Ma soprattutto, raccontava noi.

Due anime in cerca di pace, due cuori feriti che si erano trovati, abbracciati dalla forza di un amore indistruttibile.

Anche quando sembrava che il destino ci avesse divisi, noi eravamo lì, tenuti insieme dal filo sottile ma resistente di un legame che nulla poteva spezzare.

Ripensando a quell'ultimo anno, mi resi conto di quanto avessi sofferto.

Le lacrime versate, le notti insonni, i momenti di disperazione che sembravano non finire mai.

Ogni battito del mio cuore era un eco di dolore, ogni sorriso era finto, ogni passo avanti sembrava un passo verso il vuoto.

Eppure, in mezzo a tutto quel dolore, c'era anche una piccola fiamma di speranza, un barlume di luce che mi faceva andare avanti. Era la consapevolezza che, nonostante tutto, c'era ancora un motivo per lottare, un motivo per non arrendersi.

E quel motivo era Andrea.

Il suo ritorno nella mia vita era stato come un raggio di sole tra le nuvole tempestose. Avevamo attraversato momenti difficili, avevamo toccato il fondo e ci eravamo rialzati insieme. Il suo sostegno, la sua presenza, avevano fatto la differenza in quei giorni oscuri.

E ora, guardandolo negli occhi, in prima fila, sapevo che non ero più sola. In lui trovavo conforto, speranza e amore.

Era il mio punto di forza, il mio faro nella tempesta. E insieme, sapevamo di poter affrontare qualsiasi cosa la vita ci avesse riservato.

Questo avevo scritto nella nuova canzone.

La canzone nata tra i teli impolverati del mio appartamento, e portava il nome di Metamorphoseis.

Era un brano che rifletteva il mio percorso di trasformazione e rinascita, un'ode alla capacità di cambiare e rinascere dalle proprie ceneri.

Il titolo stesso dell'album che avremmo registrato, Metamorphoseis, evocava questa idea di trasformazione, di passaggio da una fase all'altra.

Avevamo già immaginato la copertina dell'album: un bruco che si libera dalla sua vecchia pelle, simboleggiando il superamento delle difficoltà e la trasformazione in una farfalla variopinta, immersa in uno sfondo nero che rappresentava il buio dal quale emergeva la luce.

E ora, sopra questo palco, circondata dall'amore, dall'affetto e dall'amicizia, mi rendo conto che sono diventata come quel bruco, intrappolato nel suo guscio, incapace di vedere oltre i confini stretti della sua esistenza.

Ma, come lui, ho attraversato la mia metamorfosi personale. Sono diventata una farfalla, pronta a spiegare le ali e a volare alto nel cielo, libero e aperto.

La mia trasformazione è completa.

Finalmente, quel momento, il momento tanto atteso arrivò: fu come un tuffo nel vuoto, un'immersione nell'ignoto carica di adrenalina e aspettative. 

Sentii il mio cuore battere all'unisono con gli accordi, mentre la tensione si accumulava nell'aria circostante.

Poi, eccolo lì: le prime note risuonarono, e io mi preparai, il respiro trattenuto, mentre la musica penetrava le mie ossa.

Quel momento fu come un'esplosione di energia pura, dove ogni strumento contribuiva al crescendo di emozioni.

La chitarra di Victor tagliò l'aria con la sua distorsione aggressiva, come un ruggito che squarciava il silenzio, mentre il basso di Daniele aggiungeva profondità e potenza, come il battito del cuore pulsante dietro ogni nota. La batteria di Elia, martellante e precisa, creò il ritmo incalzante su cui tutto si basava, mentre i sintetizzatori di Mercorelli incisero un tappeto sonoro che avvolgeva il tutto, amalgamando ogni suono in una sinfonia di potenza e intensità.

Fu come se ogni strumento fosse un pezzo di un puzzle che si incastrava perfettamente, creando un quadro sonoro unico e avvolgente.

E in mezzo a tutto questo, la mia voce si alzò, portando con sé un'energia travolgente e una carica emotiva che travalicava ogni confine.

Fu un momento di pura fusione, dove la musica diventò una forza primordiale che ci spinse verso l'infinito.

«Le sfide che affrontiamo possono sembrare come gusci che ci imprigionano, ma in realtà sono il trampolino di lancio verso una metamorfosi, trasformandoci in creature più forti e splendenti.»

Le luci, come lingue di fuoco, squarciarono l'oscurità circostante, avvolgendo l'Arena in una luce fiammeggiante.

Il boato del pubblico, un fragore che ruggiva come un fiume in piena, si elevò verso il cielo notturno, penetrando l'aria con una potenza inarrestabile, come un urlo di libertà che si perdeva nell'infinito. Era un'esplosione di energia ed emozione, una sinfonia di suoni e colori che riempiva l'aria con un'intensità palpabile.

Una sinfonia chiara, precisa e limpida.

Limpida come il riflesso della luna sull'acqua chiara.

FINE

Come la luna sull'acqua chiara.Donde viven las historias. Descúbrelo ahora