08. Zombie

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Quando le loro labbra si separarono e i loro cuori ripresero a battere, Aeris avvertì dentro di sé che le loro vite sarebbero state indissolubilmente unite contro ogni avversità.

"Voglio essere come te," disse Aeris con un tono basso e sincero.

"Vieni, andiamo dentro adesso. Sei tutta bagnata, potresti ammalarti," rispose Nael, sfilandosi la giacca e facendola scivolare delicatamente sulle spalle di Aeris.

Varcarono insieme la soglia del retro del locale, abbracciati, come due amanti nel loro rifugio segreto. La porta si richiuse alle loro spalle, e la sala li accolse con le sue luci calde e quell'atmosfera intrisa di avventure marinare.

Aeris, separandosi da Nael, iniziò ad esplorare quell'ambiente con occhi nuovi e attenti. Rifletté sul fatto che era in netto contrasto con lo spirito di Zephyra: mobili in mogano, quadri appesi alle pareti, cimeli. Ogni particolare di quel luogo aveva un sapore intenso di salsedine e onde infrante sulla spiaggia. Incastonata e isolata dal resto del mondo, invece, la città era infinitamente lontana da quei panorami. Nessun abitante aveva mai visto il mare. Aeris ne era certa: *Nael nasconde molti segreti,* sussurrò a se stessa.

Al termine del suo girovagare, rivolse il suo sguardo verso Nael, che nel frattempo stava tornando con due bei boccali di ciuffola. *La sua pelle è più scura della mia e di tutte le persone che ho incontrato fino ad oggi,* pensò. *Non avevo mai dato peso a questo fatto. Ecco il motivo per cui ho sempre avuto la sensazione che venisse da un altro mondo!*

"A cosa stai pensando, Aeris? Hai un'espressione meravigliata. Ormai dovresti conoscere bene questo posto," le disse.

"In realtà, lo conosco molto poco, come te," rispose con uno sguardo ironico.

"Vieni, sediamoci e parliamo, sorseggiando questo nettare degli dei!" disse Nael con un mezzo sorriso intrigante.

Lei annuì, sedendosi accanto a lui, pensando che quella sua espressione, quel suo atteggiamento così sicuro di sé, erano irresistibili. Una specie di frutto esotico che, una volta assaggiato, creava dipendenza.

"In realtà, prima vorrei chiederti una cosa."

"Dimmi,," rispose lui sorseggiando la sua ciuffola.

"Vorrei una IA Zombie come la tua, come posso fare?"

Nael la guardò stupefatto, appoggiando il boccale sul tavolo: "Ma Aeris, è pericoloso. Io sono praticamente nato con una IA Zombie e so come gestirla e come passare inosservato."

"E allora? Sono abituata a mentire per sopravvivere in questa società di reticenza e obbedienza."

"Lo so, ma se dovessero scoprirti, anche tu finiresti al Repository, come quella IA illegale."

"Quale IA illegale?"

"Quella che hanno arrestato ieri. Quando i GDS hanno intimato a chi era qui dentro di uscire, ero convinto che cercassero me e la mia IA Zombie. Invece, per fortuna, erano alla caccia di quel plagiatore di adolescenti che si era sostituito alla tua IA Standard. Speriamo marcisca al Repository per l'eternità!"

"Ma cosa stai dicendo? Io plagiata? Non mi ricordo. Mi fa male alla testa," proseguì. "Ma perché ce l'hai così tanto con lui? Lo sai che i GDS se la prendono con chiunque pur di mantenere il controllo su tutti e su tutto? E se non fosse stato così cattivo? Non so. Non ricordo, ma ho la sensazione che quell'essere non fosse uno spirito maligno."

"Spirito maligno? Ma come parli?"

"Basta, torniamo a quello che ti ho chiesto, questi discorsi mi confondono." Aeris si fece seria e cupa, sentendo un dolore dentro che non sapeva interpretare.

"Ok. Se proprio vuoi una IA Zombie, l'unico posto dove trovarla è il Black Market. Io non ci sono mai andato, ma Neon sa dov'è e potrebbe accompagnarci."

"Ci sto, non vedo l'ora, Nael. Ho astinenza di musica TRIP e una sete insaziabile di libertà! Meno male che la mia IA Standard non riesce a connettersi quando sono vicino a te. Beh, anche io non connetto quando ti sto accanto." Entrambi risero di gusto.

"Se vuoi, nell'attesa posso farti ascoltare la nostra canzone preferita," disse Nael, accarezzandole i capelli. "Fallo, ti prego, non ne posso più della musica selezionata dai GDS!" La sua IA Zombie iniziò a gracchiare e…

“...Aunque digan que soy
Un bandolero donde voy
Le doy gracias a dios
Por hoy estar donde estoy…”

"Ma questa non è la nostra canzone!?" esclamò lei, sorpresa.

"Com'è possibile? Chi si è infilato nella mia playlist? E poi questa è la musica che ieri passava a tutto volume nei diffusori ambientali del quartiere mentre cercavano di catturare quel delinquente…"

Si guardarono entrambi con uno sguardo attonito. Aeris ebbe un sussulto interiore, una sensazione di ricordare qualcosa di quel giorno. Cercò immediatamente di mascherare questi suoi pensieri con un'espressione del viso quanto più neutra possibile. Nel frattempo, partì la loro canzone e, piano piano, la tensione si allentò.

Per alcuni minuti, si rifugiarono nell'intimità, tra carezze, musica TRIP e alcuni passi di danza. Poi, Aeris salutò Nael con tenerezza e un velo di malinconia e uscì per andare a scuola.

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