Capitolo 2

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Diedi un'occhiata al mio "esperimento", poco dietro di me.

Riccardo teneva una mano in tasca e osservava tutto e tutti sorridendo e scherzando.
Michele invece tenava la testa bassa e controllava l'orologio ogni cinque minuti.

-C'è troppa gente- borbottava ogni tanto.

Non aveva tutti i torti, in effetti la via dove stavamo camminando era piuttosto trafficata. Era difficile passare anche in due in mezzo alla gente.

Ma non era questo che lo infastidiva.

-Non stanno guardando tutti noi.- sospirò Riccardo, muovendo avanti e indietro le mani unite.

Il moro borbottò qualcosa e sviò lo sguardo.
Non gli piaceva la situazione.
Erano troppo vicini.
Aveva sempre odiato avere un contatto troppo intimo con la gente, ma questa volta era addirittura peggio.
Non perchè era fastidioso, ma perchè invece era piacevole.
Le loro dita così intrecciate e la stretta dolce del compagno gli davano un senso di sicurezza.

E questo lo spaventava.

Era combattuto se lasciargli o no la stretta, ma continuò a ripetersi che non voleva farlo perdere.

Non voleva ammettere che il vero motivo era che non voleva lasciargli la mano.

Riccardo d'altra parte cercava di non lasciar trapelare nulla di ciò che sentiva.

Calore.

Non era il solito caldo estivo, era più qualcosa che ti scaldava dall'interno.
E proveniva dal punto in cui le mani erano intrecciate.

Cercò di distrarsi pensando a tutte le ragazze a cui aveva tenuto la mano.
Quello era piacevole.
Perchè mai avrebbe dovuto trovare piacevole tenere la mano a un ragazzo?

Piacevole...

Il calore che si sprigionava dalle loro mani lo era.

Per non pensarci, iniziò a scherzare con tutti, ridendo a ogni battuta.

-Dobbiamo anche baciarci o darci nomignoli come tesorino o amoruccio per caso?- mi chiese con sarcasmo.

Michele arrossì e io risi di gusto.

-Potete fare quello che volete senza staccare le mani.- risposi semplicemente.

Il biondo non rispose e distolse lo sguardo.

Continuai a osservarli e a fare foto di nascosto fino alle 17.30.
Sospirai e aspettai che si staccassero.

Con mia grande sorpresa nessuno dei due si era accorto della fine della sfida.
Sembravano entrambi più rilassati, a parte il leggero rossore di Michele.

Decisi di non dire nulla fino a quando non arrivammo all'incrocio con la mia via.

-Beh ora vi dovrei salutare.- dissi fissando i due "piccioncini".

Tutti fecero lo stesso e loro ci guardarono a loro volta, tentennando.

-Cosa... c'è di strano?- fece Michele confuso.

Sorrisi picchiettando l'orologio.
Capirono entrambi al volo.

Si osservarono le mani ancora unite e per un attimo i loro sguardi si incontrarono.

Poi lasciarono la stretta guardando altrove.

-Direi che ho vinto, no?- disse Riccardo guardandomi con un mezzo sorriso leggermente forzato.

-Altrochè!- risposi sorridendo- E anche col bonus!

Michele continuò a fissare l'orizzonte senza commentare e Riccardo iniziò a decantare tutte le sfide che aveva vinto, ridacchiando.

Li lasciai così e mentre mi allontanavo non pensavo ad altro che alla riuscita del mio esperimento, inconsapevole del "bonus" che avevo provocato.

Obbligo o veritá?Where stories live. Discover now