Dieci

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Così consapevoli che per le due settimane successive non si vedono e Derek è quasi sicuro che Stiles non sia nemmeno uscito di casa. Lo sente, ovvio, sente il legame e la sua vicinanza, ma si è totalmente concentrato su Eli e sul lavoro. All’inizio della terza settimana, però, quando sa che sta per arrivare la luna piena, si alza e fa le valigie.
“Dove andiamo?” chiede Eli, appena sveglio e con gli occhi ancora gonfi di sonno.

Derek gli accarezza una guancia. “In Messico da zia Cora, non ci andiamo da sei mesi. Ti va?”

Eli lo scruta pensieroso. “La luna piena ti sta facendo qualche strano effetto?”

Troppo intelligente quel ragazzino. Annuisce. “Nulla di negativo, ma non voglio rischiare di stare peggio, se sto qui.”

“Se stai così vicino a Stiles?”

Annuisce ancora. Eli di slancio lo abbraccia, poi afferra una maglietta dalla valigia aperta. “Questa la mettevo mesi fa, non è più di moda. Facciamo che la mia valigia la preparo io, si?”

Derek ride, ma lo spinge verso le scale, il cuore un po’ più leggero.

Così come si sente leggero i primi giornu da Cora, nonostante ci sia anche Peter. Ha spiegato tutto ad entrambi, che avevano comunque capito che qualcosa non andasse e, straordinariamente, anche Peter è sembrato comprensivo. La luna piena sarà quella sera, stanno tutti pranzando tranquillamente in giardino, mentre Eli gioca con i cani di Cora che sembrano abituati alla presenza di lupi, quando Derek sente il proprio cellulare squillare e sullo schermo appare un numero sconosciuto.

“Sì, pronto?” dice, alzandosi, camminando nel prato a piedi scalzi.

“Derek, sono Lydia.”

E Derek sarebbe già allarmato dal fatto che sia lei a chiamarlo, che non l’abbia mai fatto in quindici anni, ma il suo tono di voce preoccupato e il battito del cuore che si sente dall’altro lato del telefono gli fanno drizzare i peli sulle braccia e attivare i sensi del lupo.
“Cos’è successo?” chiede, per poi aggiungere. “Cos’è successo a Stiles?”

“Io non lo so” la voce di Lydia trema nelle parole. “Sono qui solo da una settimana e già mi era sembrato strano che non venisse la sera da te per la birra, ma sono tre giorni che non è solo il suo umore ad essere strano.”

“Lydia, i dettagli” non vuole sembrare scontroso, ma è la sua parte alpha a parlare, ormai.

“Dice di avere male allo stomaco e da ieri ha anche la febbre alta. Ti ho chiamato solo perché non scende coi farmaci, proprio per niente, e parla delirando.”

Derek risponde avviandosi verso l’interno della casa. “L’hai fatto controllare anche da Deaton?”

“Sì”, dice la ragazza. “Anche lui è d’accordo con me e crediamo che la tua presenza possa farci capire qualcosa in più.”

“Perché?”

Lydia sembra fare uno sforzo nel rispondere.
“Perché ha perso il controllo, sembra Scott durante le prime lune e chiede di te. Non fa altro che chiedere di te. Stamattina ha detto che gli fa male il cuore senza di te. Ti prego, torna qui. Non so cosa sia successo tra voi e non mi interessa, ma io lo so che se torni lui starà bene. Era innamorato di te da piccolo e dubito abbia mai smesso, ma questo è.. non è qualcosa di umano, vero, Derek? Stiles, lui... voi non potete stare separati, vero?”

Derek si siede sul divano, Eli, Cora e Peter sono in piedi di fronte a lui ed è suo zio a fargli coraggio, annuendo. “Prendo il primo volo” dice. “Digli che sto arrivando e..”

“Non ringraziarmi” lo interrompe. “Salvalo e basta.”

Derek atterra a Beacon Hills poche ore dopo seguito da Peter: è riuscito a convincere Eli a restare da Cora ma lo zio non ne ha proprio voluto sapere e Derek non aveva la forza per opporsi. È Isaac ad aspettarli davanti all’aeroporto e guidare a velocità folle fino a raggiungere casa di Stiles. Derek si precipita dentro e raggiunge la camera da letto senza nemmeno salutare Lydia, Scott o Deaton. Percepisce perfettamente tutto quello che sta sentendo Stiles, il suo dolore, la sua disperazione, la sua mancanza. Gli fa male il petto proprio all’altezza del cuore mentre una sensazione di vuoto gli attanaglia lo stomaco. Si avvicina al letto e prende il viso di Stiles tra le mani. “Ehi, ragazzino, sono qui. Guardami, ti prego.”

E sai come farmi impazzireWhere stories live. Discover now