•Capitolo 31•

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Scusate.
Ho il computer rotto da mesi quindi sto scrivendo dal cellulare ma é in assistenza e quindi l'unica soluzione é aggiornare da quello di una mia amica. Scusate ancora la mia assenza, ma non potevo avvisarvi in alcun modo.
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Le parole di Cristina rimbobano nella mia mente come un tormentone dell'estate, ma alla fine decido di bussare alla porta.
L'errore più grande sarebbe non provarci, e so che me ne pentirei due secondi dopo, quindi busso sperando che la fortuna sia dalla mia parte.

Dopo qualche minuto la porta si apre...
A mio malgrado é Marco.
-Greta- mi guarda con aria sorpresa.
-T-tuo zio?- balbetto.
-Ah ecco. Lo stronzo é partito un venti minuti fa.-

Mi sento crollare, mi manca il respiro.
Questa volta é andato via, davvero.
Le lacrime minacciano di scendere, e anzi stanno scendendo senza tregua, é impossibile cessarle.

-Io davvero non posso crederci. Ti sei ridotta così per quel pezzente, guardati.
É impossibile anche definirti carne ed ossa, sei solo ossa.
Non puoi continuare così, dimenticalo. Credo di non essere stato l'unico a metterti in guardia, ma non ne hai voluto sapere nulla ed ecco qui. Sei qui, come un'anima in pena a piangere disperatamente.
É andato via, e non tornerà.-
Ma che bella consolazione.
Mi rifiuto di rispondere, perché so che ha ragione, che é pura verità ció che sta affermando.
Ma non ne posso fare a meno, e sono stata una stupida, in fondo al mio cuore io ci ho creduto sul serio ed é stato il secondo errore più grande, il primo é stato amarlo.

Mi volto di spalle, ho solo voglia di andare via.

-Greta dove vai?- urla Marco
Non rispondo e continuo a vagare per la strada in attesa del bus.
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-Greta, tesoro che hai?- mi chiede mia madre
-Niente-
Salgo di corsa nella mia stanza buttandomi sul letto, le lacrime iniziano a rigarmi,velocemente, il viso.
Cazzo quanto mi manca.
Questo mancare mi lacera l'anima.
Perché a me? Perché io?

Voce narrante.
É sfinita, triste; ricorda tutti i momenti passati con il suo professore di inglese.
Quei flashback che continuano a farle venire attacchi di panico.
Il primo bacio, il locale, la segreteria.. tutto.
É un'anima umana in frantumi.
Intanto Thomas é in un albergo vicino casa di Greta.
Sono a qualche centinaia di metri di distanza e Greta non ne é a conoscenza.

Thomas si maledice per ció che ha fatto e continua a fare a quella ragazzina innocente, eppure non si era mai sentito così.
Ha paura di ció che sente, paura di cosa le possano fare le donne, ha paura anche di se stesso.
Greta doveva essere la solita botta e via, eppure ha provato qualcosa di nuovo. Qualcosa mai provato prima per nessuna.
É indeciso.
Una parte di lui vorrebbe andare sotto casa di Greta mentre l'altra vuole scappare via dalle paure, e dai sentimenti che sa di provare, e purtroppo quest'ultima sarà la parte vincente.

Non più uno sguardo, non più un bacio, solo un aeroporto e la chiamata del suo volo.

É su quell'aereo, senza aver detto tutto alla persona a cui probabilmente ha fatto più male, ma non fisicamente, emotivamente.

~Angolo autrice.

SCUSATEEEEE.
Non mi uccidete, dopo non aver aggiornato per 10 giorni non posso che richiedervi scusa e ancora scusa.
Ma purtroppo non ho avuto mezzi per aggiornare.
E tra l'altro ho perso tutti gli appunti, ma qualcosa credo di ricordare.
Scusatemi veramente tanto, faró di tutto per aggiornare al più presto.
Di certo non ne faró passare altri 10 giorni.
Vi prego di scusarmi ma non potevo neanche avvisarvi...

Grazie se siete rimaste e non vi siete stancate di aspettare, a prestissimo. ❤

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