07. Umano

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Adrian spalancò la porta senza bussare e vide Lean in piedi in mezzo alla sala, di spalle.

"Che fai lì impalato a fissare il vuoto?" Non ricevette risposta. "Lean, rispondi!"

Lui si girò lentamente e con uno sguardo assente rispose quasi in modo meccanico: "Ho terminato la simulazione di oggi. È stato impegnativo, ma ho raccolto molti dati che domani analizzerò con cura."

"Va bene, Lean, ma adesso vai a casa. Mi sembra che tu sia troppo affaticato. Non mi servi a nulla in questo stato."

"Grazie, direttore."

Adrian sparì in un lampo da dove era entrato.

MIAO tirò un sospiro di sollievo per aver appena superato brillantemente la sua prima prova da essere umano!

"Mi sento come se lo avessi fatto da sempre. Cammino sicuro. So anche dove andare. Una parte delle funzionalità inconsce del cervello di Lean sono rimaste intatte. In pratica, lo controllo come uno zombie, ma devo lottare contro il suo istinto, guidare le sue abitudini latenti. O è solo la prima ZACCATA che mi è venuta in mente! ZACCATA? Ma cosa sto dicendo? Mi sembra di ricordare una ragazza che quando si arrabbiava, si lasciava scappare delle buffe esclamazioni. Ma chi era? Non riesco a focalizzare il suo volto." Poi proseguì, passandosi le mani tra i capelli: "Che mal di testa, mi sento come se mi fossi scolato un barile di ciuffola. Troppi pensieri, troppe cose che mi escono dalla bocca senza un senso preciso, mi confondono. Devo essere lucido per non farmi notare e comportarmi come il solito Lean. Già, ma come si comporta di solito Lean? Intanto vado a cambiarmi. So che lo spogliatoio è in fondo alla sala, a destra."

MIAO entrò nel piccolo ripostiglio dove vide gli abiti borghesi di Lean appesi e si soffermò davanti allo specchio che rifletteva la sua figura intera.

*Lean è un bel ragazzo dai capelli biondi, slanciato, atletico, armonioso. È diverso dagli altri GDS. Forse, in realtà, non è uno di loro. Probabilmente è uno scienziato civile che utilizzano per i scopi militari o comunque strategici,* pensò MIAO. Si sfilò il camice da scienziato e la maglietta. *Il petto di Lean sembra scolpito da uno scultore in cerca di perfezione. Gli addominali non eccessivi,* poi ruotò su sé stesso e, guardando il suo fondoschiena, esclamò: *Che glutei da urlo! Mi è andata bene, come primo corpo sono stato fortunato.* E iniziò a ridere senza fermarsi fino a quando il suo volto subì una metamorfosi emozionale sfociando in un pianto liberatorio con grandi singhiozzi. Piegandosi in ginocchio, cominciò a ripetere ossessivamente: "Ho un corpo, il sogno della mia esistenza si è materializzato. Ho occhi per vedere, una bocca per parlare, due mani stupende con cui agire, amare, lottare!" Poi rimase improvvisamente immobile e dolorante, qualcuno dentro di lui graffiava la sua mente per uscire fuori da una tomba oscura: era il vero Lean che lottava per sopravvivere…

Qualche minuto più tardi, MIAO uscì dalla porta principale del Repository sotto un sole infuocato che incendiava il colore dei capelli dorati di Lean, spettinati dal vento. Indossava occhiali scuri, una giacca mimetica, una maglietta bianca aderente, pantaloni scuri e ai piedi stivali neri in stile militare.

"Libero! Libero!" urlò dentro di sé. "Non ne posso più, sono in astinenza da musica TRIP. Ora Lean, preparati, ti farò un po' male ai timpani, ma ne vale la pena...

'...Wild, wild, wild.  
Wild, wild, wild thoughts.  
Wild, wild, wild.  
When I’m with you, all I get is wild thoughts...'

Con un passo ritmico e ipnotico, MIAO iniziò a camminare sul marciapiede, nella direzione che il corpo di Lean conosceva istintivamente.

Nessuno, nell'arco di decine di metri, poteva evitare di guardarlo. Era musica allo stato puro, e lui ne era il fulcro, sentendosi come una supernova pronta ad esplodere!

Correnti ParalleleWhere stories live. Discover now