La festa

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GINEVRA
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Passarono 3 giorni da quella famosa colazione...
Il lavoro nell'ufficio di mio padre procedeva nei migliori dei modi, mi stavo ambientando bene.

Ero distesa sul mio letto insieme a Caterina, quella sera saremmo dovute andare alla festa di compleanno di un ragazzo del quinto, eravamo riuscite a procurarci un invito perché Cate aveva una sorta di inciucio con Davide, non che amico del festeggiato, ovviamente avevano invitato solo lei, ma per non rimanere sola, mi chiese di accompagnarla
Non ero molto per la quale, ma non potevo dirle di no, di solito condividevamo tutto.

- Allora Ginny che ti metti sta sera?-
-Ma non so, un jeans e una felpa?-
- Ma stai scherzando? Non puoi andare ad una festa conciata così dai!-
- Beh che c'è di male? Sono comoda e poi non sono io quella che si deve far notare, ti ricordo-
- Io pensavo di mettermi il vestito nero, dici che potrebbe andare bene?- Disse Caterina, era molto in ansia per la serata, forse non l'avevo mai vista così tanto turbata, questo ragazzo le doveva piacere molto.
- Cate starai sicuramente benissimo, stai tranquilla che Davide avrà occhi solo per te. Ma che poi non vi eravate già baciati ?-
- Si va beh, un bacio dato in discoteca più di un mese fa, non gliene fregherà niente di me? fidati-
Andammo avanti a parlare per ore, erano circa le 21.00 quando uscimmo dalla porta di casa mia e e incontrai mio padre.
- Ragazze, dove andate ?-
- Papà non ricordi, te lo avevo detto, andiamo alla festa di un nostro compagno di scuola-
- Cavolo si, mi sono scordato, volete un passaggio ragazze ?-
Non era così male come idea in effetti.
Papà: - Ginevra da quando ti vesti così? Non è un po' troppo?-
Sapevo che mi avrebbe detto qualcosa, non ero solita vestirmi in quella maniera, mi ero fatta influenzare troppo da Caterina.
Decisi di indossare un paio di jeans skinny, accompagnati con degli stivali alti neri che arrivavano a metà coscia e un top ricoperto di brillantini nero, avevo poi deciso di raccogliere i miei lunghi capelli in una coda di cavallo alta e di truccarmi poco, mascara, rossetto e un po' di brillantini sulle palpebre.
- No papà dai sono coperta-
Mio padre non disse niente, perché fu distratto da Caterina che gli chiese un parere su un qualcosa che neanche capii.
Mentre mio padre prendeva le chiavi della macchina io guardai la mia amica e le feci un sorriso per ringraziarla di avermi aiutata.
Mio padre ci accompagnò davanti alla casa del festeggiato, quando proprio davanti all'entrata trovai l'ultima persona che avrei mai potuto immaginare, lui.
Filippo era lì, in tutto il suo splendore con un gruppo di amici. Indossava una camicia azzurra e dei pantaloni chiari color crema.
Mi soffermai un po' troppo su quello che avevo davanti, fino a quando non sentii le parole di mio padre
- Ohh Ginevra tutto ok ? Hai capito cosa ti ho detto?-
- Cos, non ho cap-? - Aia stavo già balbettando, brutto segno.
- Ho detto che vi verrò a prendere io per mezzanotte, va bene?-
- Ma no papà non ti preoccupare, prenderò un taxi con Caterina-
Ad un certo punto qualcuno si avvicinò allo sportello della macchina, mio padre si giró di scatto, pronunciò un sorriso e abbassò il finestrino.
- Filippo, ciao anche te a questa festa?-
Eh già che strana coincidenza.
- Avvocato Lancestelli-
- Oh su chiamami Claudio lo sai-
- Allora a mezzanotte fatevi trovare pronte-
Filippo intervenne e disse:- Claudio se vuoi le riporto a casa io, ho la macchina, per me non ci sono problemi-
Perché aveva detto questo? Forse per entrare nelle grazie di mio padre, d'altronde tutti volevano qualcosa da lui.
- Se alle ragazze va bene, per me non ci sono problemi-
Annuimmo e scendemmo dal suv di mio padre.
I due si salutarono.
Caterina mi guardò perplessa, non sapeva chi fosse quel ragazzo, ancora non le avevo raccontato niente dei giorni scorsi e di tutto quello che era successo.
Comunque Caterina non era l'unica che mi guardava, Filippo era davanti a me che mi osservava dalla testa ai piedi con uno sguardo che non seppi decifrare.
Feci finta di niente e gli dissi - cosa ci fai qua anche te?-
- Beh ti ricordo che io sono sempre più grande di te e che questa è una festa del quinto, oltretutto Massimo (il festeggiato) è il mio migliore amico, quindi sono io che ti pongo la stessa domanda -

Stringimi forte oraWhere stories live. Discover now