Il Punk era uno dei locali in cui le mie amiche si ritrovavano al venerdì sera.
Il fidanzato di Valeria suonava in quel pub ormai da anni e ci costringeva ogni fine settimana ad andare a sentirlo.

Alessio mi piaceva, ma non mi piaceva affatto, la musica che suonava.
Un insieme tra rock e punk, dove una volta ascoltato perdi completamente la funzionalità delle orecchie.

Solitamente declassavo l'invito e passavo le mie serate a casa; ma quella sera avrei avuto una cena con degli amici dei miei genitori e volevo assolutamente sfuggire da quella situazione, di conseguenza accettai molto volentieri quell'invito.

Mi andai velocemente a vestire, per evitare di subire prediche da parte di mia madre.

Indossai una gonna in pelle nera e una camicia bianca che dopo la cena mi sarei sicuramente cambiata.

Sistemai i capelli a modo, mi truccai leggermente.
Raccolsi dall'armadio i miei lunghi stivali e gli infilai fino alle cosce.

Quando gli ospiti arrivarono a casa, Dolores gli accolse nel salotto raccogliendo i loro costosi cappotti, per poi riporli nel guardaroba.

Rimasi ferma in un angolo della stanza, ad osservare la scena patetica, mentre mia madre accoglieva a braccia aperte gli ospiti e entrava nella parte di madre e moglie perfetta.

Risi a quella scena, mentre alle spalle sentii i passi di mio padre venirmi incontro e posizionarsi alla mia sinistra.
- Vedi di non fare sceneggiate, sorridi e basta- Ogni tanto mi chiedevo se anche lui si fosse coalizzato con il nemico.

Mio padre l'amava come il primo giorno, nonostante con gli anni lei lo avesse completante dimenticato.
Si erano incontrati alla facoltà di legge, erano entrambe intraprendenti e vogliosi di difendere la legge, senza però ricordarsi di difendere il loro amore.

Sorrisi per circostanza e andai incontro agli ospiti, sfoggiando uno dei miei sorrisi migliori.
- Ginevra, sei uno splendore- Disse la donna, pettinata con cura che indossava uno degli ultimi abiti della stagione primaverile di Bottega Veneta.
- Signora, signor Ferrari, buona sera- Dissi fredda, accentuando un leggero sorriso di circostanza.

Una volta a tavola, mangiai velocemente le portate che Dolores stava servendo, in modo tale da potermi dileguare da quella situazione il prima possibile.

Parlavo il minimo indispensabile, rispondevo soltanto alle domande di routine, senza iniziare nuovi discorsi, che mi avrebbero fatto sicuramente perdere tempo.

Finita la cena, decisi di evitare di mangiare il dolce, la serata si stava prolungando fin troppo e io non ne potevo più di rimanere la dentro.

Mi alzai delicatamente dalla sedia, per evitare di creare scompiglio.
- Scusate, io devo assentarmi, ma vi auguro comunque una buona serata, è stata una serata incantevole-
Notai mia madre osservarmi con sguardo fugace, perplessa della mia uscita di scena.
- Elena, le ho dato io il permesso di uscire- Vidi mio padre sussurrare quelle parole verso l'orecchio di mia madre.

Andai velocemente in camera, per potermi dare una sistemata e cambiarmi da quegli abiti così formali.
Uscii di fretta da casa, per poi andare a prendere un taxi e dirigermi al locale.

Arrivata difronte al locale notai già il rumore della forte musica proveniente dall'interno.
Il rumore dei bassi inconfondibile si mescolava con la voce roca del cantante.
Mentre in sottofondo si sentivano le corde delle chitarre che venivano pizzicate con grinta.
Nonostante il freddo, diverse persone erano fuori dal locale per fumare.

Mi dirigo all'interno, oltrepassando un gruppo di ragazzi.
I loro sguardi sono puntati su di me, ma gli ignoro andando avanti.
Una volta varcato l'ingresso, vengo avvolta da una nuvola di fumo proveniente da sotto il palco.

Stringimi forte oraWhere stories live. Discover now