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Quello stesso pomeriggio, intorno alle cinque, Derek finisce finalmente con il lavoro e, dopo essersi cambiato a casa, decide di passare da Stiles per vedere cos’ha combinato con Isaac e se hanno bisogno di aiuto. Quando però è sul vialetto della piccola villetta, sente la voce di Stiles, ma l’altra non è di Isaac. “No, Rob, quella va in salotto, non vedi che è uguale alle altre cinque sedie che sono lì?“ la voce di Stiles è allegra e Derek è quasi tentato di andare via. Sta proprio facendo dietrofront con una strana sensazione all’altezza dello stomaco quando si sente chiamare proprio dal padrone di casa. “Derek! Sei venuto a salvarmi da questo individuo incapace?”

Derke guarda verso il portico e di fianco a Stiles c’è un ragazzo forse della sua stessa età, con i capelli rossi e più alto di Stiles. “Ti ho montato il bagno, Stilinski!” ribatte quello.

Derek desidera ancora di più scappare via, il suo lupo si sta ribellando. Vede Stiles dare una spallata al ragazzo, poi scende i pochi gradini e lo raggiungi. “Hai già finito di lavorare?” chiede, un sorriso gentile.

Derek annuisce.

“Noi qui forse abbiamo quasi finito, Robert stava andando via. Mi dai una mano con gli scatoloni da piegare e mettere fuori? Hai la forza bruta da lupo e tutto il resto.”

Derek si limita a inarcare un sopracciglio.

“Dai!” insiste Stiles. “Poi ti offro una birra, ho il frigo funzionante!”

Derek, mentre impila scatole su scatole, scopre che il ragazzo che è andato via è un collega di Stiles, che insegna matematica e vive in città. Scopre anche che ora può dormire a casa sua, che ha solo birra in frigo e che il giorno dopo comincia anche a lavorare.
Finiscono un’ora dopo, quando il tramonto sta per lasciare il posto al cielo buio e si siedono sugli scalini del portico con una birra tra le mani. Se ne stanno lì in silenzio, sorseggiando, per un po’, poi Derek sente il cellulare squillare. “Ragazzino, hai dieci minuti per tornare a casa” è così che risponde ad Eli, vedendo Stiles trattenere una risata.

“Papà, lo so, lo so. Volevo solo sapere cosa mangiamo, perché ho voglia di patatine fritte.”

Derek alza gli occhi al cielo, poi gli dice di aspettare e si rivolge a Stiles. “Ti va una pizza?” chiede, mentre dall’altro lato del telefono sente suo figlio dire “Sì! Invitiamo anche Stiles!”

“Solo se posso offrire io e se la mangiamo qui” è la risposta dell’umano.

Aspettano Eli seduti ancora lì, con solo i rumori della riserva a fare da sottofondo. Eli arriva davvero dopo dieci minuti, abbraccia Derek e si sporge ad abbracciare anche Stiles, poi si siede sul gradino più basso, le mani appoggiate all’indietro e lo sguardo verso il cielo. “Papà, posso dirti una cosa ora dato che c’è Stiles e forse non mi ammazzerai perché potrebbe impressionarsi?” chiede.

Stiles scoppia a ridere, ma Derek lo fulmina con uno sguardo. Immagina cosa voglia dirgli Eli, ma si stupisce che non si senta frenato dalla presenza di Stiles, anzi, ne sta traendo in qualche modo coraggio.
“Dimmi.”

Eli si volta per guardarlo.
“Ultimamente faccio spesso tardi perché mi fermo a parlare con una ragazza che mi piace tanto.”

Derek percepisce nettamente Stiles trattenere il respiro e mettersi una mano sulla bocca. Gli darebbe una spallata, ma la sua attenzione è per Eli.
“Come si chiama?” chiede.

“Lily, è in classe con me, ha ottimi voti, è molto carina e intelligente e simpatica.”

Derek si allunga per passargli una mano tra i capelli. “State insieme?”

“Non lo so, non ho il coraggio di chiederglielo, ma ci siamo baciati. Due volte! Come faccio a chiederglielo?”

Derek non ne ha idea, non è che abbia mai avuto relazioni normali. Stiles sta ancora trattenendo le risate, quindi decide di vendicarsi. “Chiedi a lui” dice indicandolo. “è sposato da un po’ di anni, ne saprà di certo più di me.”

Eli si volta verso Stiles carico di aspettativa e Derek si becca uno schiaffo sul braccio. “Io non faccio testo” risponde. “Corteggio Lydia da quando eravamo alle elementari e quando ci siamo messi insieme ha fatto tutto lei. Non sono quello adatto.”

“Sei stato solo con tua moglie, quindi?” chiede Eli. Derek ama la sua curiosità, ma a volte è un po’ impiccione. “Eli” lo riprende, ma Stiles sventola una mano.

“Mi ha solo fatto una domanda, tranquillo. Comunque sì e no. Sono stato anche con tua zia Malia per un po’ e ho avuto qualche avventura qui e lì, ma Lyds è stata la mia unica storia seria.”

Eli corruccia lo sguardo, la sua classica espressione pensierosa. “Una sola persona per tutta la vita...” sembra sussurrarlo a se stesso. “Non sei curioso di provare altro?”

Derek si schiaffa una mano sul viso. “Eli!” lo riprende ancora. “Alzati, su, che sono arrivate le pizze” e indica il ragazzo delle consegne.

“Scusalo, non ha filtri” dice poi a Stiles quando Eli si allontana.

Stiles fa un occhiolino. “Comprendo la sensazione, sono uguale, no?”

Due giorni dopo, Derek è sul divano di casa, un libro tra le mani, mentre Eli è in camera sua a divorare qualche serie TV. La giornata è stata tranquilla, il lavoro come sempre e non ha dovuto aiutare Stiles perché il giorno prima hanno finito tutto insieme al branco e, come la sera prima, avevano bevuto una birra tutti e due, sul portico. Derek si era sentito rilassato, circondato dalla natura e si era sentito libero di starsene in silenzio. Con Stiles era semplice, o riempiva lui il vuoto con le chiacchiere o se ne stava zitto allo stesso modo, ma nessuno dei due si era sentito in dovere di dire o fare.

Derek gira la pagina del libro con quei pensieri nella mente, quando sente la notifica di un nuovo messaggio. Prende il cellulare e vede il mittente: Stiles.

Senti, io le birre ce le ho ancora e qui da solo mi annoio a morte. Birra?

Derek legge il messaggio più volte, poi chiude il libro, si alza e si rivolge a Eli dalle scale. “Eli, tra un’ora torno. Se non ti trovo a dormire giuro che ti tengo sveglio fino a domattina e ti mando lo stesso a scuola!”

“Dove vai?” è la risposta di Eli.

“Da Stiles. Se hai qualche problema grida, ti sento.”

“Va bene, pa’. Salutamelo!”

Quella birra serale diventa una routine. Sono ormai dieci sere che Derek si ritrova seduto su quegli stessi gradini con Stiles, la solita birra, le chiacchiere e i silenzi. Stiles gli racconta dell’FBI, di New York e di quanto amasse Central Park. Derek gli racconta dei primi mesi con Eli, dei pannolini, le pappe puzzolenti e di quanto sia stato difficile e bello allo stesso tempo.

Ora è domenica, Derek ha passato tutto il pomeriggio con Eli a cercare di fargli entrare in testa l'argomento di storia per il compito del giorno dopo e ora sta prendendo dal frigo la cassa di birre per portarle da Stiles. “Me lo saluti?” chiede Eli, schiaccandogli un bacio sulla guancia.

“Vuoi venire?”

“Nah” risponde. “Guardo un paio di puntate e poi dormo, mi hai distrutto.”

Derek lo abbraccia, poi esce.

Le loro case sono così vicine che le luci di casa di Stiles si vedono in lontananza. Derek attraverso il tratto di riserva che li separa, ma quando è quasi sul vialetto si blocca. Stiles è gia seduto sui gradini del portico, ma non è solo e Derek da quella distanza sente bene anche le loro voci. “Quindi mi dici quanto ti sono mancata e quanto sei contento di questa sorpresa?” chiede Lydia, appoggiata con la testa sulla sua spalla.

“Anticiparti di quindici giorni era programmato quindi o hai solo finito prima?” chiede Stiles.

“Tutto programmato, ovvio, Stilinski. Sei felice, allora?”

Derek vede Stiles baciarle i capelli. “Certo che lo sono, Martin. Andiamo dentro che comincia a far freddo?”

Derek rimane ancora lì, con le birre in una mano, mentre li vede alzarsi e rientrare in casa. Stiles le cinge le spalle col braccio, lei gli avvolge i fianchi in un abbraccio.

E Derek pensava di non sentire più quella sensazione, la stessa che sentiva spesso in presenza di Stiles anni prima, una vita prima. Lo stomaco contratto, un fuoco che avvampa da dentro e una tristezza che gli invade il cervello, mentre il suo lupo si acciambella in qualche posto lontano dentro di lui.

Torna a casa dopo un’ora, come aveva detto a suo figlio, ma solo dopo essersi trasformato e aver corso nella riserva per mandare via quella sensazione.

E sai come farmi impazzireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora