Capitolo 3

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Il giorno dopo le previsioni davano pioggia perciò rimasi in casa a leggere, dando ogni tanto un'occhiata alle nuvole che si erano addensate nel cielo.
Sospirai cercando di consolarmi riguardando le foto che avevo scattato il giorno prima alla mia coppietta.

Erano davvero belli insieme, sembravano fatti l'uno per l'altro. Pensai a quanto doveva essere stato imbarazzante per loro ma nelle ultime foto sembravano proprio a loro agio.

Mi riproposi di approfondire la questione il giorno dopo.

Per fortuna non piovve, è piuttosto spiacevole camminare sulla sabbia umida e così il mare sarebbe rimasto caldo.

La mattina dopo ero ansiosa di rivederli, anche se non sapevo come domandargli ciò che pensavo, quando mi arrivò un messaggio.

Quasi mi prese un colpo quando vidi che era di Michele.

Non mi aveva mai scritto, quindi di sicuro riguardava la faccenda della sfida.
Aprii il messaggio solo per confermare i miei sospetti.

"Ehi senti, potresti venire al bar di fronte alla spiaggia dopo pranzo? Devo parlarti."

Ci mettemmo d'accordo sull'ora e io ero tutta elettrizzata.

Cercai di calmarmi, dovevo avere la mente lucida per quel discorso.

Non mi sarebbe scappato.

Una fujoshi sa come trovare delle risposte!

Mi presentai al bar con un paio di minuti di anticipo, ma lui era giá lì, a braccia conserte, ad aspettarmi.
Mi fermai davanti a lui sorridendo.

-Ehi...

-Perchè hai fatto quella richiesta?

Dritto al punto eh? Ok, ma sappi che sarai tu a fare il mio gioco, non il contrario!

-Quale richiesta?- chiesi innocentemente.

Michele mi guardò dritto negli occhi, ostentando sicurezza.

-Quella dell'obbligo dell'altro giorno.

Lo osservai attentamente.
Era ansioso, c'era qualcosa che lo tormentava. Cercai di essere razionale e pensai a una risposta da dargli.
Volevo essere sincera, al diavolo la ragione, dovevo vedere la sua reazione per sapere se le mie teorie erano giuste!

-Posso essere sincera?

Mi guardò titubante.

-Vai.

Sorrisi.

-Penso che insieme potreste formare una bella coppia.

Lui sbarrò gli occhi arrossendo.
Non si aspettava di sicuro una risposta del genere.
Abbassò lo sguardo.

-Che stupidaggine.- mormorò. -Insomma, siamo entrambi maschi...

Le solite scuse.

-E allora?

Cercai di guardarlo negli occhi ma lui continuava a sfuggirmi.

-Non si può fare...

Era incerto.
Sorrisi internamente.
Ecco un motivo per cui amo gli uke.
Sono prede facili, se non sono troppo tsundere.

-Ma ti piacerebbe?

Lui scosse la testa.

-È sbagliato.

-Rispondi alla mia domanda.

Stavolta il mio tono duro gli fece alzare lo sguardo.
Rimase intrappolato nei miei artigli.

Obbligo o veritá?Where stories live. Discover now