•Capitolo 36•

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Louis' P.O.V

Aspettai che Harry si addormentasse, poi mi alzai delicatamente e mi diressi in bagno per fare una doccia. Appena chiusi la porta dietro le mie spalle, ci scivolai contro e scoppiai a piangere e mi finii di sfogare. Davanti a Harry ero stato forte, non volevo che lui si preoccupasse e stesse male per me, ma dentro di me la tristezza e i sensi di colpa per aver coinvolto così tanto Harry emotivamente in quella situazione in cui mi trovavo mi laceravano la carne, mi strappavano l'anima in minuscoli pezzettini.

Posai i gomiti sulle ginocchia e portai le mani sul viso, per cercare di spezzare i singhiozzi e di conseguenza per renderli meno rumorosi: l'ultima cosa che volevo era svegliare Harry e lasciare che mi vedesse in quello stato. La mia attenzione si rivolse distrattamente alle mattonelle del pavimento, le mie dita a tracciarne i contorni distrattamente. Cercai di respirare a dovere, e di calmarmi.

Sentii il cellulare vibrare e illuminarsi notificando un nuovo messaggio e, ovviamente, era quel bisbetico gnu rimbambito.

Da: Signor Calder
Domani mattina ti chiamo di buon ora, devo parlarti di una cosina... Intanto, buonanotte.

Sospirai frustrato, decidendo di non rispondere al messaggio. Mi avvicinai al lavandino per lavarmi il volto dalle lacrime, e quasi non riconoscevo me stesso nel riflesso dello specchio fissato sopra di esso.

Avevo due occhiaie profondissime, che percorsi con le punte degli indici, mi era cresciuta un po' di barba che di solito ero sempre attento a radere e i miei occhi azzurri avevano perso il colore azzurro brillante pieno di vita che qualche mese prima possedevano ancora. Inoltre i miei capelli si erano leggermente allungati, e non avevo ancora preso l'iniziativa di tagliarli. A/N: (Aspetto di Louis: foto allegata)

Sospirai asciugandomi la faccia e decidendo di rimandare la doccia al mattino seguente, lavai i denti e poi rimasi a fissare il mio viso nello specchio ancora qualche secondo, chiedendomi cosa ci trovasse Harry in me. È vero, sapevo di non essere brutto, ma non ero bello come Harry, i suoi ricci color cioccolato e i suoi occhi verdi, e oltretutto negli ultimi tempi non mi curavo neanche come prima. Non ero impresentabile ma ero diverso, e non in senso positivo, almeno per me... Cosa ci trovava Harry in me? Perché continuava a stare con me che avevo un sacco di problemi e che non compensavo neanche nell'aspetto fisico?

Quasi rincominciai a piangere, ma riuscii a contenermi, lo feci per Harry.

Misi velocemente il pigiama e mi trascinai sul letto, imponendomi di non pensare troppo e di dormire. Dovevo solo ringraziare Dio per la svolta che aveva preso la giornata e per la capacità di Harry di perdonare, di amare...

Chiusi le palpebre, risucchiato in incubi che alla fine non mi fecero dormire molto, perché ogni volta che prendevo sonno mi ritrovavo incatenato all'altare, che aveva anche preso fuoco.

Si fecero le cinque del mattino quando mi svegliai per l'ennesima volta, così decisi di alzarmi, fare una doccia e aspettare la chiamata del signor Calder.

E fu proprio quello che feci, per poi ritrovarmi vicino la finestra aperta, che faceva entrare nella stanza un bel venticello caldo di Maggio. Diedi un'occhiata fugace al magnifico corpo magro e slanciato sul letto, ancora dormiente. Soffermai lo sguardo sulle sue lunghe ciglia accarezzanti le guance per le palpebre chiuse, poi osservai quei ricci così morbidi al tatto, per poi passare alle sue rosse e dolci labbra. Cercai di impremere nella mia mente più particolari possibili di quella visione perfetta, dalla sua pelle chiara e così baciabile, a come il suo corpo era contornato dalle lensuola che si ostinava a mettere anche se fuori facessero quaranta gradi.

La mia calma fu smorzata dalla vibrazione del mio cellulare, risposi subito rattristito per non far aspettare quella creatura facilmente irritabile.

"Louis Tomlinson." m'introdussi.

"Sono felice che tu sia sveglio, Louis, mi sarei arrabbiato se tu non lo fossi stato dopo l'avviso di ieri sera a cui non hai risposto." mi ammonì da subito, io sbuffai un po'. Ma comunque lui mi aveva strappato via il sonno, non sarei mai riuscito a dormire.

"Mi dispiace, signore." mi obbligai a dire e quasi lo sentii ghignare dal telefono. Strinsi i pugni arrabbiato, e guardai Harry per calmarmi un po' e per ricordarmi di parlare piano per non svegliarlo.

"Bene, sei di buon umore." non proprio, sto solo salvando il mio futuro, "Comunque volevo dirti che entro domani sera devi fare la proposta a Elly, se no ci sarà troppo poco preavviso. È fra quasi un mese e mezzo il matrimonio, non scordarlo." immediatamente sussultai e mi si formarono le lacrime agli occhi. Il mio Harry...

"Sarà fatto... Buona giornata signor Calder." dissi con voce rotta e aspettai il suo "buona giornata" prima di riattaccare e cancellare accuratamente la lista chiamate e tutti i messaggi col signor Calder.

Asciugai gli occhi e sospirai, avvertendo il fortissimo impulso di voler schiacciare il cellulare sotto la mia scarpa.

Decisi che avrei parlato con Eleanor l'indomani mattina, e quel giorno mi sarei dedicato ad Harry l'intera giornata, perché probabilmente era l'ultima volta che potevamo uscire insieme. 

Mi sedetti accanto a lui nel letto, e presi ad accarezzargli i capelli, pensando a come avrei fatto il giorno dopo a dirgli che avevo chiesto ad Eleanor di sposarmi... Oltre a intrappolarmi con sua figlia per tutta la vita, il signor Calder mi obbligava a spezzare il cuore di Harry... Ma in fondo era colpa mia, non dovevo stare con lui, conoscendo la situazione in cui ero, perché sapevo che l'avrei fatto soffrire prima o poi. Ero così sbagliato...

Le palpebre di Harry si aprirono lentamente, i suoi occhi verdi brillarono nella penombra della stanza, e sorrisi a vedere quel colore stupendo, che mi incantava come niente al mondo e mi dava la sicurezza che almeno qualcosa bella nella mia vita c'era stata: era lui.

"Hey, già sveglio?" biascicò, aggrottando le sopracciglia confuso. "Da quanto tempo mi stavi guardando dormire? Pensa se russavo, è imbarazzante." prese il mio cuscino accanto al suo volto e se lo mise in faccia.

Ridacchiai per quanto era adorabile, "Buongiorno." mormorai, togliendogli il mio cuscino dal viso e mi avvicinai per baciargli le labbra dolcemente. Lui arrossì, e possibilmente mi innamorai ancora più.

" 'Giorno" ricambiò e sorrise impacciato in modo adorabile, "Perché sei già sveglio?"

Passai un dito a contornare le sue labbra rosse e piene da cui ero stregato, poi sorrisi leggermente, "Oggi salti le lezioni e usciamo insieme, per tutto il giorno. Non è un invito, è un dovere da fidanzato." gli dissi, lui scoppiò a ridere e quasi mi vennero i brividi a quel suono dolce.

"D'accordo." concesse, tra una risata e l'altra. Divenni pensieroso, cercando di registrare la sua risata in testa, chiedendomi quando l'avrei risentita, ma poi sorrisi. Dovevo essere forte per Harry.

"Bene, ora andiamo." me lo caricai in spalla, lui urlò e cercò di divincolarsi dalla mia presa mentre raggiungevo il bagno ma l'unica cosa che ottenne fu una pacca sul sedere. Lo rimisi gentilmente a terra appena entrai nella stanza, e gli dissi di farsi una doccia. Lui acconsentì semplicemente.

"Lou, ma possiamo davvero uscire insieme? Sei... sicuro?" disse incerto quando stavo per uscire dal bagno, io sospirai, mi voltai e sorrisi forzatamente.

"Sta' tranquillo, amore." gli risposi e lui si avvicinò per scoccarmi un bacino sulla guancia al quale arrossii... era la mia forza.

Ciao people!
Spero vi piaccia il capitolo anche se è di passaggio... Narra delle insicurezze di Louis, che Harry nota poco perché Louis si impone di essere forte davanti a lui... La sua maschera durerà molto?

Love you all,
-M


† Since we were 18 † -Larry StylinsonWaar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu