Capitolo 2. Una lussuosa prigione.

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Draco pov's
Scesi davvero di malavoglia dalla macchina, Pansy mi stava dietro altezzosamente e mio padre mi squadrava continuamente. Guardai la nave per qualche istante, era davvero grande, già migliaia di persone erano a bordo, aspettai che qualcuno venisse a prendere i nostri bagagli e mi feci scortare fra la folla di plebe insieme alla mia 'famiglia' sulla cosiddetta nave dei sogni, che per me, non era altro che un enorme prigione lussuosa. La ragazza coi capelli neri e il naso all'insù accanto a me mi porse una mano, fui costretto ad accettare, sentivo gli occhi di mio padre perforarmi la nuca. Salimmo sulla passerella diretti agli alloggi di prima classe, almeno ci tenevano divisi da quegli animali della seconda e terza classe... All'interno si trovavano disposte all'entrata due poltrone in velluto rosso con dei candelabri appesi elegantemente al muro. Camminammo per qualche minuto fra i passeggeri più ricchi decisi a trovare i nostri alloggi, mio padre aprì la porta alla mia dama. Lei oltrepasso la soglia della suite con stupore, effettivamente non era niente male, il letto a baldacchino verde matrimoniale e due tavolini erano posizionati ai lati della stanza, sopra c'erano posati alcuni gingilli come orologi d'oro e specchietti. Un camino era stato costruito difronte al letto. Mi sistemai la giacca e guardai Pansy sedersi posatamente sul divanetto li vicino. -lo trovo davvero bello.- disse lei velata, in quel momento uno scossone vi avviso che la nave era partita, riuscii a rimanere in piedi e lei strinse i braccioli della poltrona.  -forse un tantino spartano ma ci si può abituare...- concluse guardandosi intorno. Io la guardai sbigottito, quella ragazza non sapeva accontentarsi di niente, era vero, anch'io essendo figlio di un conte pretendevo sempre il meglio, ma non puntigliosamente come lei. -️bene, vi lascio soli, ci vedremo per cena...- disse mio padre prima di uscire dalla stanza e chiudere la porta con un tonfo sordo. -è stato un viaggio faticoso- disse lei assonnata. -vai pure a letto cara.- dissi io con un finto sorriso. Lei ricambiò e afferrò una valigia trascinandola in bagno per cambiarsi. Scossi la testa sconcertato... Decisi di andar a parlare con mio padre. Non importava quello che diceva se alla fine ci rimettevo sempre e solo io. Uscii dalla cabina e mi guardai intorno, feci qualche passo e mi trovai davanti agli alloggi privati di mio padre, bussai tre volte. -si?- chiese la sua voce ovattata. -padre, vorrei parlarti.- dissi fievolmente. -entra.- disse soltanto. La sua stanza era molto simile alla nostra, lo notai non appena entrai. -volevo chiederti alcune cose...- dissi sempre con un tono sottomesso. -dimmi.- era davvero molto eloquente quel giorno, pensai ironicamente. -perché devo sposare quella ragazza, io non la amo!- dissi velocemente mentre un po' del mio coraggio veniva a galla. -Draco!- sibilò lui a denti stretti. -ne abbiamo già parlato, dopo che tua madre, la contessa ci ha lasciati, non ho più avuto un soldo da parte, ed è giusto che tu ti sacrifici per il bene della famiglia sposando quella ragazza, così il nostro nome caduto nel fango si ergerà nuovamente e commercialmente saremo immuni.- spiegò di fretta Lucius come per paura che qualcuno lo sentisse. -perché non puoi trovarti un lavoro?- chiesi io. -io non andrò a lavorare, vuoi andarci tu?  Ti piacerebbe che ci portassero via tutti i nostri beni eh? Come pensi che finirebbe tutto questo Draco?- chiese lui acidamente. Io scossi la testa. -bene, quindi, promettimi che non farai più domande stupide come queste.- disse lui stanco. -stupide? Stupide?! Si tratta della mia vita e ti sembra stupido? Sei un insensibile!- ringhiai. -come osi? Vuoi condannarci entrambi?- mi guardò così intensamente da farmi bruciare qualcosa dentro, era doloroso e insopportabile. -preferirei morire che vivere col rimorso!- dissi infine liquidando li il discorso. Furioso uscii da lì e mi diressi al ponte per prendere un po' d'aria fresca. Ero ormai adulto ma le lacrime minacciavano di uscirmi comunque.  Strinsi i pungi e continuai a camminare fino a che non arrivai ad una ringhiera, iniziai a guardare l'orizzonte. Sentii delle urla provenire dal basso. Osservai il ponte sotto di me, quello dei passeggeri di terza classe. Le urla provenivano da due ragazzi, uno era rosso, l'altro aveva i capelli di un nero carbone, e portava gli occhiali, erano strani, felici di essere qui. Non riuscivo a distinguere i loro discorsi ma vidi il moro andare a sedersi ed accendersi una sigaretta. Tornai a guardai il cielo, quei colori pastello che dominavano l'atmosfera. Poi il mio sguardo cadde nuovamente sul ragazzo, in quel momento anche lui mi stava osservando, era comodamente seduto sulla panchina e teneva la sigaretta fra le labbra, oltre il riflesso delle lenti notai i suoi occhi verde smeraldo, erano allegri, avevano voglia di vivere e di essere vissuti. I suoi vestiti erano simili a stracci ma... Stranamente gli donavano soltanto, sembrava che niente potesse stargli male. -Draco!- urlò una voce maschile e famigliare. Distolsi velocemente lo sguardo dal ragazzo. -ho appena parlato con la Signorina Parkinson. Abbiamo deciso di spostare il vostro matrimonio.- borbottò. -davvero?- chiesi sbalordito. -si, appena attraccheremo ci dirigeremo verso la cattedrale, si svolgerà li la cerimonia.- disse veloce. - CHE COSA?!- chiesi rabbioso. -non discutere con me, questa è la mia decisione, non portai fare niente per cambiarla, ricordati, la cena è alle otto, passa a prendere la ragazza e sii puntuale.- sbottò Lucius. Strinsi i denti e lo guardai con tale odio da incenerirlo. Me ne andai scoccando un ultima occhiata al ragazzo che aveva già distorto lo sguardo ed ora intratteneva una fitta conversazione con l'amico. Quel ragazzo fu l'unico passeggero di classe inferiore alla mia che avessi mai degnato di uno sguardo, avevo una voglia segreta che si ricordasse di me, forse era la sua libertà che mi affascinava, lo sentivo anche da lontano, il profumo della vita vera. Feci qualche giro per il ponte fino al tramonto. Infine mi diressi nelle mie stanze per andare a prendere Pansy, non riuscivo a togliermi dalla testa quel ragazzo di terza classe, la sua vitalità mi aveva dato speranza.

Secondo capitolo, scusate tanto gli errori, spero vi piaccia, lasciate commenti e accendete una stellina.

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