9. Tregua

872 52 95
                                    


Così non vaE ti senti in bilico

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Così non va
E ti senti in bilico

Il ritorno al mondo reale fu improvviso. L'oscurità del Vuoto Dimensionale si dissipò, come squarciata da una luce accecante, ma durò un solo istante, perché poi la penombra della stanza di Adamo piombò di nuovo su di lei, insieme al raggio di oscurità che la travolse in pieno. Iliana provò a difendersi, con uno scudo di luce che aveva pensato di generare sin da quando aveva avvertito il suo corpo lasciare il Vuoto Dimensionale, ma non fu abbastanza veloce – e abbastanza forte – da contrastare la potenza di Adamo, che infranse lo scudo e la colpì al plesso solare, facendola volare indietro.

Si scontrò con Alastor, ancora alle sue spalle. Sebbene il Demone della Radio avrebbe potuto evitarla con facilità, non si spostò e anzi la accolse contro il suo corpo, attutendo appena l'urto. Coi piedi ben piantati al suolo, scivolò indietro di un paio di metri, un avambraccio posato contro il petto di lei.

«LILY!» urlò invece Adamo, quando si accorse di aver colpito lei e non l'odiato demone.

Alastor si inginocchiò, accompagnando Iliana a terra, dato che il colpo l'aveva messa k.o. «Lily?» mormorò tra sé, guardandola per un secondo. Il suo viso addormentato, che ciondolava ora inerte, gli fece venire una fitta al petto.

Strinse la presa delle dita attorno al suo braccio, quasi senza rendersene conto, e dovette farlo con più forza di quel che avrebbe voluto, perché Iliana corrugò la fronte in una smorfia di dolore, tornando però cosciente.

«Che cosa ho fatto?» disse Adamo, guardandosi i palmi tremanti, il panico di nuovo intenso nelle sue iridi cremisi. «Mi dispiace... mi dispiace, non volevo... non volevo...» Indietreggiò, prendendosi la testa tra le dita e scuotendola con frenesia.

Iliana, che aveva riaperto gli occhi, ignorò del tutto Alastor, che ancora la teneva stretta a sé, e si girò invece a guardare Adamo. Allungò un braccio verso di lui. «Adamo...» sussurrò.

L'espressione negli occhi di Alastor mutò per un solo istante, poi li puntò contro l'ex angelo. «È ora che tu vada a dormire» ringhiò.

Lasciò andare Iliana, che ancora troppo debole per tenersi su da sola, scivolò sul pavimento. Poi, divenne semplicemente enorme, tanto da occupare tutta la stanza, le sue corna che sfioravano soffitto e pareti, simboli voodoo di un verde fosforescente che accendevano lampi luminosi tutti attorno. I suoi tentacoli di tenebra si scagliarono contro Adamo e lo colpirono con forza, da ogni direzione, come pugni di un campione di pugilato, dritti alla stomaco, ai fianchi, sulle mandibole, sul mento. Lo scagliarono lontano, di nuovo contro il muro e poi per terra, e piombarono su di lui, le loro punte acuminate che sembravano intenzionate a trafiggerlo.

Iliana osservò la scena a occhi sgranati.

Le risate folli di Alastor riempivano la stanza, rimbalzando con echi infinite.

𝐒𝐄𝐑𝐄𝐍𝐃𝐈𝐏𝐈𝐓𝐘 | 𝐇𝐀𝐙𝐁𝐈𝐍 𝐇𝐎𝐓𝐄𝐋Where stories live. Discover now