-Ma così non lo uccideremo mai... giusto?- domandò il figlio di Nike.

-Ehm... già.

-Vada per la mia idea, allora. Prego- disse spostandosi in modo da lasciar spazio tra Ryan e la piovra.

-Perchè io?- si lamentò l'altro.

-Non vorrai mica rovinare questi splendidi capelli con quello schifo d'acqua. Per non parlare del pericolo di rimanerci secco.

-Già, a proposito di quello...

-Dai, buttati!- disse Dan mettendogli una mano dietro alla schiena e spingendolo verso l'orlo dell'ampio marciapiede che stavano percorrendo. Ryan perse l'equilibrio e cadde di faccia nel sudiciume sottostante. Anche se la situazione era seria, il figlio di Nike non riuscì a trattenere una risata.

-Questa me la pagherai...- ringhiò il biondino, che era riemerso, prima che un tentacolo lo prendesse per la vita e lo tirasse sotto.

-Ryan!- gridò Becky, mentre si avvicinava. Aveva una freccia incoccata all'arco, ma esitava a scagliarla per paura di colpire l'amico. Rimase lì immobile per i due lunghi minuti che seguirono, con un'espressione indecifrabile sul volto. Quando anche Dan stava quasi pensando di iniziare a preoccuparsi, l'acqua iniziò a cambiare colore. Il sudiciume che fino a pochi istanti prima aveva quasi uniformemente il colore del cioccolato cambiò leggermente sfumatura, portandosi a un marrone-bordeaux. Sangue.

Cos'era successo là sotto?

Gli occhi di Becky si riempirono di lacrime. Non riuscì a versarne neanche una però, perchè il figlio di Atena sbucò in superficie.

-La prossima... volta- disse, ansimando nella ricerca d'aria. -...che ci provi... sarai... fortunato anche... solo se ti avrò... ucciso.... chiaro, Elliot?

Dan si lasciò cadere dalle spalle tutta la tensione che aveva accumulato in quei lunghissimi istanti in cui aveva iniziato a valutare la possibilità che non fosse sopravvissuto. -Devi solo provarci.

-Oh, Ryan! Per fortuna stai bene!- Becky iniziò a piagnucolare gettando le braccia al collo del suo migliore amico che aveva appena rimesso piede sulla terraferma, riempiendosi di fango. -Ho avuto paura che...

-Sto bene- cercò di tranquillizzarla il figlio di Atena. -Non come qualcuno quando gli avrò messo le mani addosso.

Dan si lasciò scappare un risolino nervoso. -Eddai, sapevo che ce l'avresti fatta, amico! A proposito... come hai fatto per curiosità?

-Non sono affari che ti riguardano...- Gli occhi di Ryan si rabbuiarono, e finirono a posarsi sul pavimento.

Il figlio di Nike capì che non era il caso di chiedere altro. Passò al semidio la borraccia che aveva portato di scorta perchè potesse darsi una piccola sciacquata. Quando si rimisero in marcia verso la porta, notò che un largo squarcio sul braccio dell'altro aveva iniziato a rimarginarsi... eppure non gli sembrava di avergli dato dell'ambrosia.

-Mi stavo chiedendo- Becky interruppe i suoi pensieri. -Perchè non siamo semplicemente scappati attraverso la porta? Ci saremmo risparmiati un bello spavento.

-Perchè è bloccata, ecco perchè.- rispose Ryan. -Potrei cercare di scassinarla, certo, ma a questo punto direi che qualcuno dovrebbe buttarla giù. Coff, coff, quel qualcuno che mi ha buttato nelle fogne, coff.

-E va bene- acconsentì Dan, allungando le braccia per far scricchiolare le dita. -Sarà come rubare le caramelle a un bambino. Ah. scusa, volevo dire a Ryan.

-Pessima battuta- rispose l'altro.

Ma il figlio di Nike si era già avvicinato alla porta. Con un calcio ben assestato riuscì a far cedere la serratura e cadere a terra la maniglia. L'uscio si spalancò sul... buio più assoluto.

-Becky? Che ne dici di accendere la luce?

-Sento che me ne pentirò...- borbottò la ragazza, prima di creare una sfera di luce sul palmo e di superare la porta. Dan la seguì e si ritrovò in un semplicissimo corridoio in pietra.

Quando anche Ryan li raggiunse, alle loro spalle la parete si richiuse bloccando l'unica via d'uscita. Ai tre non rimase che proseguire per l'unica direzione possibile.

Rimasero in silenzio per un po', a guardarsi intorno alla ricerca di un qualche bivio che non si presentò mai. Le pareti del corridoio erano completamente spoglie, rendendo impossibile identificare a quale periodo appartenessero. Potevano essere molto antiche, ma potevano anche risalire a qualche settimana prima. Non c'era niente che permetteva di capirlo. La luce di Becky illuminava solo una piccola parte della strada che stavano percorrendo, lasciando al buio il punto verso cui camminavano.

-Non vi mette a disagio questa cosa?- chiese a un certo punto Ryan.

-Cosa, camminare vicino a te sapendo che potresti darmi un pugno in ogni momento?- rispose Dan. -In effetti sì.

-Non parlavo di quello, idiota. Anche se ti converrebbe fare attenzione. è che da quando siamo entrati nel Labirinto stiamo seguendo un'unica direzione...

-Abbiamo trovato solo vicoli ciechi...- intervenne Becky.

-Esatto- riprese il figlio di Atena. -Non abbiamo mai avuto la possibilità di scegliere dove andare. Il Labirinto non è più sotto il controllo di Dedalo, ma qualcuno lo comanderà. é come... se stesse cercando di portarci da qualche parte. O potrei sbagliarmi, non lo so.

Il corridoio terminò in un arco a sesto acuto, che dava su una stanza circolare. Vuota. Senza nessuna via d'uscita al di fuori della soglia che avevano appena varcato.

-Ho la vaga impressione che potresti avere ragione...- mormorò Dan. Il suo sesto senso si era di nuovo messo in funzione.

-Ragazzi! Che ci fate qui?- disse una voce.

I tre semidei si guardarono meglio attorno prima di scorgere due sagome in un punto mal illuminato della stanza. Becky si avvicinò cautamente.

-Rachel?- domandò, con un sollievo palese nella voce.

-Sì, ci sarei anche io grazie- disse l'altra. -Ehi, fratellino, vieni a darmi una mano.

Ryan si avvicinò alla ragazza. -Emma. Ti trovo bene.

-Finiscila di fare lo spiritoso...- protestò la figlia di Atena. -Sarebbe carino da parte tua liberarci.

Dan, che era rimasto in disparte fino ad allora, si decise a raggiungere gli altri. Notò solo allora che le due portavano ai polsi delle catene che le imprigionavano alla parete.

-Dovete andarvene da qui- disse Rachel, improvvisamente seria.

-Aspetta, prima vi diamo una mano...- ribattè Becky, facendo segno a Ryan di sguainare la spada.

Il figlio di Nike fece per imitarlo, ma venne interrotto da un rumore. Era così lieve che gli altri non sembravano essersene accorti, ma andava crescendo. Proveniva dal corridoio che si erano appena lasciati alle spalle.

-è una trappola.

L'Oracolo annuì. -Dovete andare via subito. Loro sanno che l'eroe della Profezia è qui.

Dan riuscì a distinguere il suono che aveva sentito prima: passi, tantissimi passi che si avvicinavano. E loro erano bloccati lì. Senza via d'uscita.

I tre fecero appena in tempo a prendere in mano le armi che la stanza si riempì di mostri.

Eroi dell'Olimpo: 15 anni dopoWhere stories live. Discover now