Capitolo 3

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“Se avessi saputo che quello era l'ultimo abbraccio, giuro, t'avrei stretto più forte”

William

<<Hey amico, finalmente sei tornato, come stai?>> dice Carlos, un mio compagno di corso. Scendo dal mio Range Rover e lo abbraccio.
<<Hey io sto bene e a te come vanno le cose? Ci sono state novità in mia assenza?>> rispondo alzando gli occhiali da sole sopra la testa.
<<Tutto uguale, la solita noia. Senza di te ci siamo divertiti poco lo sai! Ma è tornato il nostro festaiolo preferito e cazzo se sono felice!>> rido e scuoto la testa rassegnato, mentre il mio amico mi da una pacca sulla spalla. Carlos, come tutti gli altri miei amici, ha una sola capacità: fare casini. Per colpa delle loro idee da pazzi scatenati mi sono ritrovato tante volte in mezzo ai guai, ma fortunatamente siamo riusciti sempre a scamparla.

Ci incamminiamo verso l'entrata del campus, sfilo dalla tasca del mio giubbotto di pelle le mie amate Marlboro gold e ne accendo una. Sembro un cazzo di vip, hanno tutti gli occhi puntati su di me: è sempre stato così dalle superiori, sono consapevole che la pubertà ha avuto i suoi frutti con me, ma in realtà non me ne frega una minchia, anzi se potessi sceglierei di essere un insignificante rospo, odio tutte queste attenzioni. Però faccio finta che mi piacciono e me la tiro come se fossi l'unico uomo col pisello sulla faccia della terra, perché se non agisco in questo modo la società mi taglia fuori e in quanto il mio lavoro richiede una certa conoscibilità, me lo faccio andare bene. Saluto tutti gli altri miei amici e racconto un po' della mia esperienza in Italia, devo ammettere che mi sono divertito parecchio.

<<FINALMENTE CAZZO, MI SEI MANCATO FRATELLO!>> Ithan mi salta addosso e quasi non mi ritrovo col culo a terra.
<<Anche tu mi sei mancato, ma quanto ti sei pompato?>> lo guardo basito dall'alto in basso, devo ricordarmi di non litigarci sennò mi spezza.
<<Beh, sei sempre più grosso tu>> mi dice Ithan, rivolgendomi un sorriso sincero, che ricambio. Lo conosco ormai da molto tempo: avevo 16 anni quando è arrivato nella mia scuola, non aveva amici, se ne stava sempre per conto suo. Così un giorno decisi di andargli a parlare e da quel momento non me ne sono più separato. Posso dire che lui e Thomas, tra tutti i miei amici,  sono le uniche persone di cui mi fido ciecamente, gli unici che reputo come dei fratelli.

Quando mi separo da loro, per raggiungere la mia aula, in lontananza vedo Cassandra. Caspita, sembra incazzata nera e ha dei post-sbornia che si riconoscono da un miglio. Ieri dopo che è rientrata nel locale non l'ho più vista, senza salutare i miei amici sono salito in macchina e me ne sono andato. Non sono tornato subito a casa, ma ho vagato all'incirca per un'ora e mezza senza meta. Dovevo sbollire e realizzare quello che era successo, dal bacio alla sua ultima affermazione. Ero arrivato alla conclusione che forse era meglio lasciar perdere le cose come stavano. Ma adesso che la guardo di nuovo mi è impossibile restare immobile o continuare per la mia strada. Sono proprio un cretino incoerente, ha ragione lei.

Raggiungo il bar dove si è fermata, forse per prendere un caffè e mi metto in fila dietro Cassy.
<<Buongiorno raggio di sole, vedo che stamattina siamo di ottimo umore>> le dico a 2cm dall'orecchio, lei per poco non urla dallo spavento. Sobbalza e si porta una mano al petto.
<<Ma che problemi hai, non ti hanno insegnato che spaventare le persone in questo modo è poco educ..>> non riesce a terminare la frase, perché quando si volta nella mia direzione e capisce che sono stato io a parlarle, la sua faccia diventa cerea dallo shock.
<<Oddio ci mancava solo questa stamattina!>> alzo le sopracciglia sorpreso, mentre lei si porta le mani in faccia, disperata.
<<Forse volevi dire “oddio, era proprio questo di cui avevo bisogno stamattina!”>> incrocio le braccia al petto e la guardo compiaciuto.
<<No, grazie passo>>  mi rifila un sorrisetto antipatico e si rigira avanzando di un passo. Anche con un semplice outfit, ha sempre un aspetto mozzafiato.
<<Ah, non sai che ti perdi>> alzo le mani e mi stampo sul viso un sorriso malizioso. La infastidirei per tutto il giorno, se ne avessi la possibilità, adoro la sua espressione irritata. Ma adoro ancora di più le sue risposte, mi intrigano senza sosta. 

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