Capitolo 5. Il ponte delle eliche.

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Draco Pov's
Decisi per il breve tempo libero che avevo di fare un piccola passeggiata sul ponte, infondo ero rinchiuso li dentro, non avevo tante opzioni di svago per distrarre la mente. Nonostante la nausea fuori era una bella giornata, il sole splendeva e una dolce brezza oceanica mi scompigliava i capelli. Guardai l'oceano sospirando, all'orizzonte c'era solo acqua e non sapevo se esserne inquietato o meravigliato, tutta quell'immensità vista da un'enorme barca che solcava i mari. Proprio in quel momento mi ricordai di ciò che era accaduto la sera prima, avrei davvero dovuto dimenticarmi al più presto di quel ragazzo, ormai infestava i miei pensieri da troppo tempo. Continuai a camminare sul ponte, un piede dopo l'altro senza sapere dove sarei finito, intorno a me, molta gente del mio livello sociale era sdraiata sui lettini a prendere il sole, oppure si godeva l'aria mattutina con il coniuge... Io avrei dovuto sposare quella vipera di Pansy? Probabilmente sarei morto piuttosto che prenderla in moglie, non era brutta, anzi devo ammettere che era anche piuttosto carina, coi capelli neri e lucenti che le ricadevano sulle spalle e i grandi occhi color petrolio, eppure oltre al caratteraccio, neanche il suo aspetto mi convinceva. Mi passai una mano fra i capelli inspirando profondamente. Camminando arrivai alla ringhiera che si affacciava al ponte di terza classe, li sembravano divertirsi tutti molto di più, nessuno era immobile e zitto a fissare l'orizzonte, tutti ridevano, alcuni sorseggiavano una birra da quattro soldi altri si fumavano una sigaretta parlando coi compagni. Notai che anche quegli occhi smeraldo che erano diventai il mio punto fisso si trovavano fra la folla, mente un vecchio dalla barba nera e ispida suonava il flauto lui, danzava allegramente con una ragazza dai capelli rosso fuoco, e a quella visione, ebbi una specie di sussulto innaturale, mille e più domande invasero il mio cervello. Chi era? Stavano forse insieme? Perché era così felice mentre la stringeva a se? Infondo non avrebbe dovuto importarmi di lui, era feccia in confronto a me, eppure... La musica cessò, e lui con un sorriso smagliante si staccò dalla sua dama e raggiunse un altro dai capelli color carota che parlava con una ragazza educatamente seduta. Si accese una sigaretta e iniziarono a parlare, non avevo mai provato a fumare... Chissà com'era.  Decisi di voltare le spalle a quella visione e recarmi nella sala da pranzo per il banchetto della colazione, fortunatamente nessun membro della mia famiglia si era presentato, così notando che il figlio del signor Zabini era seduto da solo, afferrai una tazza di the dal buffet e andai a sedermi vicino a lui. -Buongiorno.- intimai. -'giorno.- disse mettendosi una mano davanti alla bocca mentre mandava giù l'ultimo pezzo di croissant alla marmellata. -come stai?- chiesi mentre iniziavo a sorseggiare il The, aveva un retrogusto molto dolce, more probabilmente.  -bene, tu invece? hai delle occhiaie da far paura.- disse sorridendomi, i suoi denti inspiegabilmente bianchi contrastavano con la carnagione scura. -quelle sono naturali, te lo assicuro, comunque ho un po' di nausea ma per il resto sto bene, tu?- chiesi sorridendo. -magnificamente, la nave va a meraviglia, mio padre è andato a parlare col capitano, la tua famiglia?- chiese poi assaggiando una cucchiaiata di pudding. -penso che mio padre stia facendo un giro sul ponte a quest'ora, mente Pansy si dovrà ancora svegliare.- risposi afferrando un biscotto alla frutta. -sai, se devo essere sincero, non ti vedo esattamente cotto di lei- disse guardandomi negli occhi. -non mi vedi esattamente cotto di lei?- chiesi ghignando. -io la detesto.- risposi infine. -bella storia...- disse lui cercando di non ridere. Scossi la testa, mi piaceva parlare con Blaise, avevo già sentito parlare di lui e suo padre in dei giornali, non mi aspettavo che fosse simpatico.
Il resto della giornata passi tranquillamente, volendo tralasciare Pansy e mio padre che mi diedero contro ogni volta che ne ebbero l'occasione. Solo a cena diventarono irritabilmente insopportabili.
-Draco ha appena finito gli studi, ora andremo in America per far si che trovi un ottimo posto di lavoro.- disse con finto orgoglio mio padre.
-deve solo riuscire a calmare le sue strane idee adolescenziali, e ricordarsi di tenere ben a posto la testa sulle spalle, non è vero Dray?- chiese Pansy sorridendomi. Io risposi facendo una piccola smorfia e continuando a tagliare la carne che avevo nel piatto. -si più socievole Draco.- continuò lei mentre sorrideva a qualcuno nel lato opposto del tavolo. -la vuoi piantare di fare la finta donnina premurosa? Io ringrazierei il cielo perché nessuno ha capito che sei un arpia.- scattai. Lei sbarrò gli occhi di colpo e mio padre si alzò bruscamente in piedi. -che simpatico che sei questa sera Draco, perché non vieni con me a scambiare due paroline.- disse mio padre sprezzante. -con piacere.- dissi io fissandolo gelidamente. Mi alzai e scoccai un ultimo sguardo a Blasise che mi guardo preoccupato. Dopo essere usciti dalla sala ed essere arrivati in un posto più appartato mio padre esplose. -spiegami cosa diavolo ti passa per la testa? Vuoi ritrovarti sotto un ponte non appena metteremo piede fuori da qui?- chiese irato. -non ho intenzione di sposarmi con quella lucciola* da strada!- protestai io. In quell'istante sentii qualcosa colpirmi violentemente la faccia. Caddi per terra con un tonfo sordo. -non hai scelta.- ringhio a denti stretti. Mentre la guancia bruciava per il forte schiaffo lo guardai tornare verso il tavolo con un sorriso. Il mio cuore batteva forte, e le mie mani tremavano febbrilmente. Mi alzai in piedi diretto ovunque tranne che li, iniziai a correre, scesi numerose rampe di scale e poi uscii allo scoperto fra le accoglienti braccia della notte, il vento era gelido quindi facevo fatica a tenere gli occhi aperti già colmi di lacrime. Mi fermai soltanto quando sentii il mio stomaco sbattere contro una fredda ringhiera in ferro. Aprii gli occhi e vidi che mi trovavo sul ponte delle eliche, proprio alla poppa della nave. Ora sapevo cosa dovevo fare, tenendo le mani strette sulla ringhiera scavalcai, ritrovandomi sotto il vuoto. Il rumore era assordante, ma nonostante quel fracasso, sentii una voce calda e famigliare dietro di me. -non si butti!- era calma ma sembrava disperata.

Spero che il nuovo capitolo di questa Fanfiction vi sia piaciuto, scusate tanto l'assenza ma sono stata via e ho avuto dei piccoli imprevisti, con affetto, lasciate tanti commenti e stelline.

Titanic-DrarryWhere stories live. Discover now