8. Should I sink or swim, or simply disappear?

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Oliver's pov

Ascolto le sue parole, pronunciate da quella sua dolce e melodiosa voce, con il desiderio di voler essere le sillabe che le sfiorano le labbra, così perfette anche se martoriate dai morsi. Se solo potessi torturargliele io! Ne rimasi incantato, sin dalla prima volta che le vidi muoversi nella penombra di quel giardino.

Mi racconta, si racconta e mentre lo fa riesco a vedere i suoi occhi farsi sempre più lucidi, ma non ne accenna, no. Non ha intenzione di ammetterlo, che ama il cibo tanto quanto odia sé stessa. Non credo al fatto che abbia un metabolismo veloce, perché il suo viso scarno e sciupato non ci azzecca una mazza con il metabolismo.

Sbuffo mentalmente, osservando la sua figura prona sul mio letto che, timida ed impacciata, parla di Chris. Quel coglione! Solo a sentir citare il suo nome sento la rabbia montare dentro le mie vene! Come può trattarla così? Come può - dopo un litigio che probabilmente sarà scaturito dal suo non mangiare - lasciarla scappare così? L'ha pedinata per una settimana, tutti i giorni, senza sosta e poi quando lei, disperata, cerca di corrergli incontro e farsi perdonare lui la ignora. Non è normale, soprattutto visto il male che si è fatta mentre lui la guardava inerte. Figlio di troia, se lo becco lo ammazzo!

«Siamo stati amici per tanto tempo, fino a che, la sera in cui ti ho conosciuto, mi sono fatta avanti. Sembrava che stesse prendendo la piega giusta, ma come al solito sono un disastro e tutto mi si rivolta contro. A quanto pare sei anni di "amicizia" non bastano per essere perdonati.» sorrido amaro, scorgendo quanto affetto e sofferenza lei provi nei suoi confronti. Lo odio, come fa a trattarla così? Come se non bastasse il padre che si ritrova.

«Ma lui sa di tuo..? - inizio a chiedere quando lei risponde - Sì, ma.. » prende un respiro profondo, perdendosi tra le note di Lonely Day.

«Perché non ha mai fatto nulla, allora?» chiedo sbigottito, non riuscendo a mascherare la mia rabbia.

«Non voleva mettersi nei casini con la sua famiglia, è più che lecito.» ribatte fredda mentre stringo i pugni, facendone sbiancare le nocche. Mi fa arrabbiare il fatto che lei lo difenda, mi fa perdere la pazienza!

La sua mano pallida sfiora le mie nocche tese:«Scusa, non volevo farti arrabbiare.» sussurra con le lacrime che minacciano di uscire dai suoi occhioni castani. Come può credere che sia arrabbiato con lei?

Sorrido dolcemente, accarezzando la sua pelle liscia:«Non mi hai fatto arrabbiare tu, ma lui..» prendo un respiro profondo:«Non è giusto il modo in cui ti tratta, sei umana tanto quanto lui. E poi.. cazzo te lo si legge negli occhi che hai bisogno di affetto, dell'amore che vorresti che riempisse la tua vita. Ma lui la riempie di merda! È questo ciò che mi fa incazzare, come può farti stare così male? É un bastardo di prima categoria e tu non ti meriti il dolore che ti ha inferto. Sei una creatura così piccola e fragile..» mentre parlo non guardo gli occhi che in due settimane mi hanno fatto perdere la testa. Poi quando li guardo vorrei cadere a terra ed accasciarmi al suolo insieme alle sue lacrime copiose. Mi avvicino cauto a lei, con il timore di essere respinto, e la avvolgo in questo abbraccio che sono incapace di dare. Non sono bravo con questi gesti affetuosi, nella mia vita dopotutto non ho avuto grandi esempi d'amore, quindi la stringo sempre più forte a me, celando la paura di non essere capace.

«Scusa, è che sei la prima persona che mi dice una cosa del genere ed è... così bello sentirsi meno soli..» farfuglia con la voce rotta dal pianto. Sollevo e sposto il suo corpo leggero, posandolo poi tra le mie gambe, dove riesco a stringerla ancora più saldamente; lascio un bacio sui suoi capelli che odorano di menta e tabacco, scoprendone la morbidezza affondandovi il viso.

Mentre camminiamo per le strade di Sheffield, tiepide e miti, immagino quanto sarebbe bello -ancor più di adesso- il suo viso costernato dai miei baci. Perché deve essere sempre così difficile per me amare qualcuno? Penso, penso e penso ancora, ma non agisco mai. Sono una sottospecie di coglione, ecco.
Indossa una delle mie magliette e gli skinny che sottolineano la bellezza delle sue gambe, tutto accompagnato dai suoi anfibi storici.

Benedetto con una maledizione [in editing]Where stories live. Discover now