7. Un fiore

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Momento fiore. Ci avevano dato un fiorellino, uno per ognuno di noi, da mettere in un posto, un posto qualsiasi, che ha avuto un significato per noi. Dissi alle ragazze di andarsene, perché non mi sarei ripresa così presto, infatti il mal di stomaco persisteva.

Rimasi lì a contemplare non so cosa.

La strada di ritorno sembrava così lunga.

"Bel discorso." Mi disse uno sconosciuto.

"Grazie." Risposi con un sorriso timido.

Raccolsi i guanti che erano caduti, me le misi in tasca e mi diressi verso l'uscita.

Il fiore nel frattempo si spezzò.

"Non usano fiori veri, perché significa spezzare una vita." Non so se quello che avevo in mano fosse o meno un fiore vero, ma capì dove dovetti metterlo. Il fiore dovrebbe trovarsi nel prato, con le radici ben piantate, vivo e bello. Però non era un fiore normale, è già morto, perché già è stato strappato e già si era rotto. Andai verso le rotaie e mi sedetti, tolsi i sassi e misi il fiore. Lo misi a V, una era la parte con il fiore e l'altra il gambo spezzato. Ha diversi significati questa mia scelta: primo perché non sapevo realmente dove metterlo e quindi lo misi a circa un terzo di distanza dal memoriale alla torretta, su quelle rotaie che un tempo portavano le persone in quel posto. Secondo perché simboleggia una vita spezzata dal peso dei massi, da quelle macerie, spezzata però non eliminata, poiché è esistito e la sua presenza persiste. Terzo simboleggia la speranza, un fiore che spunta dai massi, da un terreno che in sé è incapace di ospitarlo.

Corsi via. Una corsa liberatoria, una corsa libera.

Raggiunsi il pullman e sistemai le mie cose. Misi via i guanti, non ne avevo più bisogno adesso.

Arrivò poi anche la prof., si mise a sistemare le sue cose e mi porse un piccolo unicorno squishy. "Un piccolo apprezzamento per ciò che hai fatto oggi." La presi. "Grazie. Sa ero convinta di essere in ritardo, ma lei è arrivata più tardi di me." (Riferito a quel messaggio sul gruppo che diceva di incontrarsi sul pullman mezz'ora dopo e per la fretta, pensando che fossero già tutti lì, corsi, ma non trovai quasi nessuno.)

Partimmo, per tornare a casa.

"Ha digerito solo oggi ciò che ha visto ieri" Ricordo vagamente sta frase e penso che non lo digerirò mai, infatti sto ancora "così".

Questa è stata la mia visita ad Auschwitz, un misto di emozioni, di bene e di male.

Ho tentato di riportare il più verosimile possibile tutta la vicenda, magari ho modificato delle parole e spero davvero di non aver storpiato delle frasi. Infine il mio discorso, dato che non lo avevo scritto, sono dovuta andare un po' a braccio per riprodurla, magari anche con dei pezzi che non sono riuscita a dire. E comunque sono le 22:31 del 11 marzo 2024, esattamente due giorni ci ho messo per scrivere tutto ciò. Sinceramente basta. Ora mi tocca solo rileggerlo e correggerlo, che volete che sia.

Spoiler ci ho messo 45 minuti.

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Ci tengo ad aggiungere un'ultima cosa, potrei tranquillamente aggiungere di nascosto e senza dirvi nulla, d'altronde il testo non l'ho nemmeno pubblicato, ma più che a voi, serve a me per ricostruire tutto il processo di scrittura e di organizzazione dei pensieri.

"E' d'istinto umano considerare altri esseri inferiori a noi, non intendo solo altri esseri animali diversi dall'uomo, ma anche tra di noi, basta vedere quello che sta succedendo nel mondo: i bimbi africani, i loro diritti e bisogni vengono costantemente ignorati, eppure sono esseri umani come noi. Poi gli animali... Come si può dire che non provano niente? Magari sono pure intelligenti, anzi sicuramente lo sono e forse più di noi, ma noi li trattiamo come esseri inferiori... L'uomo fa schifo." Disse lei.

Eppure siamo tutti animali.

"Siamo una massa omogenea di esseri perfettamenti uguali, non simili, ma uguali. Detesto molto quando le persone fanno delle scelte per conformarsi agli altri, magari avevano idee diverse, originali, particolari, ma hanno scelto il facile. (Anche io sono umana) E il diverso viene sempre sminuito, sempre mal visto, sempre criticato. Facciamo davvero schifo." Risi.

Alla fine è sempre un disperato bisogno di salvare le apparenze, anche se non è che ci sia molto da salvare.

"Se il mondo fosse un muro, allora sarebbe pieno di graffi. Graffi coperti dai poster, nascosti dalle pubblicità, un muro rovinato dal tentativo disperato di coprire quelle imperfezioni, quelle verità."

"Perché proprio bestie? Perché li consideriamo sempre inferiori a noi? Perché è sempre così... ?" Lei

Vorrei essere un girasole che dorme di giorno in un campo di girasoli che tentano di seguire la traiettoria del Sole e vorrei svegliarmi di notte e trovarmi altri girasoli svegli.

Però vorrei che non fossimo solo un campo di girasoli.

L'erba non è meno importante dei fiori e loro, gli esseri viventi, tutti, non sono meno importanti di noi esseri umani egocentrici che pensano ancora che il mondo ruoti, ruoti intorno a noi.

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Ho una sensazione di aver già dimenticato tutto ciò che ho provato solo una settimana fa, la memoria fa davvero brutti scherzi...

Per favore qualcuno mi tiri fuori da questo abisso, cado sempre più in basso, perdo sempre più cose, io... non vedo il fondo di questo burrone... non voglio cadere.

15/03/2024

FINE

Che dire... è stato abbastanza difficile rileggerlo e correggerlo in continuazione; virgole fuori posto, maiuscole strane, frasi senza senso, frasi gettati lì... Frasi che forse nemmeno adesso hanno un senso, errori che forse non ho ancora notato... Parole vane, parole vuote, ma che ci posso fare io hahaha. Non sono una scrittrice, non so esprimermi, non so raccontare i fatti, ma ci ho provato. E questo è il mio capolavoro. Rivivrei questa esperienza altre mille volte, per non dimenticare il passato, per comprendere il presente e per non sbagliare in futuro.

Artssie, una marziana

Auschwitz dietro le quinteWhere stories live. Discover now