Mi dai una possibilità?

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GINEVRA
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Nonostante Caterina mi avesse avvisata con poco preavviso, ottenni il consenso per andare in discoteca da parte dei miei genitori, o per lo meno da mio padre, in quanto mia madre mi aveva dato una mezza approvazione, giusto per farmi dileguare il più presto possibile.

Passai la mattinata di sabato a studiare e a portarmi avanti con i compiti.
Anche perché sapevo che nel primo pomeriggio si sarebbe presentata alla porta la mia amica.

Come non detto, alle 14.00 in punto, il campanello suonò e mi ritrovai davanti una ragazza minuta sommersa di borse di cartone con all'interno una miriade di vestiti.

- Hai svaligiato un negozio?-
- Ah ah molto divertente, c'è tutto il minimo essenziale qua dentro. Mi vuoi dare una mano o stai li impalata a guardarmi?-
Presi la prima borsa che mi capitò a tiro e l'appoggiai sul parquet di casa mia.

Ad un certo punto notai che la mia amica mi stava osservando dalla testa ai piedi, con fare minuzioso, sapevo che stava per dire qualcosa e quel qualcosa non tardò ad arrivare.
- Ma sei ancora conciata così? Non vedi che è tardissimo!-
Come sempre si faceva prendere dal panico e io ogni volta la dovevo riportare con i piedi per terra.
Iniziò a tirare fuori un sacco di abiti, certo uno più bello dell'altro, ma non di certo nel mio stile.
Vedevo il suo viso colmo di speranza ogni volta che mi mostrava un vestito, ma che a poco a poco svaniva, quando gli dicevo di no con la testa.
Ad un certo punto tirò fuori un qualcosa che stuzzicò molto la mia attenzione;
Un abito nero senza spalline, aderente sui punti giusti con alcune frange ondulate che scendevano fino alle caviglie e un grande spacco sulla destra che faceva intravedere la mia coscia.
- Questo è perfetto-
Guardai il volto della mia amica che era più che soddisfatta
Finimmo di preparaci, lei decise di indossare un tubino rosso con dei tacchi argentati, raccolse i suoi capelli castani in una crocca.
Io indossai il mio abito, anche se quello spacco mi metteva un po' in imbarazzo, forse non era stata una buona idea.
Indossai gli stivali alti in pelle dell'ultima collezione autunnale di Prada e una borsetta nera.
Mi feci truccare da Caterina che optò per un eyeliner nero, un rossetto rosso e un po' di fard.
Decisi di raccogliere i capelli in una coda alta e mi spruzzai con una bomboletta spray dei brillantini, che secondo Cate mi facevamo 'splendere'
Ci facemmo accompagnare da mio padre in un locale vicino alla discoteca dove avremmo dovuto incontrare Victoria e Giulia
Arrivate al locale notai le mie due amiche in compagnia di qualcuno, che io di certo non conoscevo.
Strinsi la mano di Caterina, che non risultò affatto agitata come me, anzi era super eccitata per questa cosa.
Non mi piaceva fare nuove conoscenze, sopratutto se si trattava di persone molto più grandi di me.
Avevo già i miei casini, non volevo di certo andare a cercarne altri.
- Ragazze finalmente, ci avete messo una vita-
- Chiedilo a qualcuna che ha passato tutto il pomeriggio a prepararsi ..- Dissi io a Valeria.
La ragazza si girò verso i tre ragazzi, decisamente più grandi di noi, ed ad uno a uno li presentò.
Non mi importava molto di fare quella conoscenza, tanto che non ricordavo neanche i nomi delle persone che avevo difronte, la mia testa era altrove.
Chiesi a Caterina se potevamo cambiare i nostri piani e tornarcene a casa il più presto possibile, ma come immaginavo tutto questo sarebbe stato impossibile.
Ad un certo punto uno dei tre ragazzi mi si avvicinò, avrà avuto qualche anno in più di me, alto cappello scuri e un sorriso stampato in viso che mi dava la nausea.
- Non ti va molto di stare qua vero?-
Perfetto, puri i muri se ne erano resi conto
Risposi, forse in maniera troppo burbera e affrettata
- Direi proprio di no-
- Capisco, e noto che non ti va neanche di parlare- Mi disse alzando le mani, in segno di resa
- No, scusami, non avrei dovuto risponderti in questa maniera, è che questa sera non mi andava molto di andare a ballare, ma non so per quale ragione mi sono fatta convincere da Caterina-
- Beh, puoi sempre non andare e rimanere a bere qualcosa qui con me-
- Non credo che me lo perdonerebbe-
- Capisco, allora mi sa proprio che ci tocca andare in discoteca questa sera-
Ci? Avevo sentito bene? Anche loro sarebbero venuti a ballare con noi, oh no, due erano difficile da gestire ma tre persone erano impossibili.
Ma magari avrei potuto usare quel ragazzo come una scusa per non farmi vedere da Massimo.
Massimo, cazzo, dovevo parlargli, dovevo dirgli che quello che ci era stato, era un qualcosa che non avrebbe portato da nessuna parte.
Ginevra in che casini ti vai a mettere, tutto per fare ingelosire un cretino che ti considera una tra le tante.

Stringimi forte oraWhere stories live. Discover now