Capitolo 5

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PUNTO DI VISTA DI GRACE
Io e Davis entrammo in una stanza a caso.
Le pareti erano colorate di viola, c'era un letto da una piazza e mezza, un armadio con uno specchio enorme e un sacco di peluche.
Mi guardai intorno affascinata.
Sul muro c'erano un sacco di foto che raffiguravano una bambina.
Aveva i capelli neri come la pece, due grandi occhi argentati e le guance rosse.
" Chi è?"
Chiesi a Davis, indicandogli le foto.
Lui guardò le foto e i suoi occhi si illuminarono.
Sul suo viso, si fece largo un sorriso meraviglioso.
" Lei è la mia piccolina "
Lo guardai accigliata.
Ditemi che non è quello che penso.
" Hai una figlia? "
La paura si impossessò di me.
Lui scoppiò a ridere.
" Ma no, è Lydia. La mia sorellina. È un anno più piccola di te "
Dentro di me, mi sentii così sollevata dalle sue parole.
" È davvero adorabile "
Biascicai scrutando le sue foto.
" Lo so "
Disse in tono fiero.
" Sai, fra qualche settimana torna. Non vedo l'ora di fartela conoscere. Ti adorerà "
Io arrossii.
" Lo spero "
Lui mi avvolse un braccio intorno alla vita.
" Ne sono più che certo "
TUM
TUM
TUM
Io e Davis quasi balzammo dalla paura.
" Dobbiamo andarcene da questo piano. Adesso!"
Sussurrò prendendomi per mano.
Attraversammo il corridoio tra le urla dei suoi nonni.
" Victor ci sono quasi ooh "
" Anche io tesoro"
Davis spalancò gli occhi.
" Copriti le orecchie "
Urlò prima di coprire le sue orecchie.
Scoppiai a ridere e feci come mi disse, ma non servì a nulla.
" Eccomi! Eccomi! Yahuuuu "
Le urla stridule di Elizabeth e Victor si fusero insieme, mentre io e Davis cercavamo disperatamente di evitarle.
" Oh maledizione"
Imprecò Davis lungo le scale.
Io non riuscii a trattenere le risate.
Una volta arrivati al piano inferiore allacciai le mie braccia intorno al suo collo.
" Non ho mai riso così tanto in tutta la mia vita "
Dissi spensierata, strusciando il mio naso sul suo.
Lui afferrò i miei capelli e mi baciò.
" Ti andrebbe di farti una corsa a cavallo? "
Io annuii eccitata.
Mi portò nella stalla.
C'erano cinque cavalli.
" Scegli quello che ti piace di più "
Li studiai tutti, ed un cavallo in particolare attirò la mia attenzione.
Era di colore bianco, con qualche macchia marrone ed una criniera meravigliosa.
Lo indicai.
" Voglio lui"
Davis mi sorrise.
" Semmai lei. Il suo nome è Belle. Ottima scelta, è davvero una brava cavallina "
Disse facendomi l'occhiolino.
Sistemò la sella su Belle, ed una volta che fu pronta, mi prese in braccio e mi fece salire su di lei.
Davis ne scelse uno nero, sembrava un principe su quel cavallo.
Un principe oscuro.
" Hai mai cavalcato un cavallo?"
Mi chiese, accarezzando la criniera nera del suo cavallo.
" No, mai "
Mentii.
Io in realtà so cavalcare i cavalli.
I miei nonni di Londra ne avevano due, ed io li cavalcai fin da quando avevo 8 anni.
" Vuoi che tenga io le redini di Belle così stai più tranquilla? "
Chiese facendo per prendere le redini di Belle.
" No faccio da sola. Anzi, sai cosa? Vediamo se riesci a starmi dietro "
Sul suo viso si formò un cipiglio.
Mi guardò confuso.
Io gli lanciai un sorriso malizioso, per poi dare un colpo a Belle che iniziò a correre.
" Sei una stronza, non vale! "
Lo sentii urlare dietro di me.
" Mangia la mia polvere Kyle!"
Urlai e sorrisi spensierata.
Mi mancava da morire cavalcare un cavallo.
Mi sento a mio agio con Belle.
Attraversai il campo da golf e mi introdussi nella foresta.
Davis era dietro di me ed io ridevo di gusto.
Ad un certo punto feci fermare Belle e scesi da lei con un lungo salto.
Aspettai che arrivasse Davis e dopo qualche minuto lo vidi arrivare da lontano.
Gli lanciai un sorriso maligno.
" Finalmente la schiappa è arrivata. Ci stavo perdendo le speranze ormai "
Dissi scherzosa.
Lui mi lanciò uno sguardo divertito e con un agile mossa scese dal suo cavallo.
" Te la faccio vedere io la schiappa "
Disse venendomi incontro.
Io iniziai a correre ma avevo le gambe troppo corte per seminarlo.
Lanciai un urlo di sorpresa quando mi afferrò da dietro.
" Lo sai che le bugie hanno le gambe corte? "
Mi sussurrò all'orecchio.
Io mi voltai dalla sua parte e lo spinsi all'indietro, ma lui non si mosse di un millimetro.
" Non prendermi in giro! Non è colpa mia se sono così bassa. Persino i tuoi nonni sono più alti di me, che imbarazzo"
Esclamai facendo il broncio.
Lui allacciò le braccia intorno alla mia vita e mi sorrise giocoso.
" Guardala che fa il broncio "
Esclamò scoppiando a ridere.
Io all'inizio lo guardai male, ma poi sorrisi anche io.
La sua risata era contagiosa.
E poi amavo il suono della sua risata.
Mi strinse a lui e mi baciò la fronte.
" Ti amo, e su questo non mento lo sai "
Dissi piano, quasi in un sussurro.
" Lo so, anch'io tesoro "
Disse per poi darmi un dolce bacio prima sulla punta del naso, e poi sulle labbra.
Oh, mi si scaldava il cuore quando mi chiamava tesoro.
" Vieni con me, ti voglio far vedere un posto, chiudi gli occhi però "
Io li chiusi e lui mi prese in stile sposa.
" Guarda che le gambe le ho corte, però le ho e funzionano "
Lui mi morse il naso a tradimento.
" E invece la lingua ce l'hai lunga e non smette di funzionare "
Ripose lui.
Ad un certo punto mi mise giù, e mi sentii come un mancamento.
Mi aggrappai a lui, altrimenti sarei caduta.
" Adesso li puoi aprire "
Senza farmelo ripetere una seconda volta, aprii gli occhi.
Davanti a me, la natura in tutto il suo splendore.
C'era un campo infinito di girasoli, il sole stava tramontando e l'atmosfera era spettacolare.
Davvero indescrivibile.
" Wow "
Riuscii a dire infine.
" Un tempo questo campo era completamente spoglio. Mio nonno lo fece impiantare di girasoli, il fiore preferito di mia nonna, perchè si erano litigati e si volle far perdonare. Quando mio nonno riuscì a portarla qui, lei non reagì come aveva sperato. Era talmente arrabbiata con lui, che scese sul campo e iniziò a strappare i girasoli per la furia. A quel punto mio nonno intervenne, e si insinuò all'interno del campo per fermarla e gli venne uno shock anafilattico, perché lui è molto allergico ai girasoli, per questo ha fatto impiantare questi girasoli qui, perché sono abbastanza lontani dalla loro villa.  Quando finì all'ospedale, la situazione si aggravò. A quei tempi mia madre aveva solamente cinque anni. Mia nonna pianse, perché ad un certo punto i dottori non gli davano molta speranza di vita. Lo aveva trattenuto in mezzo al campo per troppi minuti. Sentendosi in colpa, andò da mio nonno a chiedergli scusa e a dirgli che lo avrebbe perdonato ad un solo patto. Che non la doveva lasciare. Non poteva morire, doveva pensare a mia madre e a mia nonna. Lui racconta di essere riuscito a sopravvivere al pensiero di mia madre. È stata lei a tenerlo in vita. Da quella volta, tutte le volte che i miei nonni litigano, vengono qui e fanno sempre pace "
Rimasi sbalordita dalle sue parole.
" I tuoi nonni si amano così tanto. Li ammiro "
Dissi appoggiando la testa sulla sua spalla.
Lui rimase ad osservare i girasoli.
" Già, anche io li ammiro "
Sembrava pensieroso.
Presi una sua mano e la intrecciai con la mia.
Lui accarezzò dolcemente le mie dita e mi baciò i capelli.
Ad un certo punto sentimmo Willy.
Ci voltammo ed era dietro di noi.
Iniziò a scodinzolare e si mise in mezzo a noi.
Io e Davis iniziammo ad accarezzarlo e coccolarlo.
Dopo qualche secondo, sentimmo due cavalli nelle vicinanze.
" Eccovi qui, finalmente vi abbiamo trovati"
Esclamò Elizabeth dietro di noi.
Nonostante, fino a pochi minuti fa, i vecchietti fossero impegnati a fare il loro 'riposino', erano impeccabili.
Io e Davis ci alzammo da terra.
Victor non la smetteva di starnutire.
" Vi ho fatto preparare la merenda. Ho fatto fare i Dorayaki, li hai mai assaggiati Grace?"
Chiese Elizabeth con un sorriso dolce.
" No, mai assaggiati "
A Elizabeth le si illuminarono gli occhi.
" Vedrai che ti piaceranno un mondo. Venite, sono caldi caldi "
Il povero Victor era diventato rosso.
" Caro, vieni su, torniamo a casa prima che ti senta male "
Disse premurosa Elizabeth, invitando il marito a rientrare a casa.
Victor la seguì come un cagnolino.
" Vi aspettiamo "
Disse infine Elizabeth, mostrandoci un sorriso veloce.
Io e Davis, tornammo dai nostri cavalli.
Una volta tornati in villa, Elizabeth ci fece trovare un tavolo stra pieno di Dorayaki.
" Su, non fate complimenti, mangiate, sono ancora caldi "
Guardai Davis e lo sorpresi a fissarmi.
Mi rivolse un sorriso dolce e mi porse un dolcetto.
L'aspetto era abbastanza invitante, quindi non esitai a morderlo.
Mi voltai dalla nonna di Davis.
" Ma sono deliziosi! "
Esclamai stupita.
Cavolo, qualsiasi cosa cucinasse sua nonna era squisita.
L'unico problema era che ci obbligava a prenderne quantità industriali.
Dopo aver mangiato un paio di Dorayaki, io e Davis dovemmo passare ai saluti.
Eravamo già fuori, nel portone principale e Elizabeth era intenta a salutare Davis.
" Mio dolce cocchino, ho fatto portare nella macchina di Chuck, una ventina di Dorayaki e ti sto facendo portare pure sette torte. Mi raccomando, questa sera vedi di cenare e mangiare tutto!"
Elizabeth non la smetteva di parlare e Victor iniziò a ispezionare il sedere della moglie, alzandole la gonna.
" Ma dov'è la spina che gliela stacco? Non la smette più di parlare "
Disse scherzosamente Victor, rivolgendomi un occhiolino giocoso.
A quel punto Elizabeth diede un piccolo schiaffo nella mano di Victor.
" Giù le mani dalla mia gonna, lasciami salutare per bene il mio piccolo cocchino"
Al solo sentire la parola cocchino, Davis alzò gli occhi al cielo di nascosto.
Scoppiai a ridere nel vedere quella scena.
I nonni di Davis erano davvero comici.
Mentre Elizabeth era intenta a stampare il suo rossetto sul viso di Davis, io salutai Victor che prese la mia mano e la baciò come la prima volta.
" Sono davvero contento che Davis abbia scelto una ragazza così in gamba come te. Ormai non ci speravamo quasi più "
Arrossii alle parole di Victor.
" È stato un onore per me, conoscerti dolce Grace "
Io mi accigliai nel pieno imbarazzo.
" Lo è stato anche per me, davvero. Mi sono trovata bene con voi "
Risposi con un filo di voce.
Quando mi fanno troppi complimenti vado in panico.
" Tornerete non è vero? "
Piagnucolò Elizabeth guardando con occhi dolci me e Davis.
" Certo nonna "
La rassicurò Davis, stampandogli un bacio sulla fronte.
" Come? Mi saluti così? Con un banale bacio sulla fronte? Perché non mi dai un bacio sulla guancia come quando eri bambino? È da tanto tempo che non me lo dai sulla guancia "
Protestò lei.
Davis sorrise e le stampò un bacio rumoroso sulla guancia.
" Adesso si che sono contenta "
Esclamò con un sorriso a trentadue denti.
Poi mi prese per mano e mi portò verso la Ducati.
I suoi nonni restarono sulla soglia del portone ad osservarci.
" Mi raccomando, tornate presto!"
Ci urlò da lontano Elizabeth.
Davis mi portò nella sua spiaggia privata.
Il sole era già tramontato e si riuscivano a vedere le prime stelle della notte.
Io e Davis passeggiavamo a piedi nudi, in riva al mare, lasciando che le onde ci bagnassero i piedi.
Parlammo del più e del meno, ammirando il mare e le stelle.
Poi ci sedemmo sulla sabbia.
Io avevo la schiena poggiata sul suo petto e lui mi avvolse le braccia sulla vita stringendomi a lui.
" Posso sapere cosa ti ha detto Amar questa mattina? "
Chiese Davis con una nota di ostilità.
In un istante, tutte le emozioni che odiavo si impossessarono di me e scoppiai in lacrime.
Lui iniziò ad asciugarmi le lacrime e ad accarezzarmi.
Quando mi calmai, iniziai a parlare.
" Io ho chiesto come stavano i suoi gemellini, e quando vidi la sua espressione non appena gli nominai i figli, mi sentii male. Sui suoi occhi vidi, gioia, amore e adulazione. Iniziai a pensare a come sarebbe stata la mia vita adesso se quel...Chad non avesse ucciso il nostro bambino. A quest'ora avrei il mio bambino fra le braccia. Io ti giuro Davis, anche se avrei sempre saputo che era figlio di un mostro, lo avrei amato alla follia "
Iniziai a singhiozzare e a parlare con difficoltà e lui mi strinse e mi consolò.
Restammo per qualche ora lì, abbracciati mentre io piangevo e sfogavo le mie frustrazioni.
È così bello riuscire ad essere capiti dalla persona che ami.
È così bello riuscire a confidarti con lui nel più profondo, confidandogli anche il più oscuro dei tuoi pensieri.
Lo amo.
Amo alla follia questo ragazzo.
So che ci sarà sempre per me, ed io ci sarò sempre per lui.
Starò al suo fianco specialmente nei suoi momenti più bui, perché io lo amo.
Lo amo davvero tanto.
Così tanto che mi fa quasi paura.

Quegli occhi color argento 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora