CAPITOLO 6

6 2 1
                                    

Shane fece forza sulle braccia per mettersi in piedi e cercò di bilanciarsi con le stampelle che Suncer gli aveva portato.

«Ne sei proprio sicuro?» La voce del suo amante lo raggiunse dalla cucina.

Lo era? Erano passati solo sei giorni da quando si era ripreso nella sua casa, dopo l'incidente con la slavina. Il dolore alla gamba era diventato sopportabile, ma lui si sentiva ancora debole, eppure si era stancato di stare a letto a farsi servire e riverire. «Sì, sono proprio sicuro,» replicò, cercando di mettere convinzione in quelle parole.

«Guarda che non sei costretto, ci sarà una Festa di Inizio Inverno anche il prossimo anno.»

«Ma se non vengo io non vai neanche tu e a te piace stare in mezzo a tutta quella confusione.» Aveva insistito affinché Suncer andasse a svagarsi, ma l'uomo pareva non volersi allontanare da lui e si era sempre rifiutato.

«A me piace, ma tu lo detesti.» La bionda testa del compagno sbucò oltre lo stipite. «E poi fino ad ora gli unici passi che hai fatto sono quelli per andare dal letto alla latrina e viceversa.»

«Appunto, ho bisogno di prendere un po' d'aria.» Bilanciò il peso dalla gamba sana alle stampelle e cominciò a spostarsi. Avanzò fino a raggiungere il tavolo della cucina, poi alzò il volto verso Suncer. «Sono abbastanza comode,» disse, dando qualche colpetto sul pavimento con una di esse. «Possiamo andare.»

Suncer sorrise e scosse il capo. «Aspettiamo che arrivino.»

«Chi?» Shane lo guardò interrogativamente.

Bussarono proprio in quel momento. Suncer sollevò le sopracciglia e indicò la porta. «Loro.» Andò ad aprire e il primo ad entrare, avvolto in un morbido mantello di spessa lana bianca, fu Naysh, seguito dal suo amante, in una giubba imbottita di un grigio molto scuro e un berretto per nascondere gli strani capelli viola.

Naysh salutò Suncer ma si avvicinò subito a Shane, con l'impeto di chi sta per abbracciare ma si blocca all'ultimo secondo, ondeggiando lievemente sui talloni per il mancato slancio. «Come sono felice di vederti in piedi!»

Il ragazzo dagli occhi enormi, lo chiamava Suncer e Shane non poteva dargli torto, quelle iridi argentate spiccavano come piccole lune sul bel viso dai tratti delicati. Anche se gli anni passavano Naysh continuava a sembrare molto giovane. Shane fece un passo avanti e attirò il ragazzo a sé, per concedergli quell'abbraccio che l'altro avrebbe voluto dargli. «Sto bene e grazie a te sto anche in piedi, Suncer mi ha raccontato tutto, avrei voluto venire al Tempio della Telecinesi per esprimere tutta la mia gratitudine.»

Naysh si strinse piano a lui e poi si staccò, un gran sorriso sulle labbra. «Non ce ne sarebbe stato bisogno e comunque siamo venuti noi. Suncer ci ha invitati per andare insieme alla Festa.»

A quel punto si avvicinò anche Inaques che gli fece un cenno di saluto con la testa a cui Shane ricambiò allo stesso modo. Non erano necessari altri abbracci.

Suncer sbucò dalla camera da letto portando i mantelli. «Dopo avere fatto un giro dei banchi offriremo a questi due una bella cena alla Taverna dei Due Pavoni, come ringraziamento per quanto mastro Naysh ha fatto per noi, almeno così si usava fare dalle mie parti, non so se è pratica anche qui, comunque mi sembrava una buona idea.»

Shane si lasciò drappeggiare addosso il mantello e non si scostò quando il compagno gli stampò un rumoroso bacio sulle labbra.

«Quando ti stanchi dillo e ci fermiamo, oggi non devi fare l'eroe, chiaro?»

«Chiaro.» Shane sorrise. «E tu puoi anche staccarmi gli occhi di dosso ogni tanto, prometto che non me ne andrò da nessuna parte.»

Suncer gli diede un paio di colpetti sulla spalla. «Ottimo, ci conto.»

La Festa di Inizio InvernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora