Capitolo 3

29.3K 1.1K 68
                                    

PUNTO DI VISTA DI GRACE
Una volta arrivati davanti alla mia villa, David mi aprì lo sportello e mi fece scendere.
Feci un verso lamentoso.
" Ho la nausea, penso di aver mangiato troppo "
Lui mi baciò la fronte con dolcezza.
"Non ti preoccupare, adesso ti prendi un pochino di bicarbonato e vedi come ti passa tutto "
Io annuii e lui aprì il cofano.
" Allora piccola. Facciamo così. Io mi tengo due torte e tu ne prendi tre d'accordo? "
Al solo nominare la parola torta, mi salì un conato di vomito.
" Perché io ne devo prendere di più? "
Chiesi in tono quasi da rimprovero.
" Perché sono buonissime e voglio fartele godere al meglio. Fidati, prendine una fetta domani a colazione e vedrai che ne vorrai di più "
Me le porse e mi fece un occhiolino.
Io lo guardai con occhi storti.
" Non è che invece lo fai perché vuoi liberartene? "
Lui alzò un sopracciglio.
" Fidati, appena le assaggerai mi crederai. Non puoi capire il grande sacrificio che sto facendo a cedertele. Lo capirai solamente quando le assaggerai. E poi non puoi negare che la cena ti sia piaciuta. Mia nonna è molto brava a cucinare. Non sai cosa darei per far si che lo fosse anche mia madre. Non sa cuocere nemmeno un uovo, mi fa dei biscotti orribili, purtroppo non ha preso da mia nonna. L'unica cosa che ha ereditato da lei è stata la pazzia. "
Scoppiai a ridere e allacciai le braccia sul suo collo.
" Mi assicuri che domani non mi aspetta il pranzo di Natale e capodanno messi insieme? "
Lui mi sorrise.
" In realtà dovresti sperare che sia così, perché sarà molto peggio fidati. "
Rimasi a bocca aperta e lui se ne approfittò per baciarmi.
" Tu domani mattina, mangiati solo una fetta di torta se ci riesci, e poi rimani a digiuno per tutta la mattina fino a quando non arriva il pranzo"
Io annuii.
"D'accordo, farò come mi hai detto "
In fine, gli diedi un bacio veloce sulle labbra e ci augurammo la buonanotte.
Appena entrai in villa, la prima cosa che feci, fu posare nel frigorifero le torte.
I miei erano nella sala cinema a vedersi un film.
Andai da loro per fargli sapere che ero ancora viva.
Entrai nella sala cinema e trovai i miei, intenti a baciarsi con passione.
Mi bloccai sui miei stessi passi e decisi di tornare indietro per non disturbare.
" G-Grace"
La voce roca di mia madre mi fece girare.
" Non volevo interrompervi, ero venuta solamente per dirvi che non ho perso nessun arto e che sono viva e vegeta "
Dissi timidamente.
Ero diventata esageratamente rossa.
" Vieni qui tesoro"
Disse mio padre facendomi posto tra loro due.
Io ci andai e mi sedetti.
Mio padre mi accarezzò i capelli e mi baciò la fronte.
" Dove ti ha portato di bello Davis? "
Mi guardavano come due adolescenti curiosi di sapere il primo appuntamento della propria amica.
" Mi ha fatto conoscere i suoi nonni "
" Elizabeth e Victor? "
Chiese mio padre ed io annuii.
A mio padre sfuggì una risata copiosa.
" Oh quanti ricordi. John ha sempre temuto sua suocera. Suo suocero Victor riuscì a conquistarlo con il golf e con la passione per le macchine d'epoca. Mentre Elizabeth non è stato facile riuscire a conquistarla "
" È molto simpatica, anche se mi ha fatto mangiare una quantità di cibo che non potete nemmeno immaginare. Sono così piena che ho la nausea "
Mio padre sorrise.
" Ti sei divertita? "
Chiese mia madre.
Io annuii.
" Si, tutto sommato è stato divertente stare in loro compagnia. Davis dice che gli sono piaciuta all'istante "
" Siamo contenti che gli sia piaciuta. In fondo, chi è che odierebbe il mio adorabile pulcino? "
Disse mio padre facendomi arrossire.
Si, sono ancora il suo piccolo e adorabile pulcino.
" Quasi dimenticavo, mi ha dato tre torte "
Mio padre sgranò gli occhi e quasi balzò dalla sedia.
" Tre torte? "
Io annuii.
" Se c'è una cosa che John ha sempre adorato in sua suocera è la sua cucina. È davvero molto brava a cucinare, specialmente i dolci e le torte, in questo non la batte nessuno "
Esclamò mio padre.
Ah quindi Davis diceva sul serio quando diceva che era un sacrificio per lui, cedermi tre torte di sua nonna.
" Non abbiamo fatto in tempo a mangiarle, per questo ha insistito per farcele portare a casa. A proposito, domani ci ha invitati a pranzo perché vuole conoscermi meglio, quindi io e Davis ci prendiamo mezza giornata di lavoro, va bene papà? "
Lui annuì.
" Domani io e John vi firmeremo il permesso "
Mia madre mi guardò con i suoi occhioni verde smeraldo e con il broncio.
" Quindi domani non pranzi con noi? "
Piagnucolò.
" Ma se volete posso dire a Davis che non pos..."
Mio padre mi interruppe subito.
" No Grace, ormai ci devi andare. Non possiamo impedirti di andarci per stare con noi "
Intervenne lui.
Mia madre assunse un espressione dispiaciuta.
" Da quando tuo fratello è andato a convivere con Megan, ci sentiamo da soli. Quando tu non eri a casa c'era lui a farci compagnia, e quando a casa non c'era lui, c'eri tu a farci compagnia. Adesso ci sentiamo soli "
I sensi di colpa iniziarono a soccombere.
" Mamma, così però mi fai venire i sensi di colpa "
" Kate tesoro, lasciala andare. Troveremo il modo di divertirci anche da soli "
Disse mio padre a mia madre.
" Ma a me mancano i miei bambini "
Ribattè lei.
" Lo so, anche a me. Però dobbiamo lasciarli andare prima o poi "
Disse lui.
" Mamma, è solo un pranzo. Per cena sono a casa "
Lei fece spallucce.
"Va bene"
Disse con lo stesso tono dei bambini, quando la madre le chiede di accontentarsi del gelato alla vaniglia, piuttosto che al gelato al cioccolato.
Mio padre mi baciò di nuovo la fronte e mi diede la buonanotte.
Baciai anche mia madre e andai a dormire.
Nel bel mezzo della notte, mi dovetti alzare per la forte nausea che avevo.
Corsi in bagno e vomitai tutta la cena.
Mi sentivo sottosopra.
Fu difficile riaddormentarmi.
La mattina seguente feci colazione con una fetta di torta della nonna Elizabeth.
Davis aveva proprio ragione, era buonissima.
Dal momento che la sera precedente avevo svuotato l'anima ed ero rimasta a stomaco vuoto, questa mattina avevo molta fame e mangiai due fette di torta.
Davvero deliziosa.
Quella torta aveva il potere di stuzzicare e appagare le mie papille gustative.
Era una vera tentazione, azzardai a tagliarmi una terza fetta, ma mi ricordai delle parole di Davis.
Dovevo restare a digiuno per tutta la mattina per prepararmi al pranzo dei suoi nonni.
Fred ci accompagnò a lavoro.
Prima di andare al mio piano, salutai i miei.
Una volta entrata in ascensore mi imbattei nel mio migliore amico.
Per tutte quelle persone che dicono che l'amicizia tra uomo e donna non esiste, beh, si sbagliano.
Io e Amar abbiamo un intesa che non va oltre l'amicizia.
È proprio un fratello per me, ed io sono una sorella per lui.
Vi starete chiedendo se Davis è geloso.
Beh, sarò sincera.
È tremendamente geloso.
Il fatto non è che non si fidi di me.
Il fatto è che non si fida di lui.
Andando nel dettaglio, non è che non si fidi di Amar in particolare, lui non si fida di chiunque sia in possesso di un pene.
Amar ha origini indiane, ma è nato e cresciuto qui a New York.
Non conosce molto bene l'indiano.
Ha la pelle scura e due occhioni marroni.
Tiene sempre la barba lunga.
È sposato e ha appena avuto due gemellini.
Notai che aveva la faccia di uno che non aveva dormito per una notte intera.
" Buongiorno Grace "
" Buongiorno a te Amar. Dovrei preoccuparmi di quelle occhiaie? "
Lui si stropicciò gli occhi.
" Due diavoletti mi hanno tenuto sveglio per tutta la notte. "
Lo guardai comprensiva.
" Lo avevo immaginato "
Dissi facendo spallucce.
" Come stanno i tuoi diavoletti? "
La sua espressione cambiò, e non appena gli nominai i suoi figli, sul suo viso spuntò un sorriso spontaneo, e i suoi occhi si illuminarono.
" Alla grande, non mi fanno dormire ma li amo in una maniera indescrivibile "
All'improvviso, quelle parole mi fecero riflettere.
Un pensiero oscuro, si fece largo nella mia mente.
Mi ritrovai a fissare il vuoto.
Mi chiesi come sarebbe stata la mia vita adesso, se il mio bambino sarebbe sopravvissuto.
A quest'ora avrebbe avuto pochi mesi di vita.
A quest'ora lo avrei tenuto tra le mie braccia.
A quest'ora sarei diventata madre.
Nessuno potrà mai conoscere il dolore che ho provato e che provo tutt'ora.
Cerco di non pensarci, ma ogni tanto quando mi ritorna alla mente, inizio a rivedere la scena della dottoressa che mi mostrava il feto in quel contenitore ermetico.
Piango solamente la notte, in silenzio, quando sono sola.
Non dimenticherò mai quella scena.
Dentro di me, resterà sempre questo vuoto e nessuno riuscirà mai a colmarlo.
Questa ferita resterà in eterno aperta.
Mi portai una mano in grembo e all'improvviso, mi venne una fitta di forte nausea e mi venne quasi un mancamento.
Oscillai sui miei stessi tacchi e Amar mi prese per le spalle.
" Grace tutto bene? "
Io sbattei le palpebre più di una volta.
Feci velocemente si con la testa e mi raddrizzai con le poche forze che mi rimanevano, e che non credevo di possedere.
Mi stampai un sorriso raggiante sul viso.
" Tutto bene, sono solo un po stanca "
Lui mi guardò con un cipiglio.
" Grace, non puoi prendermi in giro. La tua bocca sorride ma i tuoi occhi no. Conosco questo sorriso. Lo sfoggi tutte le volte che non vuoi far preoccupare gli altri. Cosa ti affligge? "
Adesso capite perché è il mio migliore amico?
Mi capisce al volo.
In quel momento fui salvata dalle porte dell'ascensore che si spalancarono.
Con la testa bassa, mi incamminai verso il mio ufficio, ma Amar mi bloccò.
" Grace aspetta "
Mi voltai dalla sua parte e cercai di impedire che i miei occhi si appannassero.
Lui si mise le mani sull'attaccatura del naso, come se gli fosse venuto un mal di testa improvviso.
" Ti chiedo scusa. È stata colpa mia non è vero? Ti prometto che non riprenderò più l'argomento se ti fa star male. "
Io scossi piano la testa e sentii un nodo alla gola.
Cercai di trattenere un singhiozzo.
" No Amar. Ti impedisco di sentirti in colpa. Io sono davvero felice che tu abbia avuto due gemellini, e mi fa piacere avere loro notizie. Io pretendo avere loro notizie. Non può essere un momento di debolezza a impedirti di prendere il discorso a vita. Sei il mio migliore amico e voglio sapere come stanno i tuoi bambini. È giusto che tu esprima l'amore che provi per loro anche in mia presenza....anche se io non potrò comprenderlo "
Lui fece un respiro profondo.
Si sarebbe sentito in colpa per settimane, lo conosco troppo bene.
Dietro di lui vidi l'orario.
" Adesso devo andare, sai che odio arrivare in ritardo "
Lui annuì e mi diede un bacio affettuoso sulla fronte.
" Perdonami ti prego "
Scossi la testa.
" Non ho nulla da perdonarti, non hai fatto nulla di male "
Lui cercò di sostenere il mio sguardo ma poi lo abbassò.
" Buon lavoro Amar, e guai a te se continui a sentirti in colpa altrimenti ti tocco i capelli "
Dissi scherzosamente.
Lui odiava che qualcuno gli toccasse i capelli.
Era il suo incubo più peggiore.
Sorrise amaramente.
" Farò del mio meglio. Buon lavoro anche a te Grace "
Lo vidi sparire nel suo corridoio e mi voltai per raggiungere il mio ufficio.
Mi si bloccò il respiro.
A metà corridoio, c'era Davis.
Era poggiato su un fianco alla parete del corridoio.
Una mano reggeva un bicchiere di caffè e l'altra era in tasca.
Indossava un completo blu scuro.
Aveva visto tutta la scena.
La sua espressione era quasi indecifrabile.
Il suo sguardo era quasi diabolico.
I suoi occhi argentati, erano diventati a fessura, come se stesse studiando la scena come un detective.

Quegli occhi color argento 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora