3.La frana

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Si svegliarono tutti molto presto, poco dopo l'alba. La notte travagliata era stata poco riposante, e tutti erano stancamente assorti nei loro pensieri. La temperatura era precipitata durante la notte a causa della tempesta, ma i sacchi a pelo avevano tenuto abbastanza al caldo tutti quanti. Prepararono di nuovo un the caldo per tutti, che sorseggiarono con piacere attorno al fuoco, facendo colazione.
Louis uscì per andare a fare i suoi bisogni. L'aria era frizzantina e il cielo grigio, e lui si sentiva in pace con sé stesso: era riuscito ad affrontare una giornata di escursione di tutto rispetto, ed ora era elettrizzato perché sarebbero giunti al ghiacciaio, ancora più in alto. Era riuscito a riposare bene grazie ad Harry, che l'aveva tenuto abbracciato, come aveva scoperto con grande imbarazzo al mattino, ma si era reso conto che i confini personali si erano molto allentati durante l'uragano della notte, perché anche altri erano piuttosto vicini tra di loro, schiena a schiena o semiabbracciati come loro, per cui si rincuorò. La lontananza dalla civiltà aveva ridotto gli spazi vitali di tutti, facendo acquisire loro la confidenza data dall'aver condiviso un'esperienza insieme.
Adempiuti i suoi bisogni, Louis rientrò stringendosi addosso il pile tecnico e la giacca a vento, infreddolito.
Liam stava spiegando ad uno di loro che non c'era campo, ma le chiamate di emergenza erano tranquillamente effettuabili, anzi il dispositivo di localizzatore satellitare degli smartphone e degli I-phone funzionava anche col telefono spento, quindi era più facile per i soccorsi individuare i dispersi.
Louis si rese conto in quel momento di aver fatto una grande cazzata, aveva lasciato il telefono nella tasca laterale dello zaino dell'attrezzatura, in auto.
-Porca miseria. Ho lasciato il telefono in macchina. Non che mi serva a molto, ma mi spiace- si lamentò.
-Tanto non ti serve a nulla, se non ad aggiungere peso allo zaino- lo consolò Harry.- Se avrai bisogno, ti presto il mio, per quel che serve-
-Grazie, Harry. Mi sento perso, a sapere di non averlo con me-
Intavolarono tutti insieme una discussione su quanto tutti fossero ormai dipendenti dal cellulare, riconoscendosi in quello che aveva detto Louis. Intanto sistemarono gli zaini, spensero accuratamente il fuoco e si misero in marcia, dopo aver riempito le bottiglie con l'acqua del ruscelletto che scorreva ad un centinaio di metri dal rifugio.
Liam si acciglio': l'acqua era leggermente torbida, e tenne per sé il suo timore, ovvero che potesse esserci stata qualche frana a monte.

Liam in realta' era preoccupato. Era nella sua natura programmare tutto ed avere ogni cosa sotto controllo, e l'episodio del vento e di Louis il pomeriggio precedente, e l'uragano poi, avevano insinuato nella sua mente il dubbio di aver scelto un percorso troppo difficile per quel gruppo.
Alcuni erano esperti, e tre di loro erano già stati in quella zona; ma c'erano anche persone non esperte, e avrebbe dovuto organizzare un percorso più alla loro portata, oppure selezionare un gruppo più omogeneo.
Con questi pensieri in mente, era preoccupato per la seconda difficoltà dell'itinerario, ovvero il costeggiare il ghiacciaio.
Avrebbe dovuto tenere d'occhio gli inesperti.
Harry, la cui esperienza era settoriale, limitata più che altro ad arrampicate su roccia, era in realta' cauto di natura e sapeva muoversi in montagna, per cui lo preoccupavano piu' il fotografo ed un altro paio di escursionisti.
Sentendo un grande peso sulle spalle, spiegò con tono più severo di quel che avrebbe voluto l'itinerario del giorno, mentre lasciavano il rifugio alle loro spalle.
La salita sarebbe stata dura, non avrebbero fatto tanti chilometri, quanto piuttosto si sarebbero alzati di molto in quota.
Chiese ad Harry e Louis di stargli vicino; l'amico, anche se non particolarmente esperto, era di grande conforto per lui.
Salirono per un viottolo riparato dalla parete di roccia, dove era cresciuto del ginepro, e all'improvviso videro un branco di stambecchi ad un centinaio di metri da loro. Si arrestarono, cercando di non fare rumore, trovandosi perfettente controvento. Louis estrasse il teleobbiettivo e lo applicò alla fotocamera, ottenendo degli scatti davvero notevoli quando si spostò di una ventina di metri. Soddisfatto, ripose il tutto e sollevò il capo, notando solo allora una imponente frana, che era nascosta agli occhi degli altri da una prominenza rocciosa.
-Ehi, Liam, vieni a vedere e dimmi se dovremmo passare di là-
Liam seguì Louis, che gli indico' la slavina, e spalancò la bocca: evidentemente l'uragano della notte precedente aveva smosso le rocce, perché un'imponente frana aveva ricoperto un punto dove per davvero sarebbero dovuti passare.
-Cazzo, non ci voleva- mormorò, pensando al da farsi. Harry, che era vicino a loro, aveva visto l'amico sgranare gli occhi e capì che c'erano guai in vista. Lo vide estrarre la cartina topografica e la bussola, e gli si avvicinò.
-Problemi?-
-Sì, cazzo. Saremmo dovuti passare di là.-
Liam valutò la situazione. Era abbastanza grave, in effetti. Avrebbero allungato la camminata di almeno quattro ore, per circumnavigare la slavina, senza contare che passarci sotto sarebbe stato da incoscienti.
Passarci sopra era improponibile, perché avrebbero avuto bisogno di improvvisare una ferrata, e non avevano l'attrezzatura; né chiodi, né picconi, né niente.
L'unica sarebbe stata attraversarla; o tornare indietro.

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