13. Birthday

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13. «Non voglio tornare di là. Hai idea di quanto sia vendicativa Katy? Julie potrebbe anche non perdonarmi per averle mentito.» «Fai sul serio?» Inarcò un sopracciglio. «Ma chi se ne frega, Alexis. Davvero ti importa di una stronzata del genere? Pensi davvero che Simon o la maggior parte delle persone sedute a quel tavolo non sapessero già che ci siamo baciati? O che quanto meno non lo immaginassero?» Sbatté la porta alle sue spalle, strinse le mascelle. Non l'avevo mai visto così arrabbiato con me. Probabilmente riteneva il mio atteggiamento molto infantile, e anche io.

«L'ho detto senza pensare, mi dispiace ma... Tra pochissimo sarà il tuo compleanno. Smettila di trovare scuse per chiuderti in una stanza e va' a divertirti, diamine.» «Il motivo per cui sono offesa è che mi dà fastidio sapere che per te sono intercambiabile.» Sgranò le palpebre, poi sulle labbra gli si disegnò un quasi impercettibile sorriso che mi fece sentire un'emerita idiota. Perché l'avevo detto? «Mi hai sentito poco fa? Sei l'unica persona con cui mi piace passare il tempo, ultimamente, e non ho intenzione di portarti a letto, se è quello che pensi che io voglia fare. Non ci sto provando con te.» Deglutii visibilmente, poi mi voltai, incrociando le braccia. «Be', sembrava...» dissi in un mormorio. «Puoi star tranquilla. E puoi star certa che a nessuno frega niente di chi ti baci. Ci sono persone che vanno a letto con gente diversa ogni sera, ognuno fa quel che cavolo gli pare della propria vita.» «Okay, chiaro. Ora puoi andare.»

I suoi passi si avvicinarono e, mentre le sue braccia mi si stringevano attorno al busto, i miei piedi smisero di sentire il pavimento sotto di essi. Mi issò sulla sua spalla destra e sentii il vestito scoprirmi pericolosamente le gambe. Stavo per gridare, strepitare, ma alla fine dalla mia bocca uscì il suono di una profonda risata. Tirò giù il vestito. «Torniamo di là prima che qualcuno pensi che abbiamo consumato nella Jacuzzi di Olly.» «Dov'è la tua matrigna?» «Lei e mio padre sono tornati a Los Angeles, erano qui per le vacanze.» Ero sempre più confusa. E sua madre, in tutto ciò? «Non pensi che sia imbarazzante tornare fuori in questa posizione per me?» «Be', non ti decidevi a muoverti. Ti sto gentilmente trasportando.» Una volta sul portico Jake mi rimise giù. Tutti aveva ripreso a ballare, o a bere. Maya fece sbatacchire una decina di bicchieri, scoppiando a ridere e finendo col cadere sul bancone degli alcolici. Kurt la rimise su, ridendo. «Alla fine riportarti sulla mia spalla sarebbe stato meno imbarazzante di questo», disse Jake. «O meno di Braze che tenta di pulirsi con la lingua la torta dal naso.» «Vero.»

Dalle scale del portico riuscivo a vedere chi fosse ancora lì, seduto su quel divano. Parecchia di quella gente si era buttata in piscina tranne Simon, che vedevo solo di spalle. Riconobbi tra quei capelli mori una mano, e mi resi conto che quello aveva tutta l'aria di essere un bacio spassionato. «Guarda un po' cos'abbiamo combinato.» Non avevo dubbi che lui e Julie si piacessero, per cui non mi stupì più di tanto. Jake ne era rimasto meno indifferente di me. «Lei sa che domani Simon non si ricorderà neanche il suo nome?» La sua voce mi riscosse dai pensieri ed un senso di delusione misto a rabbia s'impradronì di me. «Magari no», dissi. Julie in realtà non si faceva quasi mai film mentali e, se un ragazzo facevo lo stupido, se ne dimenticava e cambiava cotta. «Magari il nome se lo ricorderà, ma niente più.» «Comunque sia non credo che a lei dispiacerebbe più di tanto.» «Meglio così.»

Scoccata la mezzanotte, Jake fu il primo a farmi gli auguri perchè putacaso eravamo insieme e, nonostante avessi lottato almeno una decina di volte per non farmi buttare in piscina da lui e Travis, mi ero divertita davvero molto. Come ormai non facevo da tempo. E, peraltro, Jake aveva avuto ragione perché a nessuno interessava chi mi fossi o non fossi baciata, o almeno non lo diedero a vedere quella sera. Ero abbastanza certa che avrei dovuto dare spiegazioni nei giorni successivi. Charlotte e le altre mi avevano regalato qualcosa di Victoria's Secret che pensai fosse meglio non aprire lì davanti a tutti, mentre alcune compagne di corso una palette di ombretti, dieci rossetti di colori intercalanti tra il rosa e il rosso, e un'eye-liner liquido che tanto non avrei saputo usare. Però erano state molto generose e gentili, considerato che avevamo davvero preso confidenza solo nelle ultime settimane.

Amami nonostante tuttoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora