•22• I'm the hero, I'm the victim, I'm the villain

Start from the beginning
                                        

Mi fa sentire sicuro. Sicuro che così non possa perderla per poi non riuscire a salvarla mai più.

Arrivati, Sam apre lentamente la porta per scoprire un enorme letto matrimoniale e una luce fioca che illumina la stanza.

Piacevole, come atmosfera.

Sam si lascia cadere sul letto, tirando un sospiro di sollievo. Gli angoli della mia bocca si increspano e un piccolo sorriso prende forma.

Mi siedo vicino a lei, stavolta più tranquillo, e riprendo a medicarle la mano ferita.

-Ho sempre amato il modo in cui mi medichi le ferite- la voce di Sam rompe il silenzio della stanza. -Lo fai con delicatezza e si vede che ci metti impegno-

Sorrido. Non potrei farlo in altro modo.

-Sam...-mormoro, alzandomi per buttare la garza. Mi risiedo accanto a lei e le bendo la ferita. -Potrei farlo in un altro modo?-

Lei sospira, gli occhi ambra assumono quella tonalità sfumata di tristezza.

-Ti ricordi quando io, te e Amy giocavamo nella sua piscina, da piccolo, d'estate?-

Certo che me lo ricordo. È uno dei ricordi migliori che io abbia.

-Eccome. Cercavi sempre di affogarmi!-

Sam scoppia a ridere. È da un po' che non la vedo ridere così allegramente, così spensierata, proprio come quando eravamo bambini.

Amo la sua risata. Forse perché la sento raramente e, quando la sento, sembra essere la sinfonia di quella felicità imperfetta che Sam ha.

Perché Samantha non è mai stata felice con tutta sé stessa, nonostante io ci provi da anni.

-E Amy, anziché salvarti, rideva e mi incitava a spingerti ancora più sotto!- dice lei.

Amy era una peste già all'epoca. Le piaceva fare tutto quello che non poteva fare, combinare guai e far arrabbiare i suoi genitori, nientemeno che i miei zii.

Il visino da principessa nasconde un'anima ribelle.

-E poi zia Sophia urlava come una pazza, ci dava il gelato e a lei la verdura!- ridacchio.

Continuiamo a ridere come due idioti, e alla fine ci sdraiamo sul letto, uno a fianco all'altro e a pancia in sù.

Ad un certo punto, Sam smette all'improvviso di ridere e così anche io.

-Credi che se quel giorno, in tribunale, fosse andata diversamente, io adesso sarei un'altra persona?-

Quella frase è stata come lanciarmi un sasso nel cuore. Non voglio parlare di quella parte del nostro passato.

Mi giro su un fianco e così anche lei, così riusciamo a guardarci negli occhi. I suoi sono di nuovo pieni di tristezza.

-Sam, niente di tutto questo è colpa tua-

So che lei si sente in colpa, perché crede di essere colpevole in questa storia. Ma non è affatto così.

-Lo so, è che... vorrei essere una ragazza normale-

Il suo volto è ormai una maschera di disperazione, segnata da anni di dolore e sofferenza.

-Sam, tu sei normale- affermo. -E, al massimo, lo sei per me-

Lei abbozza un piccolo sorriso, poi si avvicina a me.

La stringo in un abbraccio, perché altro non posso fare. Sono cresciuto con lei, e venderei l'anima al diavolo pur di vederla felice.

You've reached the end of published parts.

⏰ Last updated: May 10, 2024 ⏰

Add this story to your Library to get notified about new parts!

THUNDERS parte da modificare Where stories live. Discover now