14 - L'uscita

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Samantha Anderson

Tirai il vestito di velluto rosso su per i fianchi e infilai i tacchi neri. I capelli erano leggermente arricciati e avevo un trucco scuro attorno agli occhi, mentre un rossetto luminoso che contrastava.

"Devi davvero andare, con lui vestita cosi?" borbottò Luke, avvicinandosi da dietro e baciandomi il collo.

"É parte del lavoro," mentii. Sapevo di non essere costretta a fare tutto quello, ma sembrava comunque un'idea migliore di far incazzare Harry. Non volevo ammetterlo davanti a Luke, poteva benissimo continuare a pensare che fosse obbligatorio.

"Ugh, sei bellissima," disse Luke, guardandomi. "Sai che ti amo, giusto?"

Sorrisi leggermente, "Certo," dissi lasciandogli un bacio sulla guancia. "Dovrei andare, credo. Sono sicura che la macchina è già qui."

"Bene, a dopo," mormorò, sedendosi sul nostro letto. Mi guardò uscire, i suoi occhi in qualche modo tristi.

Uscii dal nostro appartamento, imboccando il corridoio, sorpassando le porte dei nostri vicini a cui non avevo mai parlato. Vivevamo in un appartamento squattrinato. E quando lo comprammo, lo odiavo. Ma Luke diceva che era "vissuto". Quindi eccoci qui, dopo circa un anno a vivere nel peggior appartamento di sempre.

Appena raggiunsi il portone, una macchina nera si fermò lì di fronte con un autista, riconobbi subito Bruno, in piedi fuori dall'auto.

"Buonasera, Signorina Anderson," disse, con un cenno del capo.

"Hey Bruno," sorrisi, entrando in macchina.

Il viso tranquillo di Harry mi accolse, i suoi occhi seguirono ogni mio movimento. "Salve, Signor Styles."

"Salve, Signorina Anderson," disse Harry, un leggero ghigno uscí dalle sue labbra. Ero shockata che mi avesse chiamato correttamente, e ancora più shockata che lui avesse un accenno di sorriso.

"Faranno meglio a servirci una buona cena," dissi, incrociando le braccia e le gambe. Il sorriso di Harry vacillò leggermente.

"Posso assicurarti che andrà benissimo," disse Harry, la sua voce roca e asciutta era tornata.

"Per ovvie ragione, non riesco a crederti," dissi, roteando gli occhi. Restammo seduti in silenzio per i minuti successivi, nessuno di noi osava parlare. Il problema con Harry, era che lui non tentava neanche di parlare con me. Aspettava solo che io gli parlassi, e poi gli dassi fastidio.

Non era una persona facile con cui parlare.

Beh, niente riguardo Harry era facile.

"Samantha, um, aprezzo il fatto che tu partecipi a questa cena con me stasera, " disse Harry, guardandomi con quei duri occhi verdi. I suoi occhi erano inebrianti. Erano luminosi e verdi con qualche sfumatura oro. Brillavano sotto qualunque tipo di luce, anche nell'oscurità.

Erano luminosi e scuri allo stesso tempo. Erano, in qualche modo, bipolari. Proprio come lui. Era tutto alti e bassi. Per un solo momento avevo pensato che mi volesse essere amico, per come si era comportato. Voglio dire, era stato dispsto a venire a recuperarmi alle tre del mattino. Ma ora era tornato l'Harry freddo e scortese.

Non volevo piacergli. Volevo solo un po' di coerenza. Mi confondeva ed era un rompicapo con il qualche mi ero stancata di avere a che fare.

"É il mio lavoro," mormorai. Sebbene Harry non lavorasse direttamente alla Tomlinson Designs, ne possedeva una parte, quindi, era il mio capo. Che significava che dovevo ascoltarlo. E fare quello che diceva.

Finalemente arrivammo all'hotel dove si sarebbe tenuta la cena. C'era un tappeto rosso pieno di paparazzi e fans che sapevano che Harry Styles sarebbe uscito da quella macchina. Per un uomo d'affari, Harry era molto popolare.

"Non parlare con nessuno e stai attaccata al mio braccio mentre camminiamo, perfavore," disse Harry, prese un lungo respiro. Non aspettó la mia risposta ed uscì dall'auto, tenendomi la porta aperta.

Afferrai il suo gomito e mi incamminai verso il tappeto rosso sui miei tacchi.

La sensazione travolgente di tutte quelle persone che chiamavano Harry era folle. C'era anche qualcuno che chiamava me, chiedendosi chi fossi.

"Harry, chi è la bionda sexy?"

"Harry! Harry! Cosi è questa la tua giovane mamma?"

E per ultimo...

"Harry, quanto l'hai pagata questa?"

Era fastidioso e esasperante stare lì in piedi ed ignorare le loro parole, ma feci del mio meglio per sorridere e guardare Harry. Non mi ero mai sentita cosi in imbarazzo e a disagio in vita mia.

"Andremo a parlare con Forbes magazine, non dire niente, rispondi solo con una risposta il più vaga possibile," disse Harry tra i denti. Cercai di trattenermi dal roteare gli occhi, ma annuii leggermente.

Spostò la sua mano sulla mia facendole intrecciare. Ero shockata dal suo tocco ma assunsi che in quel modo avrebbe potuto trascinarmi ovunque con un cagnolino.

Ero intrigata, però. Tutti, e dico tutti, avrebbero pensato che stessimo uscendo insieme. E non mi piaceva molto. Non era il tipo di ragazzo con cui sarei stata e non volevo che gli altri pensassero che lo fosse.

"Buonasera, Signor Styles, come si sente riguardo questo prestigioso incarico?" chiese la donna, i suoi occhi stavano mentalmente spogliando Harry.

"É assolutamente un onore," disse Harry, apparve un sorriso sul suo viso che sembrava almeno un pò reale. "Sono davvero fiero che la mia compagnia, e io stesso, siamo stati riconosciuti. Ho lavorato sodo nella mia compagnia e nei miei investimenti."

"É fantastico Signor Styles e, dobbiamo chiederlo, chi è questa splendida donna di fianco a lei?" chiese, con un grande e brillante sorriso. Harry ghignò, guardandomi per un secondo.

"Un'amica," disse Harry, risposta completamente vaga.

"É vero, Signorina,?" disse la donna, guardandomi.

"Anderson, e si, siamo solo amici," risposi, deglutendo e guardando Harry. Ammirando la sua mascella perfetta.

Era attraente, questo glielo dovevo.

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Giulia's Note

If I tried, I know it would feel like infinityy, infiNITYY, INFINITYY.
QUANTO É BELLA QUESTA CANZONE MAMMA MIA -
CHI É ALMENO UN PO' ECCITATO PER QUESTO NUOVO ALBUM??
Btw, ecco il nuovo capitolo, ci avviciniamo sempre piu a quelli nuovi ;)
Un abbraccio, Giulia xx

Empire. H.S. [Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora