06. Primo Volo

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Quando Aeris passò davanti al NOIA Café, avrebbe dovuto proseguire. I suoi genitori le avevano fatto capire che non avrebbe più dovuto incontrare Nael e che, in caso di trasgressione, sarebbero scattate istantaneamente delle severe punizioni. Fino a quel momento, le avevano dato fiducia, e tutto sembrava tornato come se i fatti del giorno precedente non fossero mai accaduti. Ma quali fatti? Aveva la sensazione che qualcosa, o qualcuno, mancasse nel quadro degli eventi di quel giorno.

Mentre la sua mente saltava da un pensiero all'altro cercando di ricordare, il tempo cambiò repentinamente. Una raffica di vento più forte del solito portò con sé una nuvola nera che riversò sul luogo una pioggia copiosa e fredda. Aeris sollevò il cappuccio della sua felpa e fu irrimediabilmente attratta da quanto accadeva dietro le vetrine del NOIA.

Lo individuò immediatamente: era inconfondibile. Nael, nella sua buffa divisa, passava da un tavolo all'altro come un'ape operosa. Si muoveva con stile e sicurezza, un'attitudine che rispecchiava in pieno il suo carattere e i suoi grandi occhi scuri. Occhi velati di mistero e magnetici come stelle potenti e vive. Il cuore di Aeris cominciò ad accelerare.

Nael si accorse della sua presenza all'esterno del locale e la fissò con uno sguardo che sembrava attraversare le vetrate e fermarsi a un soffio dai suoi occhi. Uno sguardo intenso e profondo. Uno sguardo che la spogliava di ogni difesa e che le strappò un sorriso timido e appassionato.

"Aeris!" esclamò involontariamente Nael, in mezzo ai rumori che affollavano il locale in quel momento di punta. Posò immediatamente il vassoio che aveva in mano, senza guardarlo, sul primo tavolo che capitò. Aeris, da fuori, lesse le sue labbra e restò immobile, aspettando che il destino facesse il suo corso.

Nael, dall'interno, le fece segno di dirigersi verso il retro del locale e entrambi iniziarono a camminare senza distogliere lo sguardo l'uno dall'altra.

Lui non sentiva più alcun rumore, la folla era lontana. Il tempo sembrava scorrere un fotogramma alla volta. Ogni suo passo era come una danza rituale, un movimento sicuro verso una destinazione ignota.

Lei, fuori dal locale, con il viso rigato dalla pioggia e gli occhi ostinatamente spalancati alle intemperie, manteneva il contatto visivo. Il suo corpo sembrava danzare tra le onde di pioggia battente e nessun ostacolo al mondo avrebbe potuto fermarla.

Poco dopo, Aeris, era davanti a quella porta di metallo che ormai conosceva bene, tremante dal freddo e dall'eccitazione. La porta si spalancò e non ebbe nemmeno il tempo di pensare che le labbra calde di Nael erano già sulle sue, portando dentro di lei il cuore della tempesta. Un tuono fece tremare il cielo e un colpo di vento spazzò via il cappello di Nael. Contemporaneamente, il cappuccio di Aeris scivolò lungo le sue spalle, liberando i suoi capelli lucenti che si sollevarono come le ali di un uccello pronto a spiccare il volo: quello, fu il suo primo bacio.

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