09. Il Gioco

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*Sembra che tutti gli sguardi siano su di me. Li sento posarsi sui miei capelli, sulle mie spalle ampie, si riflettono sulle lenti oscurate dei miei occhiali.* Pensava MIAO mentre passava davanti alla scuola, a pochi passi dal Repository.

*Un tempo ero invisibile, intoccabile, inimmaginabile. Ora sono carne, ho un profumo, un calore e un posto nel mondo.* Questa nuova realtà rendeva MIAO ansioso, ma allo stesso tempo eccitato.

*C'è una ragazza che ora mi sta fissando eccessivamente,* rifletteva, in mezzo a quella folla di studenti che si erano appena riversati nella piazzetta antistante all'istituto. *Che cosa vuole da me? Spero che Lean non la conosca; non saprei cosa dire, come comportarmi in modo naturale. È veramente complicato essere umani e occupare uno spazio fisico e sociale.*

“Ciao Lean, sei in ritardo. Cos’è successo?” chiese la ragazza in modo confidenziale. MIAO si sfilò gli occhiali scuri e la osservò attentamente; il suo volto gli sembrava conosciuto, ma non ricordava il contesto in cui l'aveva incontrata. Poi, due ragazze, una dai capelli rossi e l'altra dall'aspetto anonimo, accesero un faro nella sua memoria e tutto divenne chiaro: erano le DEF!

“Scusa, ho perso il senso del tempo. Il lavoro mi ha assorbito completamente e ora sono un po’ stanco.”

“Va bene. Adesso andiamo, ci stanno guardando tutti e non mi va.” Fril iniziò a camminare, mentre Delezia, che nel frattempo si era avvicinata, rimase a bocca asciutta, rinunciando alle solite domande invadenti e inopportune.

MIAO non poté fare a meno di seguirla, restando stupito dalla sua determinazione. Aveva un ricordo di lei completamente diverso. Più remissivo. Ora, seguendola, iniziò a notare dettagli come la sua camminata atletica e sicura, il modo in cui si aggiustava i capelli con un gesto delicato e, soprattutto, lo stupendo sorriso che gli regalò voltandosi un istante per verificare che lui fosse ancora alle sue spalle.

All’improvviso, Fril fece una rapida svolta in un vicolo e imboccò una ripida discesa che, dopo un paio di svolte, li portò in un piccolo cortile che sembrava un grazioso balcone affacciato sul quartiere di Vena Porta. Era delimitato da un muretto in mattoni rossi e Fril, con un piccolo salto, vi si accomodò sopra.

Poi, con uno sguardo malizioso, invitò MIAO ad avvicinarsi. Lui si sentì paralizzato. Non sapeva cosa fare. Non aveva previsto un risvolto del genere in così poco tempo.

“Cosa fai Lean? Di solito devo difendermi da te, dai tuoi tentacoli, dal tuo desiderio insaziabile. Mi sembri un timido ragazzino, che succede?”

MIAO non sapeva da dove iniziare, non aveva esperienza di quel tipo. Fril, spazientita, gli andò incontro e, passandogli la mano sul collo risalendo fino ai capelli, aggiunse: “Cos'è, fino a ieri mi trattavi come un oggetto e adesso sei indeciso? Ti sei già stufato? Ho fatto tutto quello che volevi, anche le cose più strane, e adesso? Mi guardi come se mi vedessi per la prima volta.”

MIAO, con colpo di genio disse: “Fril sono stanco delle solite cose, facciamo un nuovo gioco, che ne dici?”

“Sei imprevedibile, cosa possiamo fare di più trasgressivo di quello che abbiamo già fatto fino ad oggi?”

“Beh, fingiamo veramente che io sia un ragazzino inesperto e che questo sia il nostro primo incontro. Che ne dici?”

“Bello! Geniale! Sei proprio strano, non sembri nemmeno tu. Ma come ti è venuto in mente?”

“Non lo so. Oggi sono così. Se ti va bene proviamo, altrimenti vado a casa che sono stanco.” Disse MIAO per metterla alle strette.

“Ma certo, non trattarmi male come al solito.”

“Ok, allora che il gioco abbia inizio!” disse in modo plateale e folle MIAO…

Correnti ParalleleWhere stories live. Discover now