86 Scopami nel modo sbagliato

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Sospirai troppo rumorosamente, e Trevor, che aveva la bocca sulla mia gola e le mani sui miei fianchi, se ne accorse. Alzò lo sguardo in cerca del mio, che gli stavo a cavalcioni in cerca di speranze.

«Hai brutti pensieri, bambina?»

Mi venne da ridere. «Brutti pensieri, signor Baker? Non so in che modo le cose potrebbero essere più complicate di come lo sono adesso.»

Mi fece scendere dalle sue gambe, e mi mise sdraiata sul divano. Mi si sistemò addosso e mi chiesi se avremmo mai resistito a una scopata epocale in quella posizione.

«Potrebbero essere molto più complicate di così, lo sai. Potevo non arrivare in tempo al Sweety. Potevi non avere con te l'accendino per dar fuoco a Viktor. Potevi essere nelle sue mani, adesso. Ecco, questo sarebbe più complicato, Lea. Invece siamo qui, su un divano, un po' malconci, ma vivi e insieme...»

«Insieme, ma per poco. E abbiamo visto morire anche gente che non lo meritava affatto.»

Mi passò le dita tra i capelli. «Non ho detto che non è complicato, ma che potrebbe esserlo di più.»

Alla fine decisi che volevo sapere. «Te ne vai stasera?»

Appoggiò la fronte alla mia, il suo respiro caldo che s'infrangeva sulle mie labbra. «Sì, se non ti sale la febbre, vado via stasera. E anche tu. Anche tu sparisci in nottata.»

Inghiottii lacrime e tristezza. «Quante ore abbiamo?»

«Non lo so.»

Gli presi il volto tra le mani e lo alzai per vederlo in faccia. «Quante ore, Trevor?»

«No lo so» ribadì.

«Come fai a non saperlo?»

«Non so quante ore mi servono per essere pronto a lasciarti andare.»

«Io non lo sarò mai. Non sarò mai pronta.»

Mi prese la mano sana con le sua e mi baciò le dita. Me ne dava così tanti... e più me ne dava più ne volevo. «Tu sei sempre stata pronta, bambina.»

Bugiardo.

«E quanto tempo ti serve per tornare da me?»

«Con il tuo aiuto, mi basterà qualche settimana.»

«Qualche settimana vuol dire tre settimane o quaranta settimane?»

«Più di tre, meno di quaranta.»

«E mi contatterai nel frattempo?»

«No, Lea. Ma farò in modo che tu non ti senta sola.»

«Mi sentirò sola per forza. Non saprò dove sei, come stai, con chi sei, se sei vivo, cosa stai facendo. Vivrò l'attesa e l'attesa mi consumerà mentre non ho un bel cazzo da fare. La mia vendetta si compirà in una manciata di ore e io non ne sarò nemmeno testimone. Fammi venire a Londra con te. Mi sentirò meno sola a saperti vicino.»

«Ne abbiamo già parlato. Non cambieremo i piani. Il posto in cui sarai non deve avere niente a che fare con me, o ti troveranno.»

«Se mi nascondo troppo bene poi non mi trovi neanche tu.»

«Ti troverò. Dovrò disattivare la geolocalizzazione del tuo smartwatch. Ma tu tienilo lo stesso, mi raccomando. In qualche modo ti trovo.»

«Sono due i posti in cui mi devi cercare, signor Baker.»

«Non dirlo Lea. Magari siamo intercettati, forse abbiamo addosso quache tecnologia sconosciuta...»

«Anche io ho fatto in modo che tu non ti senta solo.»

PRICELESSWhere stories live. Discover now