Un nuovo arrivato.

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Correvo dentro l'ospedale, tenendo Leila per mano. Dovevamo salire al terzo piano ma senza Zayn non volevo prendere l'ascensore, avevo ancora paura, perciò salimmo di fretta e furia le scale.
Quando arrivammo, raggiungemmo la sala d'attesa dove Harry e Louis, ansiosi, si tenevano per mano e Niall mangiava un panino per distrarsi dal nervosismo. Liam, invece, consolava tutti quanti.
«Ragazzi» andai verso di loro. «Come sta?»
«Siamo qui da due ore» disse Niall disperato.
«È entrata in sala parto mezz'ora fa, ancora non sappiamo niente» mi spiegò Louis. Leila, nel frattempo, era andata a sedersi sulle gambe di Harry.
Ero nervosa, molto nervosa. Ma non era lo stesso tipo di nervosismo che avevo provato quando Zayn era in ospedale: quello era una forma di nervosismo disperato che avrebbe potuto portarmi al suicidio, mentre adesso ero solo ansiosa di sapere che sia lei che il bambino stessero bene ed ero emozionata all'idea di tenere tra le braccia il mio nipotino.
«Dove cazzo è Zayn?» chiese Niall, addentando il secondo panino.
Harry aveva tappato le orecchie a Leila per non farle sentire la parolaccia e lei si mise a ridere.
«È rimasto in libreria, doveva sbrigare una cosa» risposi.
Lui era nervosissimo. «Cosa ci va a fare in libreria in un momento come questo?»
Non gli risposi, sapevo che non mi avrebbe ascoltata, era troppo frenetico.
Liam mi accarezzò la spalla e mi sorrise quando mi voltai a guardarlo. «Lei sta bene» mormorò. «Prima di entrare mi ha subito chiesto di chiamarti e dirtelo, voleva che tu fossi qui il prima possibile»
Sorrisi. «Sono venuta di corsa, Zayn ci raggiungerà tra poco»
Un medico uscì dalla sala parto.
«Ma non è un po' presto?» chiesi a Liam, iniziavo a preoccuparmi.
Ci avvicinammo bruscamente al medico, riempiendolo di domande.
«Dottore, la prego, mi dica cosa sta succedendo» chiese Niall, che aveva dato il panino a Louis - il quale lo addentò senza pensarci due volte.
L'uomo sorrise. «State tranquilli. Signor Horan, abbiamo preparato tutto quanto; sua moglie è pronta per partorire.»
Niall sospirò di sollievo e a tutti sfuggì un gran sorriso. Leila sembrava super entusiasta. «Si! Che bello, avrò un cuginetto!»
Io, Harry e Liam ci mettemmo a ridere, mentre Niall litigò con Louis perché voleva indietro il panino.
Eravamo tanto buffi che strappammo una risatina al medico, mentre si allontanava. Io lo raggiunsi di corsa prima che entrasse in sala parto. «Dottore, mi scusi»
Lui si voltò e mi sorrise. «Mi dica, signorina...?»
«Taylor Mal... Thomas, Taylor Thomas» risposi.
Lui mi guardò divertito. «Ne è sicura?»
Ridacchiai imbarazzata. «Si, è solo che stavo per dire il cognome del mio fidanzato. Volevo chiederle a proposito della ragazza in sala parto»
«Oh, la signora Hope Smith?» mi chiese.
«Hope Horan, in realtà» lo corressi.
Lui sembrò capire. «Oh, certo, avrei dovuto capirlo. È la moglie del signor Horan ma quando le abbiamo chiesto il nome per capire se fosse lucida ha detto il suo cognome da nubile. Come posso esserle utile?»
«Volevo chiederle del bambino: come sta?» chiesi.
«Sembra un po' stanco, ha passato le ultime due ore a spingere e adesso è un po' stressato ma abbiamo continuato a stimolare il parto. Tra un po' dovrebbe essere fuori» sorrise.
«La ringrazio, dottore, scusi per il disturbo» risposi e lui si congedò, prima di tornare in sala parto.
Raggiunsi i miei amici.
«Che ti ha detto?» mi chiese Louis.
«Il bambino sta bene, è un po' stressato ma tra un po' sarà fuori»
Niall sospirò. «Speriamo bene»
Gli feci un sorriso di incoraggiamento. «Andrà tutto bene»
Lui scosse la testa. «Ho un terribile nervosismo, non puoi capire come mi sento»
Risi. «Sbaglio o hai dimenticato che io ho partorito?»
Lui mi guardò. «Hai ragione. Beh, ma non sai cosa prova un padre nell'attesa»
Io abbassai lo sguardo verso Leila ed Harry che prendevano una merendina al distributore di snack. «È vero. Ma so cosa prova una madre consapevole che la propria bambina crescerà senza un padre, consapevole di dover fare da sola il lavoro di due genitori.» la mia voce era uscita come se avessi un groppo in gola.
Anche la sua voce si abbassò. «Hai ragione, scusa, Tay.»
Sorrisi. «Va tutto bene, adesso mia figlia ha un padre e anche tu avrai il tuo bambino. Capisco che sei nervoso ma, credimi, devi stare tranquillo. È tutto sotto controllo»
Lui ricambiò il sorriso. «Grazie, sei un'amica»
Sentimmo dei passi frettolosi alle nostre spalle e ci voltammo: era Zayn, che veniva verso di noi.
«Come sta?» ci chiese, con il fiatone.
«È tutto a posto, è in sala parto. Stiamo aspettando» risposi.
Lui annuì. «Menomale. Leila dov'è?»
Indicai il distributore a qualche metro da noi e lui si tranquillizzò.
Quando entrava nel panico, diventava ansioso anche per tantissime altre cose. Louis lo notava e spesso lo prendeva in giro. Perciò lo fece anche stavolta. «Zay, il dottore ci ha provato con Taylor»
Zayn spontaneamente si voltò a guardarmi scattante e io non riuscii a trattenere una risata. «Come puoi credere ancora a tutte le stronzate che ti dice? Dopo tutto questo tempo ancora non hai capito che lo fa apposta?»
Lui sembrò in imbarazzo, perciò lo abbracciai.
«Louis, sei una merda» rise Liam.
«Papà!» Leila gli corse incontro quando lo vide e lui la prese in braccio.
«Hey, piccolina» le diede un bacio sulla guancia. «Sei felice? Tra un po' conoscerai il nuovo cuginetto»
«Non vedo l'ora!» rispose lei alzando le braccia verso l'alto.

Il ragazzo della libreria 3.Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu