Nugae - Narnia

Montagne russe

Vorrei urlanti addosso. Coglione.
Vorrei tirarti un ceffone dritto in faccia.
Vorrei piangere e sfogare questa rabbia
che mi covo dentro, in silenzio,
mentre ti sento tacere la verità.
Ma non lo faccio. Non avrebbe senso.
I tuoi occhi mi supplicano di non reagire.
Non posso dirtelo, Lei me lo vieta.
Eppure alla fine me l'hai confessato,
lasciandomi riempire le tue reticenze.
Avrei preferito non saperlo.
Avrei preferito ignorarlo.
Avrei preferito pensare di essere pazza
solo a pensare che stessi mentendo
a te stesso, più che a me, che ti vedo
e ti leggo nella mente come se fosse mia.
Non dirlo a nessuno, ti prego.
Mi carichi di un fardello inutile - non c'è
anima che non sappia quello che fate.
Nessuno vi giudicherebbe, ma temete.
Temete cosa?
Non lo so. Non mi interessa.
So solo che la rabbia mi brucia dentro.
La delusione mi culla nel mio silenzio.
Mi avevi giurato che non lo avresti fatto,
che non ci avresti minacciato così.
Non accadrà nulla, non sapranno nulla.
Saprò io per tutti e farò finta di niente.
Di nuovo custode dei tuoi segreti.
Tuoi. Miei. Ormai nostri - e Suoi.
Essere metà della tua anima non è mai
stato così pesante perché ora siamo tre.
Io e te. E Lei. Lei che non osi nominare
eppure è sempre presente tra di noi.
Non scrivermi certe cose, è ambiguo.
Ma posso sussurrartele se siamo da soli.
No, non ci scherzare troppo, dai.
Ma sei il primo a riderci su, solo con me.
Lo sai che sei la mia migliore amica, no?
Eppure sparisco, quando c'è Lei.
Non posso scriverti, quando stai con Lei.
Non posso parlarti, quando stai con Lei.
E poi mi scrivi che mi vuoi bene alle tre,
quando non dormi e la vita ti pesa.
Pesa anche a me, per questo ci capiamo.
Giuro che ti spiegherò ogni cosa.
Ma solo quando sarà finita, no?
Ora non mi resta altro che questo,
le lacrime agli occhi, l'umore nero,
tu che mi compri il gelato per rimediare,
ma non la passerai liscia stavolta.
Ti voglio troppo bene per rovinare tutto.
Quindi non ti dirò che sono gelosa.