Capitolo 2

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Camila

16 anni prima

Non riuscivo a staccare lo sguardo dal finestrino, sul mio volto si dipinse un sorriso a trentadue denti quando mi resi conto che quella che avevo davanti sarebbe stata la mia nuova scuola per i prossimi quattro anni della mia vita.
Strinsi a me lo zaino che tenevo tra le gambe, e mi voltai verso mia madre, che mi guardava con occhi pieni di orgoglio.
-" Tutto a posto, mi Hija?"-
Annuisco.
-" Sì, sono solo un po' emozionata."-
Le confesso, abbassando lo sguardo.
-" È normale. Nuova scuola, nuovi compagni...sarà tutto nuovo per te."-
Alzo il capo e prendo un lungo respiro.
Ce la farai Camila, andrà tutto bene.
-" Ok...è meglio che vada, non voglio fare tardi il primo giorno di scuola"-
Mi volto verso di lei, che ricambia subito il mio sorriso.
-"D'accordo, buona fortuna mi hija"-
Mi saluta dandomi un bacio sulla guancia.
Le do un'abbraccio al volo e scendo dall'abitacolo, mettendomi lo zaino sulle spalle e salutando mia madre con un cenno della mano.
-" Ciao Mamma, a dopo!"-
E mi dirigo a passo svelto verso l'edificio.

-

I corridoi strabordavano di studenti di ogni tipo, e tutte le loro voci insieme creavano un forte trambusto in cui era difficile concentrarsi.
In una mano tenevo il foglietto su cui c'era scritto il numero del mio armadietto e il codice per sbloccare il lucchetto, dall'altra l'orario delle lezioni, e non facevo altro che abbassare e alzare lo sguardo nella speranza di riuscire a trovare il mio armadietto.
Dannazione, questa scuola è un labirinto!

Ventidue, ventitré, ventiquattro... ventisette! Eccolo!
Sorrido soddisfatta e mi avvicino per aprirlo, mi devo ricordare di metterci un adesivo o una foto il prima possibile, è un po' anonimo questo blu.
Faccio l'ultimo giro e...Click.
Provo ad aprirlo, ma non ci riesco, eppure avevo messo il codice corretto. Gli do una spinta più forte ma nulla, ci provo ancora, ma niente, e tutto inutile.
-" Sono difettosi"-
Aggiunge una voce roca e profonda.
Mi volto verso la voce e vedo una ragazza poco più alta di me dai capelli neri e lunghi fino al seno, una giacca nera di pelle con sotto di essa una semplice maglietta bianca, dei jeans blu chiari e delle semplici scarpe sportive, che mi osserva con i suoi occhi di un verde mai visto.
-"Come, scusa?"-
La ragazza si avvicina a me, e una ventata di profumo alla vaniglia solletica il mio olfatto. Un brivido mi percorre la spina dorsale, spero di non aver preso freddo, per quanto possa far caldo in Florida, l'aria delle otto del mattino e tutt'altro che calda e umida.
-" Per aprirli devi usare le maniere forti"-
E senza dire nient'altro, assesta due forti colpi con il palmo della mano dal rumore metallico, e come per magia, l'armadietto si apre.
Mi avvicino ad esso e sfilo la giacca di jeans.
-" Grazie"-
Mi volto per ringraziare la ragazza misteriosa, ma come è comparsa così è scomparsa, di lei nessuna traccia.
Provo a buttare lo sguardo dall'altra parte, ma niente. Il mio sguardo cerca in ogni angolo possibile, anche tra i vari alunni, ma niente.
Sparita nel nulla.
Il suono della campanella mi riporta sul pianeta terra, e senza dargli poca importanza, butto la giacca nell'armadietto, lo chiudo, e prego di trovare senza troppi problemi l'aula di scienze.

-

Per mia fortuna l'insegnante non era ancora arrivato e potevo tirare un sospiro di sollievo. Adesso avevo una nuova missione però. Trovare un posto.
L'aula è piena di oggetti da laboratorio, come becher, provette linde e messe in ordine nell'apposito contenitore, delle beuta, un microscopio che pare avere più di una decina d'anni, e un gigantesco poster della tavola periodica attaccato alla parete opposta a quella delle finestre.
Vari posti sono già stati occupati, ma con lo sguardo noto un posto vuoto accanto ad una ragazza dai capelli biondi non molto lunghi, ed essendo l'unico posto disponibile, mi avvicino con un sorriso di cortesia.
L'unica cosa che posso vedere è la sua t-shirt rossa e un ammasso di capelli biondi, voltati di schiena, che staranno cercando qualcosa dallo zaino.

-" Ciao, posso sedermi qui?"-
Chiedo con cortesia, e quando la ragazza si volta...no, non ci credo.
-" Camila?"-
E io che pensavo che le sorprese per oggi fossero finite. Le sorrido.
-" Dinah Jane? "-
Dinah scende dalla sedia e corre ad abbracciarmi, e con un sorriso a trentadue denti ricambio il suo abbraccio.
-" Non mi aspettavo di trovarti qui Mila."-
Dice sinceramente sorpresa, dopo esserci staccate.
-" A chi lo dici"-
Le rispondo, sedendomi al mio posto e appoggiando lo zaino a terra.
-" Ma sono contenta di aver visto un viso amico"-
Dinah annuisce con un sorriso, e la vedo controllare il telefono, e come un lampo i suoi occhi castani slittano dallo schermo ai miei occhi.
Inclino il capo verso sinistra e la guardo curiosa.
-" Che c'è?"-
Le chiedo con un sorriso divertito.
-" Ti devo far conoscere una persona che conosco, che guarda caso, fa anche lei la nostra stessa scuola"-
Alzo un sopracciglio.
-" Chi?"-
La mia amica mi risponde con un sorrisetto furbo.
-" Vedrai. Te ne ho parlato spesso, ma non ho mai avuto l'occasione di farvi conoscere."-
Chiarisce Dinah.
-" E non sapevo che fine ne avesse fatto"-
Sottolinea, incrociando le braccia.

Cerco di rielaborare le informazioni, finché non mi viene in mente.
-" Aspetta. Ma parli della tua migliore amica delle elementari?"-
La mia amica annuisce.
-" Esatto!"-
Effettivamente me ne parlava spesso, o meglio, mi parlava di questa bambina che un giorno le si era avvicinata e le ha proposto di fare un gioco assieme, e da quel giorno trovarono la propria, e prima, migliore amica.
Ma finite le elementari le loro strade si separarono, e poi Dinah incontrò me.
-" Non vedo l'ora di farvi conoscere."-
Annuncia con gioia, battendo le mani.

Mi passo una mano fra i capelli.
Questo primo giorno di scuola si sta rivelando più interessante del previsto.

-

Stringo le bretelle del mio zaino e guardo la mia migliore amica scrivere vari messaggi con questa sua amica d'infanzia. Mi ha riferito che sta cercando un posto dove vederci tutte e tre per la pausa pranzo.
Sono molto curiosa di conoscerla, fin da bambina ho sempre amato fare nuove conoscenze, anche con i bambini più timidi della classe, ma è sempre difficile tenersi strette le amicizie, e quando mi si presenta l'occasione di fare amicizia con amici dei miei amici...perché non provarci?
-" Perfetto!"-
Esulta facendomi sussultare.
Mette a posto il telefono nella tasca inferiore dello zaino e a passo svelto mi affianca.
-" Muoviamoci. "-
E con lo zaino in spalla, mi prende per il polso e mi trascina con se a passo veloce, facendo slalom tra i vari studenti rimasti nei corridoi.
-" La pausa pranzo dura solo trenta minuti, dobbiamo sbrigarci."-
L'unica cosa che mi resta da fare e cercare di stare al suo passo.

-" Grazie"-
Ringrazio la cuoca della mensa mentre mi passa una bottiglietta d'acqua e un budino al cioccolato.
Mi guarda con i suoi occhi grigi privi di emozioni e mi mostra uno dei sorrisi più falsi che abbia mai visto in vita mia.
Curvo le labbra in un sorriso imbarazzato e mi allontano da quella visione il prima possibile e cerco la mia migliore amica, ferma in mezzo alla stanza dalle anonime pareti bianche e l'inconfondibile profumo di cibo.
-" Allora? L'hai trovata? "-
Le chiedo, ma prima che mi possa rispondere la vedo sorridere.
-" Vieni"-
Mi invita, facendo un cenno con la testa di seguirla.

Tra lo schiamazzo degli studenti e il suono metallico delle varie posate, ci facciamo strada tra i tavoli fino a trovare i nostri posti, lasciati dalla famosa amica di Dinah.
Poso il vassoio sul tavolo e non faccio in tempo ad alzare il capo che Dinah già mi presenta.
-" E lei è Camila. Camila, lei è Lauren"-
Alzo lo sguardo e resto senza parole.
È la stessa ragazza che mi ha aiutato questa mattina.
I suoi occhi verdi navigano sulla mia figura e con un sorriso mi porge la mano, che ricambio con piacere prima di sedermi.
-" Grazie per prima, Lauren."-
Non ero riuscita a ringraziarla prima.
Dinah si volta per guardare prima me, poi Lauren.
-" Vi siete già conosciute?"-
Scuoto il capo.
-"Mi ha solo aiutato ad aprire l'armadietto"-
Vedo Lauren guardarmi per una frazione di secondo per poi tornare con la testa nel piatto.
Non so il perché, ma quel gesto mi fece sorridere.

I Love You Still || Camren Fanfiction Where stories live. Discover now