Capitolo 8

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Mattia

Ho lei tra le mie braccia, e il tempo è passato cosí veloce.
Odio consolare le persone, a meno che non siano mia mamma o mia sorella.
Odio vedere piangere le persone, perché come riesco a non farlo io potrebbero riuscirci anche loro.
Ma con lei è diverso. Sento il bisogno di averla tra le mie braccia quando ha quegli adorabili occhi rossi e gonfi, e vorrei anche se è bella, farla smettere di piangere.
Ho sentito la conversazione, purtroppo o per fortuna, perché sbraitava, e aveva messo il vivavoce, quindi ho sentito anche lui. E mi ha fatto talmente incazzare il tutto, che avrei aperto quella porta e ci avrei parlato io, con quello.
Ci odiamo tanto, anche se non ci siamo mai scambiati una parola, ma a volte gli sguardi bastano, e ce ne siamo tirati tanti, sembrava una sparatoria vera e propria, più di una volta dietro alle quinte di Amici.
Sento lo scrosciare della doccia, e mi alzo, quando vedo quel foglio.
Mi avvicino piano e lo guardo dall'alto.

Ha scritto due battute bellissime.
Non riesco a trattenere un sorriso alla fine.
Prendo veloce la sedia e mi metto seduto prendendo la penna in mano, ed un altro foglio.

Quanti giorni hai senza sorridere..
fuori sono guai, ma dentro è malinconia
che ti fa compagnia..

E' un' esplosione che guarisce il mondo
è quel dolore amaro che non c'è
è l'universo che ci gira intorno
è la ragione per non smettere

non coprire nessuna ferita
perché sei più bella così

Questa esplosione che guarisce il mondo
senti l'amore che io ho per te
è l'universo che ci gira intorno
è la ragione per non smettere
mai..

Sento l'acqua che non scende più e sicuramente si starà avvolgendo l'asciugamano intorno al suo stupendo corpo, dopo aver scritto queste piccole battute ho voglia di sentirla con me.
La vedo a cantare sui palchi più importanti, con le mie parole in bocca, e temo, temo che tutto questo sarà un ricordo.
Stringo gli occhi.
Accartoccio questo maledetto foglio. Cosa mi sono messo in testa.
Lo butto nel cestino, ingoiando un boccone amaro.
È così facile per me scrivere, esprimere ciò che ho di bello dentro, forse solo quello so fare. Ma queste parole sono proprio per lei, saprei riconoscere una sua canzone, insomma è il suo genere.
Apre la porta e insieme a lei esce il vapore, e i suoi capelli bagnati le ricadono sulle spalle.
Dio Mattia, non la guardare.
Lei sembra fregarsene del mio sguardo, e il suo viso ha ripreso colore.
Mi sento sollevato.
Prendo il mio accappatoio e senza guardarla mi chiudo in bagno, mentre lei cerca qualcosa nel suo beauty.
Il profumo del suo bagnoschiuma mi entra dentro i polmoni, e sapere che c'è stata lei mi manda fuori di cervello.
Mattia che cazzo fai.
Respiro forte ed entro nella vasca, mi faccio una doccia veloce, ho bisogno di averla di nuovo tra le mie braccia.








Emma

Cosa sarebbe questo?
Un foglio accartocciato nel cestino.
Dopo aver scritto ho guardato ed era vuoto, è impossibile che questo foglio ci fosse già.
Lo apro, è la scrittura di Mattia. La riconosco, tanto volte ha scritto per farmi capire delle cose, quando questo muro del cavolo che ci mettiamo di fronte non riesce a farci comunicare.
Lostendo.
Mattia sta cantando in doccia, una canzone vecchia.

Mi metto a pregare che non continui, sappiamo benissimo tutti e due cosa dice la canzone, e già sto ridendo come una pazza.
Fortunatamente non continua la canzone e continua canticchiando piano senza parole.
Leggo queste righe, nero su bianco
E rimango di sasso.
Mattia ha scritto..ha scritto delle cose belle..
Suona il telefono dell'Hotel, corro a rispondere
<<Sí?>>
<<Sono arrivate le pizze, preferite che le porti su?>>
<<no grazie arrivo subito>> faccio riattaccando veloce
<<Mattia vado a prendere le pizze>>
<<mhmh>>

Torno su con le pizze che bruciano ancora sotto le mie dita.
Busso con il piede alla porta della nostra stanza con la mia solita delicatezza.
La nostra stanza. Che stronzata è questa..finiscila Emma.
Viene subito ad aprire e mi aiuta prendendo le pizze.
<<Senti scusa io non volevo intromettermi, ma quelle parole avevano bisogno di un inizio e di una fine e..>>
<<Ehi hai scritto una roba forte, mi piace da morire, non scusarti>>
<<Davvero?>> mi chiede incredulo
<<Mattia ma scherzi?>>
<<Io..vabbe mangiamo>>
Ci mettiamo ognuno sul suo letto con la pizza in grembo.
Incrocio le gambe e accendo la tv.
Sento lo sguardo di Mattia, e appena mi volto verso di lui fa un sorriso storto.
Non vorrei essere da nessun altra parte.
Con nessun altra persona.
In questo stupido Hotel.
Dopo aver passato una giornata così strana.

Al sorgere del giorno, nel giro di un istante. [[Mattia e Emma]]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora