10. DAN

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Dan ringraziò gli dei quando vide una porta in fondo al tunnel che stavano percorrendo. Non aveva mai amato troppo le fogne, come ogni persona normale, ed era ansioso di andarsene da lì. Non solo perchè il forte odore gli stava lentamente facendo venire il bisogno di vomitare, ma anche perchè il suo sesto senso si era messo in funzione. Aveva una brutta sensazione da qualche minuto a quella parte, ma non aveva detto niente agli altri per non farli preoccupare.

Becky aveva affrettato il passo verso la possibile uscita, dietro a Ryan. Dan non si scompose, e continuò a camminare alla stessa velocità. Sentì un gorgoglìo molto potente provenire dall'acqua, e si voltò per dare un'occhiata. Quando vide la testa di un enorme creatura fare capolino dalla sporcizia, si maledisse per non aversi dato ascolto prima. Portò una mano alla cintura, dove la sua spada di bronzo celeste lo aspettava, ma il mostro non gli prestò molta attenzione e si avventò sulla figlia di Apollo con una velocità tale che Dan non riuscì neanche a gridare per avvertirla. Un tentacolo enorme e di color fango -se fosse così di natura o per altri motivi era un mistero- la colpì violentemente allo stomaco scaraventandola contro il muro. Ryan, che aveva raggiunto la porta e aveva già una mano sulla maniglia, si accorse solo allora dell'attacco.

-Come...? Perchè...?- iniziò a borbottare.

-Certo che ci sei davvero di grande aiuto, Einstein- disse Dan alzando gli occhi al cielo, sguainando del tutto la spada.

-Mi dispiace- si giustificò l'altro. -Sto solo cercando di capire cosa ci fa un'Ozena nelle reti fognarie del Labirinto...

-Potreste finirla di fare gli idioti e darmi una mano?- si lamentò Becky, alzando la voce.

Il figlio di Nike si precipitò da lei e le offrì la mano per rialzarsi in piedi. La vide arrossire al contatto con le sue dita. Beh, a chi non faceva quell'effetto?

-E... e comunque, cosa sarebbe un'Ozena?- continuò la ragazza, fuggendo al suo sguardo per posarlo sul mostro, che aveva cambiato bersaglio.

Ryan fece un salto carpiato all'indietro nell'evitare un tentacolo. Dan rimase di sasso... insomma, neanche lui era capace di fare un'acrobazia del genere. Com'era possibile?

Anche Becky all'apparenza era sbalordita. Ma il figlio di Atena non diede peso ai loro sguardi e rispose nel modo più naturale possibile in quella situazione.

-Certo che potreste arrivarci... è questo coso qui.

Indicò la creatura che era uscita dall'acqua sudicia per metà. Era una piovra enorme.

-Molto sintetico, per essere un figlio della dea della saggezza- commentò Dan.

-Hai bisogno di una mano?- domandò Becky, portando una mano alla faretra e fallendo nel tentativo di incenerire il figlio di Nike con gli occhi.

Ryan tranciò con la spada malandata un tentacolo che gli si era avvicinato troppo, e si abbassò a una velocità sorprendete per scagliarne un altro. Era sempre stato così atletico?

-Non sarebbe una cattiva idea, sai?- urlò.

Dan sorrise al sarcasmo della frase e decise che forse era il caso di intervenire. Mentre la figlia di Apollo tempestava il mostro di frecce, cercando di mirare per lo più agli occhi, raggiunse l'altro e iniziò a dargli una mano. Continuarono a respingere i tentacoli che cercavano di avvolgerglisi alla vita, ma ogni volta che ne cadeva uno, un altro cresceva alla svelta a rimpiazzare l'arto mutilato. Non avrebbero concluso niente in quel modo.

-Non dovremmo... che ne so... cercare di avvicinarci e...- iniziò a proporre Dan, ma venne subito interrotto da Ryan.

-Te lo sconsiglio. Di avvicinarti. Se non ricordo male le Ozene sono famose per il fatto che uccidono soffocando la preda. La trascinano sott'acqua e iniziano a stringere con i tentacoli. Stupidi polpi. Ah, scusa, volevo dire gasteropodi.

Eroi dell'Olimpo: 15 anni dopoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora