21. BECKY

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Becky ricordò la storia della seconda guerra contro i Titani dai racconti al Campo Mezzosangue. Spesso, durante i falò, si narravano appunto le gesta dei grandi eroi che avevano alloggiato al campo, magari con un qualche contributo visivo da parte dei figli di Ecate, a cui piaceva modellare immagini dal fumo colorato. Ricordò che Crono, troppo debole per mostrarsi nella sua vera forma, aveva posseduto il corpo di Luke Castellan, figlio di Ermes. Ricordò che il semidio aveva dovuto tuffarsi nello Stige per rendersi invincibile e in grado di ospitarlo senza polverizzarsi. Ma allora, come mai ora il Titano aveva occupato Percy Jackson senza che saltasse in aria? Ok, anche il figlio di Poseidone si era recato negli Inferi per ricevere il Marchio di Achille, ma in seguito, superando il piccolo Tevere ed entrando al Campo Giove, l'aveva perso. Crono non avrebbe certo potuto costringerlo a riprovarci, perchè non sarebbe uscito vivo dal fiume infernale. Allora, com'era possibile che Percy fosse lì, vivo e vegeto, e li squadrasse dall'alto in basso con quegli inquietanti occhi d'oro? E come avrebbero potuto salvarlo, senza che facesse la stessa fine di Luke? E come mai, tra l'altro, il Titano era vivo? Era immortale, vero, ma stando a Chirone non avrebbe più potuto tornare abbastanza in forze da rinascere.

Apparentemente, Becky non era l'unica che si stava facendo quelle domande. Con una rapida occhiata ai suoi amici, si accorse che tutti erano rimasti pietrificati dalla rivelazione. Annabeth si stava sforzando di rimanere impassibile, anche se stava impallidendo sempre più. La figlia di Apollo non avrebbe mai saputo dire cosa le passasse per la mente, anche se poteva immaginarlo bene.

Alzò gli occhi su Crono. Percy aveva solo una trentina d'anni, per cui era ancora giovane a modo suo, e si teneva molto bene. Aveva sentito dire, in uno di quei tipici discorsi da ragazze, che tra i sette della profezia il più carino dovesse essere Jason Grace ma, in quel momento, si accorse che a confronto della perfezione del figlio di Giove preferiva quei capelli neri spettinati e quel sorrisetto scaltro... gli dispiaceva non poter vedere i leggendari occhi verde mare, però. Crono se l'era scelto bene, l'ospite. Ora poteva avere tutte le abilità di Percy Jackson. Oddei. Becky deglutì. Lei era la semidea della profezia... non avrebbe mai potuto prevalere in combattimento solo sul figlio di Poseidone, figuriamoci su di lui e il re dei Titani insieme. Trattenne un conato di vomito. I suoi amici erano lì, le avrebbero dato una mano. Contava soprattutto su Ryan. Lui non l'avrebbe abbandonata.

-Amico- fischiò Leo. -Ti trovo bene.

Ma come faceva a tirare fuori certe cose in momenti del genere?

-Leo Valdez- tuonò Crono. Sorrideva. -Il semidio che ha distrutto Gea. Continuo a chiedermi come sia possibile.

Becky si chiedeva la stessa cosa da quando lo conosceva, e sapeva di non essere l'unica. Probabilmente il figlio di Efesto se lo era sentito ripetere un mucchio di volte, da quand'era successo il tutto.

-Ah, già, era la tua mammina...- disse il semidio. -Nessun rancore, vero?

-Se lei stesse governando il mondo, non potrei farlo io- confermò il Titano. -Ti distruggerò per ultimo, come ringraziamento.

-Gentile da parte tua- commentò Leo. -Facciamo che mi offri il pranzo e poi mi uccidi per penultimo. Ci stai, vero?

-Leo!- lo rimproverò Piper.

-Che c'è? Muoio di fame.

Crono era sempre nello stesso punto, con lo stesso sorrisetto beffardo stampato in faccia. Sembrava troppo sicuro che avrebbe vinto. E in cuor suo, anche Becky lo era un po'.

-C-che hai fatto a Percy?- Annabeth riuscì finalmente a parlare.

-Non vedi?- rispose il Titano. -è qui. Sta benissimo. Non è vero, Jackson?

Eroi dell'Olimpo: 15 anni dopoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora