Prologo.

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Alice Parker, volse lo sguardo al di fuori della finestra. Il sole splendeva in alto nel cielo di Sydney, il cielo era di un azzurro limpido, sereno. 

- Allora, signorina Parker, quando si deciderà a parlare? - domandò lo psicologo.

La ragazza roteò gli occhi al cielo e gettò un sospiro. Fissò l'uomo sulla quarantina innanzi a lei, pronto a scrivere ogni sua stranezza su quella sua dannatissima agenda. 

Il Dottor Williams era un uomo calmo, probabilmente dimostrava molti più anni di quanti ne avesse in realtà a causa del modello degli occhiali un po' alla Harry Potter e alla folta barba che Alice aveva capito si grattasse quando era preso dal nervosismo. 

- Il suo nome è Luke, o sbaglio? -

Alice spalancò gli occhi, un moto di rabbia la pervase. Non avrebbe dovuto nominarlo. Non doveva. Non poteva. Lui non capiva. La ragazza lo guardò nel peggiore dei modi – Non lo nomini – quelle ultime tre parole fuoriuscirono dalle sue labbra con disprezzo. 

- E perché no? -

L'uomo accavallò le gambe, scrisse qualcosa sulla sua agenda, probabilmente, pensò Alice, aveva trascritto che l'unico modo per farle spiccicare qualche parola era, appunto, nominare determinate persone. 

- Parlami di lui, Alice, dimmi: cos'è per te Luke? -

Alice si sentì un groppo in gola, un peso sullo stomaco. Quella domanda continuava a riecheggiare nella sua testa e senza rendersene conto, parlò. 

- Luke è tante cose – iniziò la ragazza mentre il suo sguardo lentamente si perdeva nel vuoto – E' il grigio, la via di mezzo tra il bianco e il nero, in bilico tra la salvezza e la distruzione totale – annuì assorta nei suoi pensieri Alice mentre lo psicologo la fissava apparentemente interessato – E' labbra screpolate e piercing, mani nervose e tremanti. E' sorrisi furbi, bastardi, sghembi, falsi. Luke è la tristezza, è le parole non dette. Una poesia mai finita. Un disco rotto. Il fumo delle sue stesse sigarette. Luke è il sangue sulle nocche dopo una rissa. E' un tornado biondo, qualcosa che ti travolge. Perché una volta che entri nella vita di Luke Hemmings, non ne esci, hai tremila motivi per andartene, ma non lo fai. E non sai neanche il perché.-

- Penso che in realtà tu sappia il perché – la interruppe il Dottor Williams.

La ragazza, però, fece finta di niente e continuò – Luke è le sue camicie a quadri, è una vecchia canzone dei Nirvana. E' pelle pallida, occhi dal mare in tempesta e capelli perfettamente all'insù. Luke è baci violenti e sesso, è l'orgoglio e l'arroganza fatta a persona. E' le promesse mai mantenute. E' rabbia, frustrazione, oblio. E' l'amaro in bocca ma l'amore nel cuore. Luke Hemmings è sudore freddo, spasmi, vomito e tremolii dovuti all'astinenza. Crea dipendenza, lui. E' pura eroina.-

La piccola sveglia che segnava che il tempo era terminato, suonò. Lo psicologo imprecò, infastidito dal fatto che avrebbe voluto saperne di più. Perché era esattamente ciò che faceva Luke Hemmings. Di lui non se ne aveva mai abbastanza e ne si voleva sapere di più, sempre di più. 

Alice si alzò dalla sedia e si diresse verso la porta ma venne fermata dalla voce del Dottor Williams. 

- Signorina Parker, lo sa vero che Luke Hemmings è nocivo per la sua persona? - domandò.

- Dottor Williams, questo si chiama puro masochismo. Non ci vuole un dottorato in psicologia per capirlo – affermò la ragazza sorridendo lievemente per poi uscire da quella stanza.

Autrice:

Salve, se siete arrivati a leggere fin qui vi ringrazio perché significa che vi state interessando a questa mia nuova avventura.

Pubblicherò il primo capitolo non appena il prologo arriverà ad almeno 5-10 voti.

Come vi sembra?

Vi ispira?

Un bacio,

Sara x

Pure Heroin ~ L.H Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora