No che non capivo, non capivo effettivamente cosa c'era tra di loro.
Non sapevo se lui era solito comportarsi in quella maniera o se era stato soltanto un caso.

Le domande iniziarono a ronzarmi nella testa, come mosche impazzite, fino a quando lui non si fermò e si girò verso di me.
- Non ti voglio prendere in giro stai tranquilla, so che non ti fidi di me e non so se mai lo farai, ma ci tengo a te, sul serio-
Sembrò quasi come se mi avesse letto nel pensiero.

I nostri sguardi, ancora una volta, si incrociarono.
Non riuscivo a distogliere lo sguardo dai suoi occhioni blu come il mare; erano così profondi e mi trasmettevano, per non so quale motivo un senso di sicurezza.

Il suo profumo intenso mi pervase le narici.
Eravamo così vicini che potei quasi sentire il suo battito cardiaco, allinearsi con il mio.

Mi prese il volto tra le mani e mi sussurrò all'orecchio 'posso'.
Non mossi un muscolo, non ne ero in grado, ero completamente persa dal suo sguardo magnetico.

In meno di un secondo le nostre labbra si sfiorarono, prima in un bacio casto e poi in qualcosa di sempre più passionale.
Le mie gambe tremarono e le farfalle nello stomaco sbatterono contro le pareti della mia pelle.
Era diverso da qualunque bacio avessi dato in passato;
In quel momento una tormenta di emozione prese il sopravvento.
Non capivo nemmeno io che cosa provare, mi importava soltanto assaporare le sue labbra; nonostante sapessi che avrei dovuto fermarmi.

Con grande sforzo le nostre labbra si staccarono, facendo scontrare i nostri nasi.
I nostri respiri si stavano intrecciando e i nostri occhi si stavano cercando.

Con un gesto lento e controllato portò una ciocca dei miei capelli dietro l'orecchio
- Sei bellissima- Sentii le guance avvampare.
Una fiamma di emozioni si stava accendendo in me.

Svanito l'imbarazzo, continuammo a camminare lungo il sentiero.

- Posso farti una domanda?-
- Si certo, dimmi pure- Disse guardandomi negli occhi
- Cosa intendevi dire, l'altra sera, quando hai detto che '''non possiamo stare insieme'?-
- L'hai notato vero? Beh la prima volta che ti ho incontrato sono rimasto incantato da te, solo che questa cosa l'ha notata anche mio padre e diciamo che non è rimasto molto contento, ecco...-
- Ah, non sapevo di questa cosa, perché non vorrebbe, scusami? Ho fatto qualcosa io che non gli è piaciuto?!- I dubbi mi stavano iniziando a salire
- No, no, anzi secondo lui sei perfetta sotto ogni punto di vista, ma non vuole rovinare la sua amicizia con tuo padre-
A questo punto mi stavo chiedendo se anche mio padre pensasse la stessa cosa.

- Però decidi di andare contro tuo padre lo stesso, giusto?-
- Sì, mi sono stufato dei suoi modi, da qui a diciannove anni decide tutto della mia vita, persino la scuola che devo frequentare-
Prima di riprendere il discorso si fermò, come se quell'argomento fosse così doloroso da parlarne.

- Sai io ho sempre amato la matematica e tutto ciò che la circonda, avevo espresso la mia passione a mio padre, ma che ovviamente è stata depennata immediatamente quando gli avevo detto che volevo andare a fare una scuola pubblica di marketing.
Secondo il suo pensiero non c'era scuola migliore del Sant'Andrea.
Solo che ora non sono più il ragazzino di tredici anni che si fa sottomettere.
Sono mesi che sto litigando con lui per la scelta dell'università, sono grato a tuo padre per avermi trovato un lavoro, così posso mettermi dei soldi da parte e pagarmi gli studi, ma non è quello che voglio fare, e questa cosa mio padre non la vuole accettare.
Capisci perché non voglio che si sappia che usciamo insieme, in qualche modo me la farebbe pagare.-
Capivo perfettamente il suo discorso, ma non capivo suo padre.
L'egoismo di alcune persone arrivava sopra ad ogni limite immaginabile.

Per quanto i miei genitori fossero assenti dalla mia vita, mi avevano sempre sostenuto nella scelta della scuola, senza mai mettermi i paletti fra le ruote.

Cercai di cambiare argomento, per evitare di farlo rimuginare ancora di più.

- Come mai lo hai detto a tua sorella, oggi non mi aspettavo di vederla.-
- beh Lavinia non la vedo quasi mai, ma sicuramente in quella casa è la persona con cui parlo di più, riesci a capirmi ed accettarmi per quello che sono. Da quando è tornata mi vede diverso e sapeva che c'era una ragazza di mezzo, così gliene ho parlato, inizialmente è rimasta un po' spiazzata quando le ho fatto il tuo nome, ma poi ha capito, ti puoi fidare di lei, non dirà niente!-
- Penso sia bello avere un bel rapporto con la propria sorella, sangue del tuo sangue-
- Beh tu lo farai sicuramente con tua madre-
- Non proprio-
Non avevo mai parlato con nessuno del rapporto che avevo con mia madre, mi vergognavo così tanto di quello che c'era tra di noi, ma non so perché con lui mi sentivo libera di potergli raccontare tutto.
- Perché, per te non è così?- Negai, raccontandogli tutto quello che succedeva in casa tra di noi, delle poche volte che la vedevo e della sua assenza in tutto.

Passai l'intero pomeriggio con lui, non ero mai stata così bene come in quella occasione, mi lasciò a pochi isolati da casa mia per non farci vedere insieme.

Rientrata a casa era già quasi ora di cena, come ogni sera l'unico presente in casa era mio padre Claudio.
- Papà sono rientrata!-
Lo trovai con un grembiule da cucina intento a cucinare qualcosa, non era da lui.
Nella casa si poteva sentire un profumo di curry
- Cosa stai facendo, cucini?- Chiesi io perplessa
- Tesoro mio, sta sera pollo al curry, ho dato la serata libera a Dolores, cenetta solo io e te!-
Wow, ero sorpresa, non lo vedevo cucinare da tanto, per via degli orari assurdi del suo lavoro.
- Vado a togliermi la divisa e ci sono-
Andai in camera mia per cambiarmi, indossai un pantalone della tuta grigio con una felpa abbinata, raccolsi i capelli e andai in cucina.

- Hai bisogno di una mano, papà?-
- Siediti e non ti preoccupare-
- Dove sei stata tutto il pomeriggio?- Non potevo dirgli la verità, così mentii un'altra volta.
- Mi sono fermata a scuola, avevamo un progetto da sistemare con Caterina-
- Ah, che strano, oggi mi ha chiamato l'avvocato dove il figlio dei Lancestrelli lavora, mi ha detto che non è andato al lavoro perché lo avevano trattenuto a scuola, non è che vi stanno dando troppo lavoro a scuola?-
Cosa? Filippo aveva saltato il lavoro per stare con me??? Certo mi faceva piacere, voleva dire che gli interessavo davvero, ma comunque mi dispiaceva, perché so che poi avrebbe litigato con il padre.
- No, papà tranquillo-
Cercai di testare un po' il terreno, per vedere la reazione di mio padre
- A proposito come si trova il tuo amico con Filippo?-
Mio padre mi guardò, per cercare di capire dove volessi andare a parare, ma non mi pose troppe domande.
-Bene molto bene, certo non ha molta esperienza e si deve ancora adattare, come mai me lo chiedi?-
- Così, giusto per sapere- feci spallucce.
- Ginevra mi devi dire qualcosa?-
Quasi mi stavo strozzando, era mio padre, dovevo immaginarmelo mi conosceva troppo bene, sapeva quando mentivo.
- No, papà perché? A cosa stai pensando?-
- Non so così, ti ho visto molto curiosa e mi stavo chiedendo se ci fosse sotto qualcosa, meglio così-
Cambiammo argomento parlando della giornata e del suo lavoro, ma nella mia testa ritornavano sempre quelle sue ultime parole 'meglio così', a cosa si stava riferendo? Non accettava anche lui la mia conoscenza con Filippo?
Andai in camera mia per fare i compiti, e prima di addormentarmi pensai sempre a quelle parole.
Dovevo andare a fondo a questa storia.

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Ciao a tutti, dopo un po' di giorni sono riuscita a pubblicare.
Spero vi possa piacere ❤️

Stringimi forte oraWhere stories live. Discover now