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Pitttt Pitttt.....

Finalmente il camion dei traslochi è arrivato, insomma era anche ora, avrebbe dovuto arrivare almeno mezzora prima di noi ed invece sono stata bloccata qui con la pazza per quasi due ore, incredibile. Ma visto che non ce la potevo fare a stare ad ascoltare i suoi discorsi sulla felicità che ci porterà questo posto; ne ho approfittare per vedere il resto della casa.  Al piano superiore ho visto le altre quattro camere da letto, una è sicuramente di Chris, impossibile non capirlo dall'arredamento infantile e il colore azzurro delle pareti e le ceste porta giochi piazzate nella stanza. Mentre un'altra e di mamma visto che ci ha già scaraventato dentro una delle sue valigie. Le altre due saranno per gli ospiti immagino. Anche se in realtà speravo che una fosse di Jay. Poi ho trovato la stanza della palestra al piano di sotto altri due bagni, un ripostiglio barra dispensa enorme. Mentre in giardino c'è la cosa che mi rende più felice di tutte, anzi due. La piscina piscina con l'acqua riscaldabile e la vasca idromassaggio proprio sotto la veranda... meravigliosa quando sei sotto stress, probabilmente vivrò li dentro finchè non cambieremo di nuovo casa. Purtroppo l'immagine di me, immersa in una vasca d'acqua calda portata al relax totale da una ventina o più di getti, che mi fanno scordare il casino in cui vivo mi viene strappata via da una singola frase.  Sarah... vai tu a dire ai ragazzi di portare dentro la roba. Andrei io ma sono al telefono, pensaci tu. Ah,digli anche di fare molta attenzione, perchè ci sono cose molto delicate.»                     
«Come ti pare».
Visto il modo in cui mi ha svegliato dal mio bel sogno, è palese che io sia scazzata, penso mentre mi avvio verso il cancello. Grandioso almeno adesso potrò sistemare tutte le mie cose in camera, ed ibernarmici dentro fino alla prossima volta in cui traslocheremo. Il che avverrà probabilmente a breve. Arrivata nel vialetto, proprio di fronte al camion, aspetto immobile che quel bell'imbusto scenda e decida di salutare. E infatti non appena mi vede attraverso il sudicio vetro del mezzo, scende e mi viene incontro. Alto, biondo, occhi castani che fanno sognare, un bel fisico ... tutto lui è. «Ehii, straniera. Da quanto tempo», dice la versione reale del bambolotto Ken. «Visto che ogni volta che ci vediamo significa che mi sto trasferendo da una parte all'altra dello stato, senza offesa ma preferirei vederti molto meno», rispondo avanzando verso di lui fino ad abbracciarlo per qualche secondo.
«Andiamo sono sicuro che non è così male essere una specie di nomade.»  «Disse l'uomo che sposta letteralmente la mia vita ogni sei mesi.»                 «Andiamo Miami è spettacolare, non sei neanche un po' eccitata di essere qui?». «È un posto come un altro. Niente di speciale.»
«Sei qui da meno di tre ore e sei già un'esperta della zona. Umm... scusa ti avevo sottovalutato.»
«Non fare lo spiritoso con me. Dai. Cominciate a portare la roba dentro. Prima cominciamo, prima potrò ibernarmi dentro la mia stanza.», dico andando verso il retro del camion con Isac, mentre ci raggiungono anche gli altri due che fino a quel momento erano stati belli comodi al suo interno.
«Guarda che non conoscerai nessuno di queste parti se te ne stai tutto il giorno chiusa in casa.», dice mentre tira su la serranda del camion.                         «L'idea era proprio questa.»            
«Essere soli è orribile. Perchè mai dovresti volerlo?» risponde, mentre uno dei due tizi sale e comincia a passare all'altro le scatole da portare dentro.
«Tanto quando rientrerò in quell'auto sarò sola un'altra volta. Quindi farà meno male adesso, che tra qualche mese.»  «Cazzate.», dice con un tono netto, girandosi verso di me e guardandomi dritto negli occhi.   
«Ma che...»                                            
«Sono tutte cazzate.»,sospira, per poi abbassarsi un po'. Il suo viso è proprio di fronte al mio. La cosa è un po' imbarazzante. «So che pensi che così soffrirai di meno. Ma credimi non è così. Perchè è sempre meglio vivere ogni istante al massimo, che rimpiangere un giorno di non averlo fatto.», continua poi con un tono molto più calmo, quasi dolce. Immediatamente si stacca da me, e si schiarisce la voce. «... eh. bhe tutto... tutto qui. Volevo dirti solo questo.»
Ma che tenero... è imbarazzato. «Venticinque anni e già maestro di saggezza forense. Sono fiera di te.», dico in modo scherzoso per rendere la situazione meno imbarazzante. «Fanculo.»,risponde divertito, sbattendomi una scatola in mano.       
«Stai scherzando vero. Devo davvero aiutarti?».                                                
Lui sospira e ridacchia, guardando il modo in cui tengo spiazzata tengo la scatola. «Dopo avermi preso per il culo, certo che devi. Ragazzina», dice dandomi dei colpetti in testa. Cosa che trovo davvero fastidiosa. Sospiro pesantemente allontanandomi con la scatola.
«Non chiamarmi ragazzina. Non lo sopporto.»                                            
«Come vuole signorina.»
Umm... lo odio.

New Bad GirlWhere stories live. Discover now