come mi sentivo quando lei nacque e mi piacerebbe riviverlo anche adesso»
Lui sorrise. «Piacerebbe anche a me» mormorò e io lo strinsi tra le mie braccia. «Adesso però abbiamo anche un matrimonio da organizzare»
Spontaneamente feci un gran sorriso. «Già, non vedo l'ora»
«In realtà» disse. «io ho già fatto il primo passo»
Corrugai la fronte. «Che sarebbe?»
Prese un respiro, poi mi guardò. «Ho invitato la mia famiglia qui a Londra»
Sgranai gli occhi. «La tua famiglia? Oddio»
«Tranquilla, andrà tutto bene» mi rassicurò.
«Ma loro non sanno che hai una figlia»
«Fino a un po' di tempo fa non lo sapevo neanch'io. Ameranno Leila anche loro, vedrai»
Abbassai lo sguardo, preoccupata. «E io? Che penseranno di me?»
Lui mi sorrise. «Si innamoreranno di te proprio come ho fatto io»
«E se non dovessi piacergli?» chiesi,
«Ritireremo il loro invito al nostro matrimonio» disse e io ridacchiai. «Ma non succederà, credimi. Mia madre ti amerà subito, e anche le mie sorelle.»
«E tuo padre?» domandai. Era lui il punto difficile.
Sospirò. «Forse lui potrebbe essere più complicato ma cederà, soprattutto a Leila» Mi accarezzò i capelli. «Vedrai che andrà tutto bene»
In quel momento lo speravo davvero perché, anche se l'idea mi eccitava, ero nervosa di conoscere al completo tutti i membri della famiglia Malik.

Il ragazzo della libreria 3.Where stories live. Discover now