Eight (part one)

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30 Aprile 2020, Londra.

HARRY'S POV:

«Eve, hai visto il mio maglione nuovo?»

Chiusi con uno sbuffo l'ennesimo cassetto di camicie nel quale avevo sperato di trovare il mio maglione, spostando le grucce da cui pendevano i miei vestiti e passando poi al lato di Eveline della cabina armadio, solo per sbuffare ancora una volta quando non lo trovai neanche lì.

Uscii da lì dentro abbottonandomi il jeans e la cintura, pensando a dove diavolo avessi potuto metterlo.

«Eve, non hai...»

M'interruppi quando, alzando lo sguardo, mi resi conto di essere l'unica persona nella stanza. Aggrottai le sopracciglia e controllai anche in bagno, trovando anche quest'ultimo vuoto, ma quando non vidi le scarpe che poco prima aveva poggiato accanto al letto, capii che doveva essere già scesa al piano inferiore.

Rinunciai quindi a trovare l'indumento, non riuscendomi a capacitare di come fosse possibile che avesse finito di prepararsi prima di me, visto che in più di due anni che vivevamo insieme questo non era mai successo: solitamente mi toccava aspettare almeno mezz'ora in salotto che lei finisse di vestirsi, truccarsi, o fare qualunque cosa lei reputasse necessaria fare prima di uscire. Rientrai nella cabina armadio per poter finire di vestirmi, indossando una camicia verde scuro ed abbottonandola fino al centro del petto prima di afferrare gli stivaletti neri ed infilare anche quelli; andai in bagno per sistemare i capelli davanti allo specchio, passandovi diverse volte le dita all'interno e spruzzando velocemente un po' di profumo sul collo prima di uscire dalla stanza.

Mentre scendevo le scale controllai il cellulare, trovando un messaggio di Louis che diceva che la prenotazione al ristorante in cui avevamo scelto di andare a cena era per le 6.30; controllando l'orario e vedendo che erano già le 6 passate, pensai che non saremmo mai riusciti ad arrivare al centro di Londra, dove il ristorante si trovava, in tempo, visto che a quell'ora c'era sempre traffico praticamente ovunque.

«Louis ha detto che la prenotazione è per le 6.30, ma sicuramente faranno tardi. - dissi ad alta voce affinché mi sentisse, afferrando sia il mio che il suo cappotto dall'ingresso - Mi ha detto che lasciano Lawrence con la babysitter, ma Elise dovrà sicuramente farle tutte le raccomandazioni come ogni volta che...»

«Harry.»

Sentii la sua voce provenire dal salotto, strana rispetto al solito; aggrottai le sopracciglia e mi sistemai entrambi i cappotti sul braccio, camminando a grandi passi verso la stanza.

«Eve, sei pron... - mi bloccai di colpo sulla soglia quando la vidi seduta su una delle sedie, con i gomiti sulle ginocchia ed una mano a supportare la testa, l'altra sulla pancia - Cosa c'è? Cos'hai?»

Lasciai andare a terra i cappotti e mi precipitai verso di lei; afferrò il mio avambraccio quando fui abbastanza vicino, utilizzandomi come supporto mentre si alzava lentamente in piedi, poggiandosi poi entrambe le mani sulla parte bassa della pancia come per sostenerla.

«Non so come... - la vidi chiudere per un paio di secondi gli occhi ed il cuore mi risalì in gola - Mi si sono rotte le acque.» disse infine.

Per un secondo aggrottai le sopracciglia, pensando di aver capito male; quando però la vidi respirare con fatica e sentii il suo corpo quasi tremare mentre la reggevo per le braccia, così come il cuore mi era salito in gola così mi scese immediatamente fin nello stomaco.

«Che stai dicendo? - la gola improvvisamente era secca, gli occhi spalancati mentre guardavo il suo viso, più pallido del solito - Ne sei sicura?»

«Ero distesa sul divano perché ho avuto le contrazioni, e...»

«Aspetta, le contrazioni?!»

«...Ho sentito come se un piccolo palloncino fosse scoppiato nella pancia, e tutt'a un tratto...»

My Every Road Leads to YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora