Eleven

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Buon pomeriggio! :)

Undicesima OS, non riesco a credere che sono già così tante ahahah spero comunque, come sempre, che vi piacerà ;)

Volevo poi avvisarvi del fatto che la prossima OS che pubblicherò (sarà un po' più breve delle altre, ma avrà un POV particolare) sarà l'ultima per un po' di tempo, ed ora vi spiego perché: primo, ci sono un altro paio di OS che ho in mente ma che non voglio postare subito dopo della dodicesima, perché ci sarebbe un salto temporale troppo grande e non mi piace che sia così; secondo, scrivere le OS mi occupa parecchio tempo che vorrei sfruttare per dedicarmi un po' alla stesura di My boyfriend's brother, visto che sono un po' indietro con i capitoli e vorrei quindi portarmi un po' avanti per evitare di farvi aspettare troppo quando quelli che per ora ho pronti finiranno.

So che molte di voi attendono sempre queste OS con ansia e per questo mi dispiace dirvi ciò che vi ho appena detto, ma sappiate comunque che non ho ancora intenzione di chiudere questa raccolta. Consideratela solo come una piccola pausa ;)

Detto questo, aspetto di sentire i vostri pareri su questa qui. Un bacio e grazie come sempre per tutto! :) x

***

21 Novembre 2020, Londra.

«Allora? Sei pronta?»

La bambina dai grandi occhi verdi mi guardò con aria curiosa, come se stesse cercando di capire cos'è che le avevo appena detto; sorrisi quando si portò una mano alla bocca ed emise dei leggeri versi indecifrabili, sistemandomela meglio sul fianco mentre mi portavo l'indice alle labbra per intimarle di fare silenzio.

«Shhh. Non vogliamo svegliare papà fin da subito, no?»

May mugolò ancora, ma smise all'istante quando aprii lentamente la porta della camera da letto, improvvisamente troppo presa ad osservare cosa, o meglio chi, c'era al suo interno.

Il sole filtrava dalle tende illuminando lievemente la stanza, creando delle ombre lì dove gli oggetti sparsi qua e là impedivano alla luce di arrivare; la culla nell'angolo era in ordine così come l'avevo lasciata poco prima, ma non si poteva dire la stessa cosa del grande letto matrimoniale, le cui lenzuola - che avevo precedentemente aggiustato per quanto possibile - erano ora in parte a terra, in parte attorcigliate intorno alla figura longilinea che occupava l'intero spazio. Ero ormai abituata al fatto che Harry, quando io non ero nel letto, non perdeva tempo ad occupare tutta la superficie che aveva a disposizione, ma vederlo a pancia in giù, con le gambe aperte e la testa infilata tra i cuscini mi faceva sempre venire da ridere.

Feci un paio di passi avanti cercando di fare quanto meno rumore mi fosse possibile, sedendomi poi lentamente sul bordo del letto e poggiando cautamente May sul materasso quando, alla vista del papà, cominciò a muovere le braccia e le gambe insistentemente per poterlo in qualche modo raggiungere: la lasciai fare, osservandola divertita mentre, più strisciando che non ancora gattonando, si muoveva a fatica sulle lenzuola decisa a raggiungere Harry che ancora dormiva sonoramente. La afferrai quando la vidi in difficoltà e lei emise dei leggeri gemiti al solo pensiero che volessi allontanarla, ritornando in silenzio soltanto quando la poggiai sulla schiena nuda di Harry.

«Papà? - la spronai a dire, ma lei mi guardò solo con sguardo curioso - Dagli un bacio per svegliarlo. Così.»

Mi chinai in avanti e premetti un leggero bacio sulla spalla di Harry, il quale, dopo appena pochi secondi, sospirò profondamente e sorrise, rimanendo ancora ad occhi chiusi. Mi distesi allora al suo fianco, sollevandomi su un gomito per essere alla stessa altezza della bambina.

«Hai visto? Si è svegliato! - May sorrise al mio tono entusiasta - Che dici, se lo merita un altro bacio?»

Harry emise un leggero lamento affermativo per rispondere alla domanda nonostante non fosse a lui che l'avevo rivolta e quel suono, che dalla sua schiena vibrò contro May, le fece spalancare gli occhi e dischiudere le labbra in un sorriso enorme. Scoppiai a ridere quando, invece del bacio che ovviamente non sapeva ancora dare, cominciò a colpirlo con le piccole manine sulle spalle e sulla schiena per chiamarlo a modo suo; Harry rise proprio come me, aprendo un solo occhio e girando il più possibile la testa all'indietro per poterla guardare.

My Every Road Leads to YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora