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Questa notte non ho chiuso occhio,mi giravo e rigiravo nel letto per cercare,invano,una posizione comoda. Ciò che più mi distraeva però era il profumo di Ian sul suo cuscino. Mi disturbava così tanto che il mio subconscio mi portò a immaginare varie scene dove Ian mi prendeva e mi baciava,come aveva già fatto. Filmini mentali? Comunque mi alzai,e dato che tutti i miei effetti personali erano nella mia stanza,presi una sedia e mi misi seduta sul balcone a guardare il cielo senza stelle. Mancava qualcosa però. Tornai dentro e presi dal pacco di sigarette di Ian l'accendino e una Marlboro.
Tornai sul balcone,accesi la sigaretta e lasciai che il fumo vagasse nell'aria e nei miei polmoni. Sono come il fumo,pensai. Che invade tutto. Distrugge i polmoni, brucia l'esofago, scurisce la pelle, fa bruciare gli occhi. Sono le cause del fumo,che provoca dipendenza. Il fumo,così dannatamente buono e stronzo allo stesso tempo. Che nessuno può afferrare,che si dissolve sempre. Che tutti,provano e riprovano a prendere nelle mani eppure nessuno mai ci riesce.
Sono come il fumo,pensai. Che tutti cercano di capirmi,"papà",Ian,Ryan...eppure nessuno mi capisce. E non mi capisco nemmeno io.
A causa di questi pensieri "profondi" ora,in aereo,sto morendo di sonno. Ho preparato la valigia stamani appena Ian fu sveglio. Dall'alto tutti quegli edifici imponenti della Thailandia sembrano minuscoli.
Non ci credo che una volta tornata dovrò riprendere la mia routine:scuola,studio,palestra,monotonia.
Prendo sonno quando una mano tocca il mio braccio "Prima di lasciare la camera,ieri notte,c'erano otto sigarette. Ora ne sono rimaste sei. Le hai fumate tu?" Domanda Ian.
"No. Le ha fumate il fantasma formaggino che ieri notte era in camera tua a tenermi compagnia." Rispondo ironicamente alla sua domanda ovvia. Ian ride,e la sua risata si trasforma in un dolce sottofondo per il  mio dormiveglia.
***
Sgancio la mia cintura e prendo la valigia pronta per scendere dall'aereo. Zio Alarick mi passa accanto,mi guarda negli occhi e poi tira dritto. Scendo dall'aereo e riconosco la puzza della mia città. Fantastico.
Percorro il pezzo di strada che mi divide dall'aeroporto ed entro in quest'ultimo.
Tutti i familiari degli agonisti sorridenti per il loro ritorno e noi con i musi lunghi perché non volevamo proprio ritornare.
Riconosco il padre e la madre di Ian,beh i genitori adottivi,e Sarah accanto a loro. Ha in mano una bottiglia di Coca Cola e spero con tutta me stessa che la beva invece di tirarmela addosso.
Sarah ha un sorrisone sul suo minuto viso mentre parla vivacemente con un ragazzo...Ryan.
Lei gli tocca la spalla e ride mentre lui la guarda negli occhi. Non c'è niente di malizioso nella risata di Sarah e ricordo le parole che mi disse Ian:"Sarah ha una cotta per Ryan".
Non sono per niente gelosa,anzi sono felice che qualcuno possa domare Sarah l'esaltata.
"Il tuo ragazzo ci dà dentro." Sussurra Ian dietro di me con un sorriso e un'occhiata alla "io te l'avevo detto".
Mi giro dicendogli "Almeno il mio ragazzo ci prova solo con tua sorella mentre lei ci prova con tutti i ragazzi della classe,no scusami della scuola...oh no,scusa ho sbagliato ancora,della città."
Ian sembra un po contrariato. Chissà forse non mi rivolgerà più la parola penso.
Continuo a camminare verso Ryan,i nostri sguardi si incontrano e lui mi corre incontro per abbracciarmi. Mi stringe forte i fianchi e io ricambio stringendolo più forte. È vero,non lo amo ma caspita se gli voglio bene.
"Mi sei mancata." Dice con il viso tra i miei capelli.
"Anche tu." Sarah mi guarda con invidia e anche Ian ha uno sguardo a dir poco malefico. Poi il mio sguardo incrocia quello di zio Alarick e capisco di essere veramente nella merda.
"Ryan, ehm, staccati. Mio padre ci sta guardando." Dico sperando di trovare una valida scusa da dire a zio che intanto si sta avvicinando.
"Papà,lui è Ryan,il mio migliore amico. Lo conosci,fa anche lui muay thai ed è conosciuto perché è un lottatore gay." Sorrido a zio pregando mentalmente i santi che creda alla mia scusa.
Ryan mi guarda stranito e poi stringe la mano a zio dicendo "Si,sono orgoglioso di aver battuto gli stereotipi. Tutti dicevano che un gay non potesse fare determinati sport ed io sono la prova vivente che non è così,ne vado fiero." Rido del suo fare così naturale e lo guardo provando davvero un grande affetto per lui.
Zio sembra convinto,e anche alla grande,perciò raduna gli agonisti e le loro famiglie per complimentarsi.
"Anche io sono felice di questo risultato perciò tutti a casa mia gente,si festeggia!" Urla Ian nell'aeroporto. Tutti si precipitano alle macchine e senza cambiarsi,senza posare le valigie cominciano ad andare a casa di Ian. Zio sembra restio ma poi Ian riesce a convincerlo.
"Ti andrebbe di venire alla festa?" Sarah si avvicina e invita Ryan che controbatte "Non credo che tuo fratello sia felice di vedermi"
"La casa non è solo sua,ci abito anche io sai?!" Risponde Sarah sorridente.
Zio e Ian sparlucchiano e poi si avvicinano.
"Allora,la sorella di Ian e Ryan in macchina con me. Abby tu devi andare con Ian a casa nostra per prendere le birre." Dice zio prendendo Ryan e Sarah e portandoli in macchina.
Ma come? Ora capisco. Non solo io,ma anche zio si trova in una situazione di imbarazzo così ha preferito che andassi con Ian piuttosto che con lui. Ma non poteva farmi andare con il mio amico gay? Ah già,zio non sa che ha la patente.
Con Ian mi dirigo alla sua macchina. Il viaggio è silenzioso per lo più parliamo del viaggio e delle sigarette scomparse.
Arriviamo di fronte al mio portone quando Ian dice "Sei pronta?"
"A fare che?!" Rispondo e una sua occhiata mi fa capire tutto. Quella delle birre,il parlare con zio e convincerlo a farmi andare con lui è stata una messa in scena. È stata una scusa. Entrambi non sappiamo quale sia la "sorpresa" dello stalker che continua a inviarmi messaggi. Saliamo.
Apro la porta cautamente mentre i nostri respiri si fanno più pesanti per l'agitazione.
"Vado prima io." Sussurra Ian mettendosi davanti a me. Giriamo tutte le stanze e tutto sembra tranquillo,come avevo lasciato.
Entriamo nell'ultima camera. La mia.
Tutti i libri sparsi per il pavimento e l'agitazione cresce in me. Oddio è stato davvero nella mia camera,ora può entrarci sempre, quando vuole. Cosa vuole farmi? Continuo a ripetere tra me e me.
Ian mi guarda e nota l'agitazione sul mio volto. "È solo questa la sorpresa,tranquilla, ti aiuto a mettere a posto." Anche lui è preoccupato ma preferisce nasconderlo chissà forse per rassicurarmi. Oltre i libri a terra, che io e Ian stiamo raccogliendo,tutto sembra come sempre tranne per un dettaglio.
Lascio Ian mettere in ordine tutti i libri e mi avvicino al letto,sul cuscino c'è una foto. Una ragazza,giovane,con in braccio una neonata con pochi capelli neri. E vicino alla ragazza c'è un ragazzo poco più grande,con un aspetto più curato.
"Tutto bene?" Domanda Ian facendomi distrarre dalla fotografia.
Chi sono quelli in fotografia? La nascondo velocemente sotto il cuscino. Non voglio che Ian sappia. Non voglio che tutti sappiano. Voglio ancora apparire quella ragazzina che vive con il padre biologico. Sospiro.
"Come sempre." Rispondo alla domanda di Ian tornando vicino a lui e aiutandolo con i libri.
E se quella neonata nella foto fossi io con i miei genitori naturali?

Scusate il ritardo, ho finito gli esami "yeeeeee". Sono andati alla grande e devo ringraziarvi per tutti i consigli. Quanto ho preso? *attimo da esibizionista* 10 e lode. Vi ringrazio per la pazienza. Spero di poter aggiornare due volte a settimane perché vorrei finire il libro prima di agosto e poi magari scriverne un altro più "strappa lacrime". Non vi prometto che aggiornerò puntualmente perché domani inizierò a lavorare purtroppo. Spero il capitolo piaccia e che,davvero,non sia banale. Grazie ancora

Ti odio,ma per favore amami.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora