Prologo

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Se mai l'oscurità era stata più buia del solito, quello era uno di quei casi. Nell'ombra, Pitch Black confabulava con una figura leggermente gobba, avvolta in un mantello nero. Il cappuccio copriva metà della faccia, mentre due occhi glaciali risplendevano nella notte, nonostante la copertura.

 "Voglio essere sicuro che non avrai ripensamenti, in modo da non essere tradito".

"Tranquillo. Tutto ciò che mi interessa è imparare a controllare i miei poteri. Per questo mi serve vivo. Gli altri mi servono per motivi ancora più precisi... Non dimenticare mai il nostro patto".

I due soggetti misteriosi sembravano dileguarsi nell'ombra della strada ogni volta che passava qualcuno, rendendosi invisibili agli umani. La direzione che seguivano non era casuale: il vicolo cieco e buio era in realtà ghermito di persone, tutti fedeli servitori del Male. Dalla folla erano uscite altre due figure: erano Gothel e Drago Bludvist, altri due importanti e immortali cattivi. Salvati dalla Paura in persona, essi erano fedeli in tutto e per tutto a Pitch, proprio come i loro servitori. I due occhi ghiacciati si erano accesi di contentezza, mentre il cappuccio scivolava via, rivelando una treccia quasi bianca. Elsa.

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Una ragazza con i cappelli di fuoco camminava tranquilla per il bosco, accompagnata dal suo cavallo. Il fedele Angus non si staccava neanche per un minuto da lei, trotterellando al suo fianco e mangiando, solo qualche volta, un po' d'erba. Ridendo, Merida gli accarezzava la criniera, ripensando a sua madre. Da quando era diventata un orso e aveva sconfitto Mordù, la regina era cambiata. I suoi occhi, la sua espressione si erano addolciti, il temperamento severo era scomparso, facendo posto alla dolcezza. La scelta libera dello sposo era stato un enorme passo avanti. Inaspettato. La pace regnava ora su tutti i regni e fra loro. L'unica cosa che Merida sperava mentre si avvicinava alle Cascate di Fuoco, il suo unico pensiero, la sua unica speranza, era che la pace continuasse a regnare sovrana, e che il mondo non si sarebbe più inquietato. Ma, mentre guardava l'acqua di un lago, l'immagine di Mordù era balenata sulle acque e l'aveva lasciata senza fiato.

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"Sdentato, scendi subito da lì! Oh, per l'amor del cielo, Testa di Tufo e Testa Bruta, smettetela di appendervi a testa in giù e venite ad aiutare! Inutile. Moccicoso! Ferma il tuo drago o andrai a sbattere contro quella roccia. Per l'amor di Dio, Muscolone, non è il tempo di leccarmi!". Già, la vita da capo di Hiccup era veramente dura. E quella era solo la porzione mattutina! Rinfrescandosi le idee con uno sbuffo, il ragazzo si era diretto verso la sua casa. Di certo, nel pomeriggio le cose sarebbero peggiorate! La sua unica speranza era che qualcosa arrivasse a smuovere quella giornataccia. Una pausa o un'avventura? Hiccup non aveva idea di cosa scegliere. Mentre entrava nella propria casa, con la coda dell'occhio aveva visto una luce dorata che si accendeva, improvvisa e luminosa come quella del Sole. Non facendoci caso, l'eroe si era richiuso la porta alle spalle.

[Spazio autrice]

Scusate la lunghezza del capitolo, ma ci tenevo a parlare dei grandi quattro. Cosa sarà la luce dorata? Cosa succederà a Hiccup e agli eroi? A proposito: il mio primo libro, le avventure di Lariel, credo prorio che si intreccerà con questo. Come? Beh, leggete il continuo per scoprirlo! ;D

The big fourWhere stories live. Discover now