5. Leader A Colazione

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Sono tuoFa' ciò che più ti va

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Sono tuo
Fa' ciò che più ti va

Alle prime luci del giorno, i corridoi dell'Hazbin Hotel erano sonnolenti e silenziosi: evidentemente i suoi ospiti non erano granché mattinieri.

Iliana non poteva dire di aver domito scomoda, per il poco che era riuscita a chiudere occhio: il letto era morbido, le lenzuola persino profumate e la quiete, una volta chiuse le finestre, assoluta. Eppure, nonostante questo, era rimasta a girarsi e voltarsi per tutta la notte, coi pensieri che le vorticavano nel cervello, inquieti, fastidiosi, logoranti.

La sua prima preoccupazione era ovviamente Adamo: non dava segni di ripresa e, l'ultima volta che era andata a controllarlo, gli era sembrato che il suo corpo fosse ancora più bollente e la sua pelle più smorta. Gli aveva infuso un po' della sua luce curativa e questo era sembrato dargli sollievo, ma le sue condizioni non le piacevano affatto.

Poi c'era Alastor: ancora non le era chiaro perché il Demone della Radio avesse accettato di fare un patto con lei. Cosa se ne sarebbe mai fatto dell'anima di un angelo? Ed era mai successo, prima di allora, che un angelo avesse venduto la sua anima a un demonio? Quali sarebbero state le conseguenze, per lei, per il Paradiso, per l'intero Creato? Aveva forse dato il via a qualcosa di irreparabile?

Inoltre, perché non riusciva più a creare un Portale? Ormai si era ripresa, si sentiva nel pieno delle proprie forze... che cos'era che inibiva il suo potere? Davvero l'unica strada possibile per tornare a casa era sperare che il Cielo capisse i suoi errori e ammettesse che all'Inferno potesse esistere la redenzione? Che l'Hazbin Hotel potesse funzionare?

Aveva rimuginato su tutte quelle domande per l'intera notte, ma non aveva trovato alcuna risposta soddisfacente o rassicurante. Si era sentita solo in trappola... o, per usare un termine che fosse ben più adatto alla sua attuale situazione: in catene.

Sospirò e aprì le porte della cucina, sperando che preparare la colazione avrebbe messo di buon umore sia lei che i suoi nuovi compagni d'avventura, soprattutto Angel Dust, che le era sembrato piuttosto contrariato dalla sua presenza nell'Hotel.

Di certo, non si aspettava di trovare Lucifero ai fornelli.

La scena era quasi comica e, per un attimo, la aiutò effettivamente a cancellare tutti i suoi crucci: il capo dell'Inferno stava spadellando qualcosa. Coi capelli un po' arruffati, la giacca bianca abbandonata su una sedia e le maniche della camicia arrotolate fino ai gomiti, canticchiava persino.

Quando in Paradiso sentiva le storie su Lucifero, l'angelo caduto in disgrazia, il mostro che governava l'Inferno, di certo non avrebbe mai immaginato di poter assistere a una scena del genere. L'ex angelo serafino era di una bellezza imbarazzante – in fondo, almeno le leggende sul fatto che fosse il più affascinante tra le creature celestiale erano veritiere, ma per il resto la realtà era ben diversa. Non le dava l'idea di essere malvagio o tremendo. Era... tenero?

𝐒𝐄𝐑𝐄𝐍𝐃𝐈𝐏𝐈𝐓𝐘 | 𝐇𝐀𝐙𝐁𝐈𝐍 𝐇𝐎𝐓𝐄𝐋Where stories live. Discover now