Fourteen

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Saaaalve a tutti!

Quattordicesima OS, ambientata il giorno di Natale. Niente da dire, piuttosto se avrete domande da farmi dopo aver letto perché qualcosa non vi è chiaro, come sempre io sono a disposizione per chiarimenti o attraverso un messaggio qui sopra oppure su Ask :)

Non ho ancora scritto la prossima OS perché non ho ben deciso quale delle due che ho in mente voglio pubblicare, quindi non so purtroppo dirvi quando avrete il prossimo aggiornamento :/

Un bacio, buona lettura! x

***

25 Dicembre 2022, Londra.

HARRY'S POV:

Il Natale era una festività che avevo sempre adorato.

Mi piaceva interrompere la dieta alla quale ero sottoposto durante l'anno per qualche giorno e poter mangiare fino a sentirmi male; mi piaceva ritrovare la famiglia ed inventare parole nuove mentre giocavamo a Scrabble, oppure poter mettere in ripetizione tutti i CD di Natale che possedevo e cantare sempre le stesse canzoni cambiando l'intonazione a seconda di chi l'interpretava, o ancora addormentarmi sul divano, davanti al fuoco, con la sola fiamma di quest'ultimo e le luci dell'albero di Natale ad illuminare la stanza.

Da quando poi era arrivata May, il Natale era diventato per me praticamente sacro: mi divertivo a nascondere i regali nonostante fosse ancora troppo piccola per cercarli da sola, e l'anno precedente avevo adorato il fatto che, il 25 mattina, Eveline era venuta a svegliarmi con in braccio la bambina con addosso un vestitino rosso stile natalizio ed un fiocco dello stesso colore sulla testa; adoravo farla giocare con le palline mentre facevo l'albero con lei bilanciata sul fianco, oppure aiutarla a rubare i biscotti dalla credenza senza che Eveline ci vedesse, nonostante sapessi dal sorriso che puntualmente provava a nascondere che se ne accorgesse ogni singola volta.

Per quanto riguardava il pranzo di Natale, prima che arrivasse May avevamo alternato le visite dai miei genitori e da quelli di Eveline; da quando però era nata la bambina ed i nonni avevano ovviamente tutti preteso di passare quel giorno insieme a lei, avevamo sempre organizzato un grande pranzo a casa nostra a Londra, riunendo mia madre con Gemma e Robin e, talvolta, i suoi figli, mio padre con la compagna ed i genitori di Eveline.

Già così a Natale c'era una grande confusione, ma quell'anno decidemmo di ampliare ancora la cerchia di invitati e facemmo quindi unire a noi Louis, Elise, Lawrence, le gemelle di soli sei mesi Jane ed Audrey, ed in più anche i genitori, fratelli e sorelle di entrambi; solo la famiglia di Louis era una piccola tribù, quindi si può dire che quel giorno il salotto che normalmente era bello grande, sembrava essersi rimpicciolito tutt'a un tratto con quasi trenta persone che lo occupavano.

Non che mi dispiacesse tutto quel casino, ad essere sincero: Natale era un momento di gioia e di felicità, e quale modo migliore di festeggiarlo se non stringendosi intorno ad una tavola con tutte le persone che ami?

«Chi vuole il dolce?» domandò la madre di Eveline, alzandosi in piedi pronta per andare a prenderlo.

Dal momento che eravamo in tanti, ognuno aveva portato qualcosa da mangiare così che il carico non ricadesse tutto sulla povera Eveline - e, ad essere sincero, su di me: si può dire quindi che su quella tavola fosse passato così tanto cibo nell'ultimo paio d'ore da poter bastare per un mese intero ad una normale famiglia, ed era allora solo ovvio che arrivati a quel punto tutti stessimo per esplodere.

«Io passo.» disse Elise, alla quale subito si accodarono la maggior parte dei presenti.

«Ho portato il pudding di Natale. - aggiunse la donna, unendo le mani tra loro mentre scrutava la folla - Ci ho messo le gocce di cioccolato al posto dei canditi.»

My Every Road Leads to YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora