Capitolo XI

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" Calma Apparente "

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Amanda, scossa dalla rivelazione di Luke, si allontanò da lui e gli diede le spalle.
-Vuoi realmente dire che io e te siamo stati scelti dalla Dea Luna?- chiese, cercando di capirci qualcosa. Com'era possibile che lei non si fosse accorta di nulla? Certo, le capitava di avvertire delle leggere scosse se le capitava anche solo di sfiorarlo, ma non pensava che fosse collegato a qualcosa di così profondo.
Luke la circondò con le braccia, banciandole la nuca.
-Per mia fortuna la Dea mi ha mandato te, però se tu non ti senti ancora pronta io ti capirò. Farò quello che vuoi, tranne allontanarmi da te. Ora che ti ho trovato, non mi giocherò questa chance di averti con me, anche come una semplice amica.- le disse dolcemente ad un orecchio, nascondendo il volto nell'incavo del suo collo. Amanda poggiò la schiena sul petto di lui e si lasciò andare.
-So bene che adesso sei spaventata, che non ti senti pronta ma ricordati che io non ti farei mai del male... Non sono come Alexander.-
Amy si voltò verso di lui, nei suoi occhi il freddo polare.
-Non devi neanche lontanamente pensarle, queste cose.- affermò, stringendo le mani a pugno. -Certo, non mi sento pronta e ho paura, ma so più che bene che tu non sei come quel essere.- prese un respiro profondo e cercò di calmarsi. Il castano si morse il labbro e le posò una mano sulla guancia, accarezzandola delicatamente.
-Ti prometto che avrai la tua vendetta.- le disse, facendole scuotere la testa.
-Non voglio vendetta perché altrimenti sarei al suo stesso livello, mentre io voglio solamente che questa storia finisca il prima possibile e sapere per quale assurdo motivo è convinto che sua io la sua compagna. Tutto qui.-
-Allora ti prometto che lo scopriremo.- mormorò il ragazzo, poggiando la fronte su quella si lei.

-Beh, adesso basta.- affermò Luke, sciogliendo la stretta e allontanandosi dalla mora. -Ti ho portato qui anche per fare una corsetta.- Amanda lo guardò con un sopracciglio sollevato.
-Una corsetta? Adesso?- chiese, facendolo annuire. -Non contare su di me. Primo, non riuscirei mai a mantenere il tuo passo e secondo, ti sembrò una persona atletica?-
Il giovane scosse la testa e alzò gli occhi al cielo.
-Io intendevo un altro tipo di corsetta.- affermò, togliendosi sia la felpa sia i pantaloni. La più piccola arrossì e gli urlò contro di rivestirsi, voltandosi dall'altra parte. Luke ghignò e si trasformò, avanzando verso di lei silenziosamente. Poggiò il suo naso umido sulla sua guancia per attirare la sua attenzione, senza riuscirci.
-Ti prego, vestiti.- continuò a dire lei, continuando a tenere il viso rivolto verso l'altra parte. L'animale sbuffò pesantemente e ringhiò per farla girare, riuscendoci. -Ma che diavolo...?- si interruppe appena si accorse che il giovane si era trasformato. Quello che una volta era Luke, le si avvicinò e le diede un colpetto leggero con il muso, come per invitarla a seguire il suo esempio. Amanda allungò una mano per accarezzarlo. La sua pelliccia era morbida e folta, e quando si muoveva si potevano notare riflessi rossicci e dorati.
-Io però non so se ci riuscirò, mi dovrai dare una mano.- mormorò la mora continuando ad accarezzarlo. La bestia annuì e fece un passo indietro, girandosi così che avesse la sua privacy.
La più piccola prese un respiro profondo e poi si spogliò. Chiuse gli occhi e lasciò che la sua lupa prendesse il sopravvento. Quando li riaprì si osservò intorno e lentamente provò a muoversi, per andare verso Luke. Il diretto interessato si girò e appena la vide quasi sul punto di cadere e la tirò su.
Piano piano la lupa riuscì a prendere confidenza con la sua nuova forma e quando si sentì pronta, i due da prima passeggiarono, per poi iniziare a correre seriamente.

Passarono così il pomeriggio e parte della sera. Poco prima di cena, Luke la riaccompagnò a casa. La osservò giocchiachiare con le chiavi di casa e le prese il polso, facendola voltare verso di lui. Fece scontrare i loro sguardi e le regalò uno dei suoi soliti sorrisi fanciulleschi, che le fecero battere il cuore. Il giovane no perse altro tempo e le stampo un bacio sulle labbra. Poi si chinò, così da arrivare al suo orecchio e con un tono di voce roco le sussurrò un "adesso sei mia" facendola fremere e arrossire vistosamente.
Cercando di camuffare il suo imbarazzo, gli diede le spalle e girò le chiavi nella toppa. Quello che sentì, appena aprì la porta, la fece sbiancare.
Luke la guardò e notò immediatamente che c'era qualcosa che non andava.
-Amanda.- provò a chiamarla, ma non ottenne risposta. La mora entrò lentamente in casa, fermandosi all'ingresso, guardandosi intorno. Sentiva una strana sensazione, come se fosse entrato in estraneo e avesse cambiato la disposizione degli oggetti. Fece un respiro profondo e poté sentire un forte odore di pini e liquirizia, oltre al profumo di Luke. Amanda sapeva bene che solo una persona che conosceva bene odorava di pini e liquirizia, Lui.
Alexander King.
Dopo aver capito chi fosse entrato, si catapultò prima di tutto nello studio del padre, poi successivamente salì al piano superiore, mentre Luke le faceva da ombra, e aprì molto lentamente la porta di camera sua. Lì l'odore era più forte che da altre parti, e subito comprese il motivo.
Sul piumone trovò una busta di carta gialla contenente una lettera per la giovane. Cercando di rimanere calma si avvicinò al letto e prese la lettera, sentendo però che la busta era più pesante di quanto avrebbe dovuto essere. Lanciò un'occhiata a Luke, che era diventato una statua, e decise di aprirla. Prese la lettera e il resto lo svuotò sul piumone.
Ciò che trovò le fece perdere quasi il suo autocontrollo. Lasciò momentaneamente perdere tutto, solo per concentrarsi su il bracciale e la foto che erano stati allegati. Con la mano tremante, prese la fotografia e si rese conto di aver avuto ragione. Alexander era entrato in casa loro.
Lo scatto ritraeva due giovani stretti in un abbraccio, con alle loro spalle il bosco innevato. Era stata scattata alcuni mesi prima che si mettessero insieme, e Amy non sapeva ancora com'era fatto in realtà quello che lei considerava il suo migliore amico.
La mora scosse la testa per scacciare i brutti ricordi e si concentrò sull'altro oggetto: un piccolo braccialetto in oro.
-Questo non è mio.- affermò la più piccola, girandosi verso il castano.
-Leggi la lettera, quel figlio di puttana deve averti scritto che significato ha tutta questa merda.- lei annuì, non sapendo cosa aggiungere, e tirò fuori un pezzo di carta piegato in due. Sentendo le gambe poco stabili, si lasciò andare sul letto e aspettò alcuni istanti prima di leggere quello che c'era scritto. Le sembrava di avere un nodo alla gola che le impediva anche solamente di respirare.
"Dai Amy, ce la puoi fare." Si ripeté mentalmente come un mantra, sotto lo sguardo attento del ragazzo, che continuava a guardarsi intorno.
Quando si sentì abbastanza pronta, prese la lettera e l'aprì.

The Daughter Of The AlphaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora